S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Dunque sono tornata.
Dove eravamo rimasti? Ah già… mi sono incamminata con un uccello (del malaugurio) appollaiato sulla spalla dopo l’ultimo ferale diverbio con il suoro senza più la capacità di assemblare tra loro i vari pensieri.
Sapevo che al mio ritorno avrei trovato un dado tratto ad aspettarmi, ennesima prova della curiosa disparità tra il potere del destino e quello della sfiga, perciò nel mio lento incedere ogni tanto levavo lo sguardo verso la cupola dei miei timori. E contemporaneamente pensavo al blog: c'è un equivoco di fondo che vuole il virtuale contrapposto al reale.
Non credo.
Siamo le decisioni che prendiamo, o le opportunità che non afferriamo, o i torti che subiamo. Al di qua o al di là della linea gialla cambia poco, temo.
Insomma questa settimana trascorsa a bighellonare in quella stantia animazione 3D è stata una versione dimessa dell’on the road: cercavo qualcosa che fosse in grado di farmi oltrepassare quel confine di ristrettezze lavorative imposte dal suoro e che mi desse conferma del fatto che il mio posto non fosse al suo fianco: sono strade, queste, che conducono di solito ad una pazzia scontrosa, ma quando la volontà perde la punta ci si ritrova attratti maggiormente dai mali estremi piuttosto che dai pari rimedi, è risaputo.
Ciò nonostante credo che tutto questo sia stato produttivo: lungo il mio cammino in questi sette giorni ho trovato crepuscoli dorati al posto dei tramonti spiritati cui ero abituata, ho passeggiato in una piazza in discesa, ho ricevuto i garbati complimenti di un ammiratore (chiamiamolo così viste le testuali parole: sei nel momento in cui una donna inizia a sfasciarsi) e soprattutto ho sperato. Che la sorte, per una volta, cambiasse in meglio.
Adesso, nel silenzio delle cose che si dispongono ad iniziare, credo la ruota abbia fatto un giro e che a mezzanotte non tutto tornerà come prima. E qui ci starebbe bene una zucca, un paio di sorellastre e un per fortuna o un meno male, ma visti i precedenti ho quasi paura a dirlo…
Vabbè, chiarificando il tutto: sono stata trasferita!!!!
Nessun suoro infesterà più le mie giornate, nessun furtivo rapporto incestuoso con il portatile, nessuna fuga improvvisa nel bagno con sigaro al seguito: possibile?
Lo scrivo, poi non ci credo e lo rileggo daccapo: è una di quelle volte in cui mi sento saggia solo perché non riesco a diventare completamente matta.
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Erba
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