S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Nonostante non sia stata data comunicazione ufficiale e nonostante Libero si sia ben guardato dal darne notizia in home page, sappiate che qualche giorno fa è stato il mio compleanno.
Quest’anno, a causa della ricorrenza di alcune sfighe simultanee, ho voluto celebrare il momento epifanico con qualcosa di trendaiolo e, trafitta dalla scepsi, ho invitato alcuni amichetti a cena a casa mia: appuntamento ore 21.00.
Attenzione: non per tutti.
Un manipolo di amici più cari (dal giorno dei festeggiamenti annoverabili al di là di ogni ragionevole dubbio tra gli ex-conoscenti zeppi di rancoroso livore) è stato convocato a rapporto per le 19.00. I più ingenui hanno accettato l’invito carichi di belle speranze (ah, che idea carina, prendiamo un caffè tra noi, bello), i più esperti (un nome a caso: Congus) hanno cercato strenuamente di opporsi (ho mal di denti, l’auto non parte, mia madre non vuole che esca) ma senza grandi risultati (fai schifo: è il mio compleanno o te ne sei dimenticato?).
Sara ha accolto i malcapitati con una short version del discorso alle Nazioni Unite (l’importanza dell’amicizia, la necessità di una cooperazione tra simili, persino i grandi temi ambientali) che ha preceduto di pochi minuti la messa all’opera dei suddetti.
Sì, all’opera: avete letto bene.
Ebbene, ho riattato l’eremo perciò posso tornarci a vivere. Non fate quella faccia: avete idea di quanto si facciano pagare le ditte di traslochi? Invece in cinque in un’oretta abbiamo trasportato tutto.
Per non perdere dimestichezza con le allegorie vi dico che un corteo mortificato che ricordava un via vai di topi sul cornicione ha fatto incessantemente la spola tra il Castelletto Imperiale e casa mia carico di indumenti intimi, accessori per la casa e persino mobili (Congus ha inspiegabilmente accusato un’ernia mentre trasportava una poltrona.).
Come il tuono, che incessantemente risuona per tutte le valli, nelle vicinanze del civico 118 si è potuto ascoltare il mal mostoso pensiero comune di una cinquina di malcapitati consultatisi con l’Altissimo per ricevere le dovute spiegazioni mentre Sara, da perfetta padrona di casa, si prodigava per assicurare la perfetta riuscita dei festeggiamenti andando a truccarsi nelle sue private stanze.
E poi tutto è ricominciato lì dove si era fermato: alle 21 il maniglione che da due anni serrava il portone è stato abbassato e si è dato inizio alle danze.
Erba, in versione colf, ha indossato un immacolato grembiulino ed una crestina inamidata per dare finalmente sfoggio delle sue capacità casalinghe, tanto che ancora adesso mi chiedo dove abbia riposto tovaglia e tazzine del caffè (a proposito cara, dove sono?).
Sara invece ha espresso tutto il suo nullafacente talento discettando con gli invitati nelle vicinanze del camino, quasi l’organizzazione della serata non fosse cosa sua (appunto).
Gli ospiti a fine serata, vista la mancanza di un cassonetto nelle vicinanze di casa_1971, sono stati omaggiati di incantevoli bomboniere a forma di sacchetto della spazzatura e sembra che abbiano assai gradito il vezzoso omaggio.
Cin cin.
P.S. No che non ho cucinato io: cosa vi salta in mente? A dir la verità non ho nemmeno pagato il conto delle vettovaglie. Diciamo che ho finalmente dato ad Erba la possibilità di sdebitarsi nei miei confronti. Che cara che sono.
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Erba
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