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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

Cuor di Carogna

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« L'arrivoLe metamorfosi »

I dèmoni

Post n°389 pubblicato il 26 Settembre 2008 da erbavoglio_70

(Mi ritorni in mente)

 

Lasciamoci implodere, almeno una volta al mese. Per essere certi che tutto sia al proprio posto, forse non in quello giusto, ma tant'è: di meglio non abbiamo saputo fare.

Eccoli là, ben schierati: i nostri ricordi, cui non volemmo aggiungerne altri. Anche se nulla è definitivo, no? Sono in numero finito, e questo possa esserci di conforto. Sono lì. Ordinati come bimbi in fila per due. Chi in doppio petto, chi ancora con il sorriso stampato in faccia, chi stordito a suon di bastonate perché non faccia più male. I miei; i tuoi, non so. Poche volte, in fondo, concedimelo, comune è stato il modo di sentire - e quelle volte è stato Amore - anche se ho quasi paura a chiederti una verifica. Li vedo: sfilano, i ricordi. Testimoni di un legame che è esistito. A volte trovano una grande strada alberata e, inebriati, vanno oltre. Altre, e sono i momenti peggiori, uno di loro è lì; fermo, grosso, grasso, ostinato: ostruisce la strada. Gli altri, più lievi, si accavallano come uno stupido gregge. Qualcosa, poi, ripristina il normale scorrimento. Ma solo fino alla indesiderata sosta successiva, spesso causata da un capofila ubriaco. Occorre pazienza, e l'indulgenza è cosa che si impara con l'esperienza. Talvolta riesco anche a sorridere quando qualche indisciplinato rompe le righe, mi affaccio alla finestra della mia cucina, solo per devozione verso lo  stile Stanislavskij, e poi – è solo un attimo – torno al mio caffè. Raramente recupero un gioco di quando ero bambina: non ho mai voluto lo zucchero filato, ma desideravo intimamente un ricordo legato a me, al Luna Park e alla dolce nuvola bianca. E lo inventai. Creare un ricordo. Non è come sognare: regala il sapore di nostalgia, di rimpianto, di perduto. Deve essere verosimile. E poi, cosa credi? Non sono la sola a manipolare il passato. Forse non conviene conservare tutto. Mi sembra, infatti che, giorno dopo giorno, i ricordi che affollano i miei risvegli siano più innocui, addomesticati, snaturati (e lo sono ancor più se tento di trasformarli in sequenze non casuali di parole). Sì, perché ricordare è sofisticare a nostro uso e consumo taluni accadimenti, mitigandoli o esasperandoli all'occorrenza. Le sensazioni, la gioia, il dolore, l'attesa non sono riproducibili, il tempo li deforma, li priva di oggettività. Forse, come dicevi tu, gli unici veri ricordi profumano.

 
Rispondi al commento:
panglos
panglos il 26/09/08 alle 20:05 via WEB
"...Sì, perché ricordare è sofisticare a nostro uso e consumo taluni accadimenti..."
Questo è il nucleo centrale del tema ricordo.
Prima di svilupparlo poche parole sul post. E' da un po' di tempo che io ed Erba discutiamo sulle metafore... vomitare il cuore. Le immagini che crea il post non sono aderenti a ciò che è il ricordo. Cosa vuol dire che un ricordo è "grasso", cosa vorrebbe evocare? E' contrapposto a cosa? Ad un ricordo alto, magro e con gli occhi azzurri. Sarebbe stato meglio definirlo "ingombrante", certo la metafora sarebbe stata meno ricercata, popolare, ma sicuramente più aderente al tema trattato.
I ricordi non sono mai in fila perfettamente ordinati, il ricordo che salta fuori improvviso, inaspettato non è l'eccezione, ma la regola. I ricordi infine sono molto più che profumati.
Il ricordo è una allucinazione che rievoca eventi vissuti nel senso più vaso del termine, ossia vissuti interiormente. Personalmente ritengo l' "interiormente" un pleonasmo, ma è per farmi capire.
Dentro di noi nascono delle sensazioni generate dai sensi; vista, olfatto, tatto, udito... ma non erano cinque?... ah!... gusto (rimosso pensando a cosa mi aspetta per cena), più le sensazioni viscerali, il senso del movimento in generale, si stampano nella nostra mente. Alle immagini sono associate valenze affettive, in generale il ricordo genera gioia o dolore, fra i due estremi esistono infinite sfumature. Un ricordo riaffiora alla mente per associazione: un rosso acceso ci ricorderà il maglione che indossavamo da ragazzi, una canzone un periodo della nostra vita. Ecco perché contesto i ricordi ordinati e in fila, i ricordi sono disordinati per loro natura. Non è vero che un ricordo viene manipolato a nostro beneficio, o, meglio, è vero ma solo in parte. Un ricordo che si propone alla nostro Io subisce un esame da parte del Superio, tutto ciò che l'Io non può tollerare viene rimosso, il ricordo è alterato. Chiunque abbia vissuto la perdita di una persona cara sa che il ricordo di quella persona è caratterizzato per lungo tempo, talvolta per sempre, da una totale mistificazione della realtà. Il rapporto fra due persone è sempre conflittuale, talvolta ci si ama talaltra ci si sta sui coglioni; di una persona che non c'è più e che ci era cara ricordiamo solo che quanto era buona... "sono semppre i migliori che se ne vanno"; è regola universale il sentirsi in colpa verso chi non c'è più.
Molto ci sarebbe da dire sul ricordo rimosso, ma ho fame...
 
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