S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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« Signora Lia | Sans coulottes » |
Sabato sera. Un’amica di Trieste è scesa per il fine settimana. Chiudo la porta del lavoro arretrato e decido di concedermi il lusso di una serata di salutare fancazzeggio.
Si sta a girovagare in quattro, io, lei, l’amico storico, la bottiglia di primitivo dolce. Si va per locali, concerti, si porta avanti un passo ozioso e rilassante, sotto la pioggia.
Chiama lui. Lui è uno nuovo, uno che non ci interessa, o forse sì. E’ uno, basta. Fa una festa nella sua casa al mare, chitarra, candele, amici, alcool… porta chi vuoi, domani parto, almeno ci salutiamo… si va? Si va. Panda verde per strade isolate, ma chi se ne frega, siamo in tre e già belli avviati sulla strada della sbronza. Direzione mare.
Ovviamente i contatti li mantengo io e, sempre ovviamente, dimentico nell’arco di trenta secondi le indicazioni per arrivare a casa sua. Dopo esserci persi un paio di volte si opta per una sosta strategica da vescica piena. La strada è buia, non ci vedrà nessuno. Io e l’amica ci si apposta ai lati della panda per espellere il vino in eccesso. Quel minchia dell’amico storico parte sgommando lasciandoci miseramente cadere a culo nudo sull’asfalto. Era uno scherzo, dirà. Un branco di cani randagi, richiamato dal nostro schiamazzare inferocito, inizia ad abbaiare. Prima di ritrovarmeli che azzannano il mio prezioso sederino rosa pastello, rientriamo in macchina e ricominciamo la ricerca. Dimenticavo, dettaglio non irrilevante, mentre vado per rimettere i pantaloni, passa un’auto, l’unica auto presente in quella strada buia di un buio paesino di mare.
Ricomincia la ricerca. Giriamo in tondo per dieci minuti finché non troviamo la casa. Più che altro ci arriviamo per logica: è l’unica aperta e l’unica con delle macchina parcheggiate vicino. Guarda che fortuna, tra le macchine parcheggiate c’è anche quella che ha illuminato il mio deretano poco fa! E guarda che altra fortuna, la stradina isolata e buia della minzione è la parallela di quella dell’appuntamento. Sono avvezza alle figure di merda, entro altezzosa e fiera.
Varcata la soglia scopro che nella casa ci sono, tra tanti, anche rappresentanti degli studenti e ricercatori che vedo ogni giorno al lavoro. Non male come inizio per chi voleva alzare ancora un po’ il gomito fregandosene della faccia.
Arriva lui, maestoso e masculo, fa gli onori di casa, offre subito da bere, mette a loro agio i miei amici, mi presenta i suoi… casa, carina, calda, muro comodo per esserci sbattuta contro per il bacio appassionato di benvenuta, serata dalle buone potenzialità. Dopo un’oretta la componente universitaria vai via e rimane quella neutra. Posso abbandonarmi a me senza timore d’essere licenziata.
Il masculo di cui sopra manifesta interesse con occhiate da piromane dinnanzi ad un bosco in pieno agosto, io, da femmina troieggiante e decisamente alticcia, rispondo con sguardo di tronco che desidera diventare tizzone ardente… L’alcool aumenta nelle vene. Sono lucida, ma bevuta. Gli amici di merende seguono fedeli i miei stessi ritmi. L’amica di trieste discorre amabilmente con persone che tempo 10h avrebbe rimosso, l’amico fedele, colto da fame chimica inizia a disseminare per la casa manciate di arachidi e salatini (unico alimento disponibile), riuscendo solo una volta su sette a centrare la bocca. All’apice dell’esibizionismo, scopro un pallone da calcio ed inizio a palleggiare in casa: tacchi a spillo dinnanzi ad un pallone sentendomi Beckam. Ho visto la morte in faccia almeno tre volte, mi ha guardato anche lei. Penso di averle fatto pena. Ho sbattuto la faccia al muro ed ho deciso di fermarmi. Per fortuna, il masculo non era presente. Glielo avranno raccontato poi…
La tragedia, però, deve ancora arrivare. Alla festa è presente l’amico più caro del masculo che non sa dell’interesse del masculo nei miei confronti. Ci prova spudoratamente. Giuro su quello che ho di più caro (la mia tartaruga!) che non me ne fregava nulla di questo tizio, ma bevuta e femmina, le sue lusinghe non mi sono dispiaciute. Non è successo nulla di nulla, ma, confesso signori giudici, ho giocato molto di sguardi e ammiccamenti. Tempo mezzora e sfuma il masculo, la festa e la serata. Raccatto da terra i miei amici. Si torna a casa sbandando mestamente e con un’ubriacatura amara.
- Ma non ti sei resa conto che ho messo su l'intera serata solo per vedere te? E tu? Fai la scema con il mio migliore amico? Ma che persona sei, ti rendi conto di quanto sei stata stronza?
- Non so esattamente che persona sono in questo periodo. Tuttavia, sì, sono stata davvero una grandissima stronza l’altra sera. Non me ne frega nulla del tuo amico, ma ormai lo dico solo a me stessa ed è giusto così.
Minchia che bella serata di relax!
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Erba
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