S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
AREA PERSONALE
Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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(Via)
Qui, è noto, non si butta via niente. A parte il tempo, è ovvio. E così pubblichiamo coraggiosamente anche i commenti non proprio lusinghieri dei fortunati avventori che hanno avuto modo di saggiare la nostra mite essenza. Questi ricordi struggenti di aldo1212 non necessitano di commenti, tuttavia io, che amo sottolineare l'evidenza, analizzerò in corsivo alcuni passaggi.
Prologo
Da Treviso a Bari. Una deviazione di 400 km e una notte al volante per cenare (paroloni) con le titolari di questo blog non credo abbia precedenti noti ai naufraghi spiaggiati su questo gradevole litorale. (Leggo una punta di ironia e un leggero sforzo nella scelta della parola “gradevole”. Ma procediamo pure.) Se alla premessa aggiungete la circostanza che non sono (purtroppo) un diciottenne scavezzacollo (né, comunque, ti si potrebbe accusare di gerontofilia), arriverete alla facile conclusione che qualcosa di loro mi attraeva al di là di ogni ragionevole dubbio (“state sereni”, non vi sarà mai conflitto di interessi, ma anche i lettori sanno come alzare l'audience): la scrittura, naturalmente (naturellement, anche perché notoriamente si ha modo di apprezzarla a cena), ma anche la curiosità di capire finalmente se fossero effettivamente due (brave [certo, chi più chi meno, ma non è il caso di scontentare nessuno]) o una sola (bravissima [certo, ma anche leggermente dissociata, soprattutto negli storici frangenti riservati alla chat con se stessa]) a prenderci tutti per il culo (e dire che in principio aldo1212 scriveva solo in rima baciata) con una sceneggiatura intrigante almeno quanto la prosa (ok, vuole metterci alla berlina).
Dieci ore di autostrada (da tempo vado affermando che similia similibus), per lo più rettilinea, ti possono poi ispirare altre irriverenti riflessioni: penso a Fabrizio De Andrè che non volle mai incontrare i suoi miti letterari per paura di restare deluso dalle persone (però ora puoi affermare che esiste almeno una eccezione, isn't it?); ma, come è evidente anche da queste note, non sono Fabrizio e il rischio decido di correrlo egualmente (va be': non hai mica camminato sui carboni ardenti... insomma, c'è di peggio: non hai stipulato un mutuo con Sara, voglio dire, né hai aperto un blog con lei).
Penso al primo post letto per caso, smarrito e rispeditomi da Erba dopo lunga e meticolosa ricerca (anche perché, ehm, dire che era un gran bel post e che riguardava temi profondi non ha reso facile la ricerca...); a quella volta che, leggendo “Questioni di netiquette”, non riuscii a trattenere una sconvenientissima risatina, certamente non sfuggita a due candidati in attesa di giudizio dall'altra parte del monitor (questo passaggio lo può commentare la Serpe); ricordo quell'orribile 27 gennaio (anche io: un'occasione perduta di affrancarmi) e noi tutti ad affannarci (eh? Forse ero uscita a comprare le ultime sigarette e ho perso qualche passaggio) per cercare di far recedere le nostre da quell'incomprensibile (forse un tempo: non credo che tu abbia bisogno di altre spiegazioni...) decisione.
Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri... (*)
Se Dio vuole, fra un diluvio di pioggia e ricordi del tempo che fu, percorrendo strade che non riconosco più e cercando con gli occhi stanchi la busta rivelatrice (quella della spazzatura naturalmente
), finalmente la vedo: Sara si materializza, lo giuro, proprio sotto una monumentale insegna luminosa riportante una sola parola: SARA! Quanto la cosa fosse studiata non lo sapremo mai (poche cose che La riguardano sono casuali, credimi...); men che meno sarei oggi in grado di descrivere le mie prime sensazioni (e che sarà mai! Non è poi così brutta!). Di una sola piccola delusione però non riesco a tacere: nella vettura non scorgo alcuna busta! (Provate ora ad immaginare un Mosè senza le Tavole, il Che senza il basco o Bartali senza la bici...).
Epilogo [Ehi, Aldo! Hai dimenticato di inviare il corpo del post, immagino che fosse la parte che mi riguarda! Ricordi? Sono Erba! Ero quella composta, quella che parlava; no, non quella che grugniva, quella alla sua destra. Sì, esatto, quella in grado di trovare il Pellicano...]
Da Bari a Catania. Notte fonda: la pioggia finalmente mi lascia in pace, le strade sono deserte, la musica emessa dall'autoradio migliora man mano che la notte avanza. L'ideale per aprire i finestrini, godersi il viaggio, ripensare alle ore appena trascorse: a Sara ed Erba che esistono davvero (evviva! Allora si è accorto della mia esistenza! Che caro, però, quanti complimenti immeritati...) e che, se un giorno decidessero di passare armi e bagagli dalla scrittura ai teatri di prosa, potrebbero aspirare ad un discreto successo (insomma, Sara: come scrittrici non valiamo molto – soprattutto tu – ma anche come attrici... Sai già cosa ti risponderò quando mi chiederai di uscire con qualche spiaggiato...); alla mia Bari ormai così simile, nel bene e nel male, a tante pretendenti metropoli nordiste.
L'alba e il vento sul traghetto mi svegliano completamente: è il momento di riaccendere il cellulare e ripartire. Il primo sms è di Sara: Arrivato? Sì, arrivato, e tu sei proprio una bella persona! (Davvero un burlone il nostro Aldo! Sai, tra le altre cose, ha rubato il vino e i cioccolatini che mi hai regalato. Sì sì, una bella persona. Ricordi gli sms che ti ho fatto leggere ieri? Erano veri!)
P.S. Esiste anche Blus, lo giuro! (Ti immagini se mentissimo anche sui nick!) Era con noi e l'ho visto in carne ed ossa
(Beh, per la verità più in carne che in ossa). Lo so, dopo un post buonista, quasi veltroniano (ma non poi così tanto, credimi: si intuisce che ti sto sulle palle!), questa potevo risparmiarmela, ma è la mia piccola vendetta per non avere, il nostro, risposto ad un mio cordiale pvt.
(*) Dotta citazione manzoniana; non si direbbe ma ho frequentato il Liceo
. (Sì, ma quello di una volta.)
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Erba
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