S_CAROGNE

Tachipirina 1000

Indicazione preliminare: questo post non ha velleità di divenire pietra miliare sulla strada dei massimi sistemi, non vuole essere intimista-depressivo/erotico, non vuole illuminare coscienze e muovere popoli. Questo post è solo l’esternazione di pensieri che solitamente farei distesa sul letto guardando il soffitto (soffermandomi esattamente sul punto dove tempo fa feci un buco che poi, pentendomi, rattoppai con scotch bianco-calce), ma che, dovendo oggi  postare - sebbene in condizioni indicibili -  per coazione della bestia (Sara), sono costretta a parteciparvi.

Pertanto, gli attenti e sagaci lettori non se ne vogliano a male e comunque, manifestino rimostranze verso la principale (che NON sono io!)

Malaticcia. Termine che con il suo dire quasi stitico, dispregiativo, incompleto, riconosce il mio status. Ebbene sì, per tutti coloro che se ne preoccupano settimanalmente questo è un post PARZIALMENTE autobiografico (alla vostra intelligenza, coltivata con i migliori fertilizzanti, capire in quali punti lo sia).

Porto in petto e serbo con amore da circa 4mesi una leggera tossicella. Costei, sentendosi trascurata,  non compresa e men che meno approfondita nelle sue manifestazioni, ha deciso, mercoledì sera, di esplodere in una rabbiosa faringo-faringite acuta (questa la diagnosi medica. Mi chiedo perché faringite non andasse bene e dovesse essere accompagnata da faringo.) e ribadisco acuta.

Questo comporta che sia da giorni distesa sul letto a bestemmiare tossendo contro chi me la mena e pensare alle cause dei miei malanni, mentre il tempo passa, i debiti aumentano e le scadenze arrivano.

L’hanno chiamata somatizzazione o disturbi da stress. Mi sono informata:

“Lo stress è la risposta psicofisica ad una quantità di compiti emotivi, cognitivi o sociali percepiti dalla persona come eccessivi.

Il termine stress fu impiegato per la prima volta nel 1936 da Hans Selye che lo definì come “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. In base al modello di Selye, il processo stressogeno si compone di tre fasi distinte:

1 - fase di allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli;

2 - fase di resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni e si adatta al nuovo tenore di richieste;

3 - fase di esaurimento: in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.” http://www.ipsico.org/stress.htm

Cazzo! Sarei nella fase tre.

Ma ragioniamo con calma, respiriamo. Non diamo al boia la sua vittoria solo per violenza psicologica. In fondo, che motivi avrei I O di soffrire di stress?

-         I lavori che svolgo assiduamente e con passione (leggi: i lavori per i quali mi sento spesso schiavizzata da lunedì mattina a domenica sera e che, andando avanti così, mi faranno dimenticare la passione iniziale che mi ha mosso verso la loro scelta) hanno prospettive di guadagno (nota bene che la parola prospettive rinvia ad un futuro che, pertanto, NON è ancora presente e che accanto alla stessa non si legge alcun aggettivo qualificativo. Basterebbe un “sufficienti”; inutile ricercare un “ottime”), di che mi lamento?

-         L’uomo che frequento è esempio di massima sicurezza, un porto calmo e tranquillo in cui trovare quiete e ristoro quando sono stanca, tempesta di fuoco quando sono abitata da Madame Lussuria, fiducia e onestà quando cado nelle mie insicurezze (leggi: l’uomo che frequento oscilla nei suoi dubbi quotidiani tra il restare uccel di bosco o tornare dalla sua ex, se non erro, le due ipotesi non mi contemplano. In più la risoluzione alle mie insicurezze trova spesso conforto nella sua risposta:”E cosa posso farci io?”).

-         Il mio amante (con il senno di poi una non rimane minchia e si attrezza!) è discreto riempitivo delle poche deficienze del mio uomo ufficioso, dotato di aspetti caratteriali sui generis; è ameno  alter ego di  conversazioni senza orario. (Leggi: il mio amante è un concentrato di psicopatie, mi costringe ad orari folli, negli unici e rarissimi momenti della giornata in cui potrei rilassarmi. Così, mi convinco che l’ormone è relax e occupo i brandelli di tempo non lavorativo (es. pause pranzo e affini) in gincane tra ufficioso e amante, cercando di non fare confusione. Salto i pasti, ergo mi nutro male, perdo peso e orientamento geografico.

-         La mia vita sociale mi regala perle di profondità e emozione. (La mia vita sociale è ridotta all’osso al punto che costruisco da me sceneggiature di spettacoli teatrali tra una lettura e l’altra - notturna - di un libro di studio e mantengo i contatti con l’esterno non lavorativo via facebook, o mio dio, dove sono arrivata! Viaggiare? Che voce di verbo è?)

Fatte queste considerazioni preliminari, cui potrei aggiungerne delle altre che vi risparmio, voi scorgete motivi validi per cui io possa attribuire la mia faringite acuta al terzo stadio dei sintomi di stress?

Io non trovo alcuna attinenza, pertanto, ingoio il mio concentrato di antibiotico, antinfiammatorio, tachipirina, vitamine e protettore gastrico e alzando una mezza pinta di thè al limone brindo alla vostra!

Taaanta, tanta felicità a tutti!

Io torno di là a misurare la febbre e guardare lo scotch!

P.S.:Erba, non ci credo, non ci credo!!! Sapessi, sapessi... Dio c'è! (E vende anche dell'ottimo fumo!) Ben ritrovata, mi sei mancata (tiè, glielo dico ufficialmente!)!

P.P.S: Bestia stai male(che tradotto sarebbe: non hai nulla, ma ti lamenti?)? Poverellaaaaa! Commiato di un secondo. Finito.