S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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La sottoscritta è caso non raro, ma senza dubbio strano del genere umano. Fa parte di quell’insieme di persone che pur detestando l’ansia, la alimentano. Sì, perché nelle situazioni di “allarme rosso” ritengono di cavarsela meglio piuttosto che in quelle di calma piatta.
Accade così che la valigia sia di nuovo sul letto. Il viaggio sarà ancor più breve del precedente e, soprattutto, sarà un viaggio di lavoro.
Per l’esattezza, illuminati baroni, fulminati portaborse e riconosciute vie di mezzo tra fulminazione e folgorazione: i ricercatori dell’università italiana decidono annualmente di incontrarsi in vari convegni/congressi per discettare amabilmente dei loro temi.
A questo giro IL congresso annuale di settembre vedrà la sottoscritta dimenarsi maldestramente tra di loro.
Ora, a parte l’agitazione dovuta all’idea che la polpetta fritta dell’aperitivo di apertura mi cadrà immancabilmente davanti al (o sopra) L’emerito di turno (destando i primi sospetti innanzitutto in relazione alle mie capacità motorie), a cosa sarebbe dovuta l’ansia alla quale accennavo all’inizio?
E’ presto detto. Sempre la sottoscritta (salvo che nel frattempo alcuna non si faccia avanti per false, ben gradite e ben pagate sottoscrizioni) dovrà relazionare su un tema specifico. Peccato che costei, astuta come un piccione, abbia deciso di prendere seriamente a considerare il tema oggetto della sua relazione solo da due giorni, facciamo tre.
Si aprono così le soluzioni possibili degli ansiolitici da portare seco. Tavor, Valium, Lexotan o semplicemente En?
Il mio chiarificante intervento nel panorama delle scienze contemporanee si terrà il secondo giorno. Saranno venti lunghissimi minuti di angoscia pura durante i quali dovrò: discutere (ma forse leggo) questa benedetta relazione, dissimulare competenza, mantenere bassa la sudorazione e alta la voce (possibilmente non tremulante). Dopodichè, un esperto discussant (appositamente scelto tra i vari a disposizione per la sua competenza sul tema che IO – la maledetta – ho proposto ) deciderà di farmi morire in seduta plenaria dialogando con me e con tutti gli altri in un fantastico gioco di domande e risposte (risposte?) su quel tema, che parafrasato viene fuori: dialogando con me sul nulla.
Ciliegina sulla torta è la presidentessa di commissione, altrettanto ferrata in materia, nonché ferrea oppositrice delle teorie che io tapinamente presenterò spacciandole per solida ed acquisita base dei miei lavori.
Ora, partendo dal presupposto che, nonostante questo e nonostante il mio masochismo conclamato, la valigia é ancora sul letto, cerchiamo di mettere sull’altro piatto della bilancia fattori positivi che possano lasciarmi illudere che riuscirò a mantenere un piccolo varco per potenziali entrate nel campo universitario italico e soprattutto che possano giustificare la mia partenza.
Fattori a mio vantaggio:
1. Sono bianca cadaverica. Il motivo è che mi sono sollazzata tra belgi e londinesi, ma in fondo lì nessuno lo sa, pertanto, il mio pallore può essere ben venduto come quello di una topa da biblioteche che ha passato la sua estate chiusa a studiare dalla tavola di Ermete Trismegisto in poi, fino ad arrivare a partorire una relazione.
2. Ho una sicumera da zona cesarini che il più delle volte fa sì che io discuta di temi a me ignoti come se li masticassi da anni, talvolta inducendo l’altro, realmente preparato, a porsi qualche dubbio (di solito esistenziale/sessuale).
3. Il convegno si svolge presso una ridente e turistica località balneare. Ergo, se il sole mi sarà amico, perché, mi chiedo, gli illuminati dovranno badare a me quando avranno la possibilità di intavolare rotondamente argomentazioni egocentriche in riva al mare?
4. Sempre se il sole mi sarà amico, potrei recuperare punti pre e post “de relata refero” portando a spasso le mie rassodate terga chiacchierando ammiccante e deferente con chi di turno, giocando (frivola ma con stile, quale?) con i cubetti di ghiaccio di un ex bicchiere di tè freddo, sperando che la mia vena acido-sarcastica non esploda nel mentre. Peccato che i miei più fervidi interlocutori saranno due gay ed una piraña.
Traendo le somme da questi quattro scarni punti, considerando che due sono sottoposti alla presenza di un sole che minaccia di farsi desiderare e l’ultimo da una mia potenziale vena di cortigiana che – ben presente altrove - in ambiti accademici viene depressamente e istintivamente meno: sto andando a morire.
Pregate per l’anima mia.
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Erba
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