S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Ognuno ha la sua maniera preferita di svegliarsi al mattino: c'è chi ama destarsi con la musica, chi con un buon aroma di caffè. E chi invece (un nome a caso, ma tanto lo sapete perciò è inutile) con le urla di Geghe che arrivano dalla cucina.
Sara, con ancora le scorie radioattive della cena sullo stomaco, si alza rischiando l’infarto, scivola sulla cuccia del cane anziano e corre verso il luogo del misfatto calzando una sola ciabatta. La scena che si presenta ai suoi occhi ricorda il diluvio universale con l’unica differenza di non sentirsi affatto al sicuro pur trovandosi già nell’Arca. L’allagamento (causato inizialmente dall’occlusione del tubo di scarico della lavatrice**) ha coinvolto un po’ tutte le condutture fognarie della magione: l’effetto finale è quello da acqua alta a Venezia, per intenderci.
Mentre il bestiame zampetta allegramente nell’invaso abbeverandosi qui e lì, Sara si appropinqua all’armadietto dei medicinali cercando il tranquillante più adatto per evitare una strage (chi almeno una volta non si è domandato se, con una bella fucilata, non potesse risolvere tutti i propri problemi in un colpo solo?).
Dopo aver momentaneamente tamponato la situazione (Dio solo sa come io sia riuscita a trovare la chiave di arresto dell’acqua) e aver prontamente intimato a Geghe di ripulire la casa (all’inizio, lo ammetto, usavo il bastone ma adesso basta lo sguardo) Sara si dirige al lavoro.
Dopo un paio d’ore arriva un vibrante sms: Tutto a posto, stai serena, adesso stendo la lavatrice. L’appuntamento con l’idraulico è alle 17 alla chiesa del Cep*.
Sara: Dammi il numero così lo chiamo, alle 17 non posso.
Geghe: Non puoi chiamarlo perché non ha il cellulare perciò devi andare. Lo riconosci perché ha una Panda bianca. Non farmi fare figure perché è un amico.
Alle 17 Sara è al Quartiere* nel cuore di una popolazione primitiva che vive in case coniche con tetti di paglia la cui economia, di pura sussistenza, si basa principalmente sul baratto (delle sigarette di contrabbando). L’Idraulico arriva all’appuntamento direttamente dal XVIII secolo attraverso una breccia temporale: porta con sé una pompa ad aria compressa, una tenaglia, soda caustica quanto basta ed un pappagallo.
Eccolo qui lo stimato professionista.
Idraulico: Dottoressa, mi ha chiamato l’amico tuo. Io vengo ma poi mi devi riportare a casa perché la macchina me l’hanno sequestrata.
Sara (maledetto quel giorno, maledetto): Sali.
Nel tragitto la situazione la conversazione procede spedita.
Idraulico: Dottoressa, mi ha detto l’amico tuo che hai un cane. Vedi che io ho paura eh. Legalo altrimenti non scendo.
Sara: E’ così che ti ha detto? Che ho UN cane?
Idraulico: Sì, perché quanti ne hai?
Sara: Li chiudo, non ti preoccupare. Come mai ti hanno sequestrato l’auto?
Idraulico: Mio figlio. Appena ha preso la maggioranza ha voluto l’auto. E io gliela ho data. Ma a me aveva detto che aveva preso la patente. Che ne sapevo io?
Arrivati a destinazione Sara chiude due cani in auto ed uno nel loculo dove giace la caldaia sperando in una esplosione.
La prima fase vede impegnati sia l’idraulico (che suda molto più delle proverbiali sette camicie per sparare l'aria compressa nel lavello della cucina), sia Sara - a cui è gentilmente chiesto di tappare lo scarico della doccia con il piede, quello del lavandino con una mano e quello del bidet con l'altra.
Nel frattempo ha luogo il seguente forbito dialogo:
Idraulico: Dottoressa, malìmurtcatin, che ci ha buttato nello scarico?
Sara: Assolutamente nulla.
Idraulico: Dicono tutti così. Una volta ci ho trovato addirittura i gusci delle cozze.
Sara: Ma se io non cucino nemmeno.
Idraulico (guarda il manico cremato della caffettiera): E si vede, Dottoressa.
Nel frattempo arriva Geghe e Sara ne approfitta per porsi giusto un attimo davanti al monitor (l’attimo di Sara nel caso sia riferito al web è quel lasso di tempo che varia dai 45 ai 900 minuti).
Dopo appena due ore Geghe e l’Idraulico fanno la loro comparsa nello studio (eufemismo, è che non saprei definire in altro modo una stanza in cui si trovano 3 brandine, 4 ciotole, una scrivania ed un camino): sono sudati ma evidentemente vittoriosi.
Idraulico: Il problema è che lo scarico della lavatrice è troppo lontano dal pozzetto del bagno. Non te l’ha detto l'architetto che era troppo lontano?
Sara: …
Idraulico: Non è che tu sei un architetto, vero Dottoressa?
Sara: No, giuro, faccio altro.
Idraulico: E che fai Dottoressa?
Sara: mi occupo di … ehm.. medicina.
Idraulico: E a voi medici non vi hanno imparato che non si lavano le cose dei cani nella lavatrice delle persone?
Intervento fuori campo di Geghe: No, ma che cani, quelli sono i vestiti miei.
Ecco, alla faccia dei dinosauri, del fuoco e dell’evoluzione.
P.S. Il miracolo non é stato (solo) la risoluzione del problema fognario ma anche la parcella. Dieci miseri euro. Per sdebitarmi gli ho regalato una bottiglia di prosecco che riservavo per altre occasioni meno nobili. D’altronde in un mondo che sembra fatto per tutti tranne che per gli onesti cos’altro puoi fare se non alzare un po’ il gomito?
** Ho come il sospetto che la mia sia stata costruita a Mirafiori con gli scarti della Duna.
Erba
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