S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
AREA PERSONALE
Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Sì, non illuderti di cavartela con le solite scuse. Un appuntamento non è un'imposizione: è una libera scelta, come il matrimonio. Due, nel pieno tripudio delle proprie facoltà mentali, decidono di scegliere un dove e un quando e di incontrarsi. (Non occorrono all'uopo né fantasia sfrenata né motivazioni commisurate alla dissolutezza dei tempi.) Mi vanto di esser nata negli anni '70, al riparo dall'abusato turbinio di sms idioti, ergo quando io prendo un appuntamento questo è per sempre, altro che diamante.
Se ci pensi è una questione di rispetto per se stessi e per i propri simili (è ovvio, fatti salvi i casi estremi, nel qual caso magnanimamente elargirei estremi rimedi). Se prevedo di avere problemi non fisso un impegno per quel momento. No che non lo faccio. Cosa sono scema? Ritengo forse l'altro una sorta di essere baloccantesi tra un estetista e un vernissage? Ho così tanti impegni che quando sarò morta i miei eredi impazziranno per trovare le miei ultime volontà sull'agenda. Un caffè può costituire un imprevisto per l'organizzazione della mia giornata sempre in bilico tra lavoro-bambini-casa-blog-fare l'amore-parrucchiere-cazzi miei... una vagonata di cose da fare, una più bella dell'altra.
Quindi ribadisco che difficilmente riuscirò a digerire per bene il tuo mancato appuntamento. Ma questo è nulla.
Per ora abbiamo scherzato.
Ora ti dico cosa significa per me avere un appuntamento. Significa avere il cervello e il cuore in fervida attesa, quasi vestiti a festa, quindi già (almeno) il giorno prima i miei pensieri le mie scelte musicali le mie letture e anche il cibo che ingerisco sono selezionati in base al mio essere in dolce attesa. Non quella, ci mancherebbe: ma l'attesa di trascorrere attimi rubati al quotidiano, al prevedibile, che come se avessi quattordici anni mi consente di fantasticare su me stessa protagonista di un video dei Duran, l'attesa capace di allontanare i brutti pensieri: che aspettino! Io domani vedrò lui!
Anche i sogni, perfino i sogni, so regolare in funzione di un appuntamento deliberatamente concordato. E dolce è il risveglio covando quel momento ormai vicino. Non sto lì a scegliere come vestirmi, perché so che spontaneamente il mio viso i miei occhi e i colori raggiungeranno l'armonia (...il viso di donna altera e insieme di fanciulla, la fronte felice di stare su quegli occhi, gli occhi felici di stare su quel viso, il naso la bocca il mento il collo ogni cosa di lei felice d'ogni altra cosa di lei...).
Sono in una sorta di grazia matematica, appunto, e tu osi tardare? In genere sono i prima 60 secondi di ritardo quelli che mi fanno più male, poi un minuto dopo l'altro è come se la lama continuasse a trapassare le mie carni, ma ormai il danno è fatto, la ferita inferta, l'incantesimo spezzato.
Epilogo.
Se desideri rovinare irrimediabilmente le cose puoi usare un tono semi-indifferente al momento in cui mi avverti che sei in clamoroso ritardo e forse non riusciremo a vederci.
Tu dovresti essere quanto meno straziato-sanguinante-devastato a chiedermi perdono. Non starò meglio sbattendoti il telefono in faccia, ormai ho mal di testa e questo stato durerà fino al momento in cui tu non riuscirai ad amarmi come si conviene.
A questo punto credo che tu non ne sia capace, pertanto non mi resta che trattarti da buona amica. Ti darò un consiglio, o anche due. Alle soglie dei 40 anni non so perché ma stanno tornando alla riscossa molti miei ex; forse hanno girato conosciuto e sperimentato, poi hanno realizzato di desiderare una rompicoglioni accanto, una però che non li rompe sui temi tradizionali (non mi porti mai fuori/non mi dici mai che sono bella/non puoi uscire con gli amici devi fare la spesa/devi cambiare la lampadina/non puoi lasciarmi ci sono i bambini/non mi parli mai stai sempre al computer), no: una che rompe i coglioni perché la radio trasmetteva “Per un'ora d'amore” e a te non piace il giallo. Prova a chiamarmi.
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Erba
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