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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

Cuor di Carogna

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Diario di una gravida

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« Bye Bye BabyRiportando tutto a casa »

"Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio: Italia, amore mio!"

Post n°628 pubblicato il 24 Febbraio 2010 da delilah79

Lui ritiene di dover partire, all’estero. Ha cercato lavoro, come un matto, meglio forse sarebbe dire come un disperato, con la disperazione di chi vuole realizzarsi senza dover scendere a patti con la propria dignità, per avere quello che gli spetterebbe dopo un iter di studio ed impegno profuso, oltre che tasse profumatamente pagate. Il posto, qui non c’è o, se c’è, è sempre per pochi, tendenzialmente non meritevoli. Per i meritevoli, non spinti si ricorre ad impieghi di terza categoria.
Io lavoro dodici ore al giorno senza pausa per uno stipendio misero e con la sola gloria di centinaia di compiti da correggere, crani da esaminare, fax da inviare, professori da accompagnare, pranzi da pagare e studenti che vengono a chiedere una spiegazione, un aiuto, o che dicono “mi rivolgo a lei perché in questo posto è l’unica persona della quale mi fido…”. Ma la sua fiducia, signorina, non mi affitta una casa e la mia passione non alimenta il mio stomaco e neanche i miei sogni che cominciano a dimagrire spaventosamente.
Lui ha trent’anni, anche io. Casualità, anche LUI.
Ho freddo. Ho timore. Ho paura del domani. Ho nausea del potere.
Vorrei un figlio, non ora, ma un giorno. Tra qualche anno. Vorrei una casa, piccola. Vorrei arredarla. Vorrei una vita mia. Vorrei non avere il fiato sul collo dei miei stessi timori… dei miei “e se…”? E se tra due anni il contratto non me lo rinnovano? E se dovrò ricominciare tutto di nuovo? Da dove? E se ora affittassi una casa, come farei ad arrivare a fine mese? E se mi trovassi un secondo lavoro? Ma come faccio a trovare un altro lavoro se già questo e con questo ritmo non basta mai? E se… andassi via dall’Italia… E…
Sono ripetiva, sono sfiduciata, sono stanca. Terribilmente stanca. Ed è una stanchezza che macera i tessuti, che corrode le ossa ed il peggio è che sono ossa giovani. E’ una sfiducia che baratta aspirazioni contro insicurezza. Che Paese è questo? Che spende soldi a puttane mentre vende i suoi figli, che mette a tacere la coscienza (critica) con un televoto di sanremo, che rivolta la Storia con un Principe al podio ed un nano al governo?
Quando si arriva al fondo? Come si risale?
Non voglio essere retorica, meno che mai patetica.
Ho fame. Lascio il libro. Metto a scaldare l'olio. Buco i pomodori con la forchetta, li butto nell’olio caldo. Preparo l’acqua per la pasta. Stappo un Salice Salentino. Me ne verso un po’ nel bicchiere. Metto il coperchio sulla padella. Intanto butto la pasta, fusilli. Continuo la cottura dei pomodorini, aggiungo il peperoncino. Scolo la pasta e unisco il tutto, saltandolo un po’ al fuoco. Parmigiano.
Stanotte ripeto un po’ di programma, domani esami. Solita strada, solita curva, solito collo piegato, infondo, me lo ha detto anche La Capo: "Chi più ci tiene se la prende sempre in culo, è sempre così!".
Mi chiedo se c’è ancora posto per la speranza, speranza che se ne possa uscire.

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
France il 25/02/10 alle 12:45 via WEB
Buongiorno.
Deli, non prendertela a male se ti dico ciò che mi passa per la testa: c'è chi sta peggio di te, la tua vita non è poi così malaccio. Hai trent'anni (la vita biologica e lavorativa si è allungata), uno stipendio all'università (pensi che se la passi meglio un dipendente di un'azienda privata o un metalmeccanico?), mi sembra di capire che sei in salute, vivi l'amore, studi ancora e sempre, nessuna porta chiusa a chiavistello. Di cosa ti lamenti? Te l'hanno mai messa una bomba sotto casa, Deli? Perché dalle mie parti anche questo succede. Ti scocci di dare spiegazioni agli studenti? E' un po' presto per darti delle arie, non trovi? Avrai tempo di diventare un prof stronza con la puzza sotto il naso intenta a sperperare i soldi dei contribuenti in cazzaprogetti da dipartimento pubblico. Vuoi una casa da arredare? Fino a qualche anno fa ci si faceva il culo per quarant'anni, e tutto per 80mq di mura grigie da lasciare ai propri figli. Sei capace di uno sguardo sereno, di analisi distaccata sulla società e sui tempi? La nostra generazione vuole tutto e subito.
No, non sono un vecchio babbione appassioato di filippiche del piffero, non intendo spiegare agli altri il mondo e dire come si campa. Sono incapace di dare consigli e sono una discreta testa di cazzo. Sono bravo a fare debiti (ma li pago, anche), mi piace il dettaglio, il superfluo, la finitura: campione di sperpero. Ma ne sono cosciente e non mi lamento mai troppo. Nessuno ci impone di avere l'automobile nuova, la motocicletta nuova, l'abito firmato, il cellulare all'ultimo grido e quintali di inutile tecnologia. Viaggi e weekend, centri benessere, sfizi che due generazioni fa si toglievano forse una sola volta nella vita. Come dici? I tempi sono cambiati? Te lo concedo. Ma allora vediamo di non piangere, eh! Ci saranno pure pro e contro in questa strana epoca.
E va bene che la ricerca in Italia ha qualche problema, ma non venitemi a fare la lagna dai dipartimenti delle università: il 90% della ricerca che producete e un lavoretto di taglio e cucito, copia-incolla, spazzatura per prendere soldi e giustificare qualcosa: roba da studentelli. Le menti forse ci sono, ma qui da noi bivaccano.
Non ci tengo proprio a fare l'antipatico, ma dico quello che penso: lì fuori c'è un mondo vero dove non ti puoi fermare nemmeno per lamentarti. Il fatto è che nel passaggio da studente ad assistente/ricercatore si pensa di avere il diritto di "fare come quelli": forse a qualcuno brucia il sedere a pensare a quanto poco combinano i senatori, alle lezioni che non fanno, le spiegazioni che non danno, i lavori fatti invero da altri, i viaggi scroccati, le consulenze inventate da comuni e regioni.. me ne rendo conto. Sarebbe più onesto dire: "Ne ho le palle piene di fare più o meno il mio dovere: voglio saltare la barricata, andare dall'altra parte.. bisogna adeguarsi". E poi quell'osservazione sul posto, per quanto veritiera, spiega anche quale sia il credo sottostante. No, non voglio litigare (e perché, poi?). Ma i concorsi all'università, tesoro, sono truccati, anche i vostri: il compitino ve lo danno prima, basta entrare nelle grazie del prof di turno, quello che ha il diritto di sistemare qualcuno nell'ultima infornata di posti precari. E poi, se siete bravi, verrà il turno vostro nell'infornata di posti fissi. Da giovane vecchio democratico liberale laico non pappone, se permetti, dico che al limite dovrei lamentarmi io.
P.S. La seconda persona nel commento è funzionale alla comunicazione: non v'è alcun riferimento al tuo caso, che non conosco e comunque non giudicherei.
 
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