S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Ormai il mio tempo a Bari sta per scadere, ho impegni che mi richiamano a casa: ho deciso parto, malvolentieri ma parto.
Sarei dovuto andar via subito dopo la presentazione del libro a Polignano ma c’è qualcosa che mi trattiene: sarà la stanchezza, sarà che ho troppo sonno (la gavetta di queste settimane è stata durissima), così opto per un’ultima notte.
Un’altra ancora, l’ultima, e poi via per sempre!
La mattina seguente alle 05.00 (tanto per non perdere il vizio) carico i miei quattro stracci e saluto le belve. Addirittura mi commuovo per quegli stessi cagnacci che settimane prima hanno cercato di farmi fuori: ma sì, dai, alla fine abbiamo fatto amicizia, si sa che tra bestie ci si riconosce.
Sara sulla porta mi saluta con l’aria afflitta della Maddalena Pentita.
Vabbè finalmente si torna al Nord… Che tristezza però…
Bari mi piaci, alla faccia di Bossi e Borghezio!
Imbocco l’autostrada e subito sono vittima di un caldo torrido, ripenso con nostalgia a tutto quello che ho passato in questo mese e sorrido, ma pensa un po’…
Ripenso a Sara quando mi squadrava con disgusto e mi impartiva gli ordini in Facoltà: “spegni il cellulare, non parlare, non fiatare, respira con decoro e non uscire dall’aula più di una volta… NON FARMI FARE BRUTTA FIGURA!”
Che cara quando fa così!
Ripenso a quando l’ho implorata di riportarmi a casa dopo 6 ore ininterrotte di volantinaggio adducendo una borsite acuta da sforzo e lei mi ha risposto, soave come solo lei sa essere: E allora? Che c’entra? Se è per questo io ho l’ulcera e l’herpes.
Che bei ricordi.
Ricordo quando Lei mi ha sequestrato l’ultimo rotolo di carta igienica apostrofandomi con dolcezza: Così impari ad usarla anche per soffiarti il naso.
Non pensavo casa_1971 mi sarebbe mancata tanto.
Il viaggio continua ma io grondo sudore: nemmeno il climatizzatore riesce a darmi refrigerio. Dopo parecchie ore sono a casa: il tempo di una doccia, una spesa veloce e poi via, mi butto a letto e mi addormento pensando a Sara, ai cani, alle sue seghe mentali, i suoi casini… mi mancano davvero… i cani intendo, Sara e le sue seghe mentali un po’ meno ma dai, ormai è andata anche questa.
Coraggio, sono a casa.
Che pace, che tranquillità, ho tutta la notte davanti a me per dorm... ronf ronf ronf…
Ma, ecco (ECCO) che alle ore 03.33, proprio quando ronfo beatamente…
BIP BIP BIP… il cellulare inizia a squillare, imperioso.
Mi alzo nel panico, accendo la luce…
Sul display compaiono 18 (diciotto) nuovi messaggi, tutti in fila uno dietro l’altro in una sequenza maniacale.
Oddio, ma chi sarà a quest’ora…
Domanda inutile e chi volete che sia…
Vi riporto solo il primo sms della lunga serie: Chiamami, non riesco a dormire. Ti avevo detto sarebbe stato meglio fossi partito di notte, almeno non ti avrei svegliato.
E certo, effettivamente me lo aveva detto.
MALEDETTA A LEI E PURE A ME.
Ma perché tutte a me? Perché perché perché?
NB: A Polignano ho visto i figli di Erba: sono bellissimi e anche simpatici. Secondo me è impossibile li abbia fatti lei, li avrà comprati!
Erba
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