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Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Come ci insegnano simpatici figuri dietro le sbarre, tornare sul luogo del delitto non è mai una buona idea ed invece Anonimo c’è ricascato, così rieccolo in terra murgese armato di buone intenzioni.
L’occasione stavolta è uno spettacolo teatrale. Ufficialmente, perché poi la verità è un’altra, e cioè che lui è una vittima con tendenza alla ciclicità, io una aguzzina gravata da uno scompenso isterico.
Ma andiamo con calma.
L’ospite (ah ah, divertente) arriva venerdì mattina e, dopo una intera nottata trascorsa alla guida, viene subito impegnato nel disbrigo di alcune piccole formalità burocratiche.
Affinché svolga adeguatamente il suo compito di fucktotum gli viene fornita una precisa lista di incombenze in cui le voci maggiori riguardano l’evitare il pignoramento di casa_1971 a causa di contratti non estinti, il rifornire la cambusa ed infine il caricare pezzi di auto incidentata (da Sara) per trasportarli un po’ ovunque per Bari e provincia.
Concedendosi il gusto dell’inciviltà Sara decide di impiegare l’amico anche per turpi lavori quali lo spurgo dello scarico della doccia e lo smaltimento di rifiuti biologici canini molto simili ad accattivanti ricottine fresche (se avete dei cani non date loro il latte in odore di scadenza, a meno che non abbiate una capiente fossa biologica nelle vicinanze).
Il tutto mentre lei stessa, vestita di un orripilante kimono da diva del muto, trascorre interminabili ore in conversazioni telefoniche con i suoi spasimanti in un mistico aroma di zampirone collettivo (ma di questo parleremo nella seconda parte del post, sempre che io nel frattempo non sia stata giustamente legnata a dovere).
Ma a questo Anonimo, come sapete, è già stato addestrato con un precedente corso di sopravvivenza masochista, perciò sabato ci si prepara per lo spettacolo e si esce.
Sara erotica quanto la mamma dei Cugini di Campagna, Anonimo con la vivacità di Kunta Kinte.
Dello spettacolo nulla da dire se non: bellissimo!!
Una rivisitazione di Aristofane (della sua veemenza politica soprattutto) di estrema attualità, una sorta di cabaret truce per ricordarci il panem et circenses di cui siamo complici. Un avanspettacolo irriverente ma godibile che diventa spaccato di un paese (il nostro) che continua ad alimentare colpevolmente il proprio vaniloquio.
… Peccato che ad un certo punto la serata sia stata interrotta da una impellente necessità fisiologica di Sara…
E lì Anonimo mi ha regalato uno di quegli sguardi che si donano ai mentecatti e mi ha chiesto, misericordioso: è proprio necessario?
Sì – ho risposto con un filo di voce piagnucolante.
Dopodiché ci siamo alzati (scomodando appena una ventina di spettatori) e qui entriamo nella parte che non io non avrei dovuto scrivere e voi non dovreste leggere.
Una domanda sola: voi l’avete mai fatto in strada, sul marciapiede, dietro un cassonetto mentre un amico di spalle vi tiene provvidenzialmente aperto un giubbotto jeans per coprire le nudità? Beh, io sì.*
La conclusione della serata però è stata ancora più elettrizzante.
Premessa: di categorie di uomini da evitare ce n'è a bizzeffe e Sara ha la capacità di raccattarle tutte, ma vabbè, questo già si sapeva.
La novità è che essendo la granitica coerenza che mi contraddistingue il mio più grande pregio (sich) ultimamente ho dato inizio alla mia carriera di fidanzata part time e vivo come una che vorrebbe tanto avere diciannove anni (e in effetti).
Il risultato è che la mia vita attualmente è rallegrata da tre elfi malvagi (uno psicotico con una spiccata ansia da abbandono, un nevrotico masochista ed un tritapalle deciso a redimermi) che si contendono la posta in palio.
Nonostante io, per correttezza, mi sia mostrata loro in ogni versione di abbrutimento e degrado a mia disposizione (sono realista sulla potenza del mio potere seduttivo, d’altronde un uomo sottomano già ce l'ho, anzi due, forse pure tre: mica devo andare in giro cercando di sembrare pure fica, sai che faticaccia) gli impavidi non demordono.
E così Anonimo, l’innocente, dopo giorni trascorsi all’insegna della schiavitù, è stato anche platealmente e maldestramente minacciato prima da uno e poi dall’altro dei novelli Romeo in attesa sotto il millenovecentosettantunesimo verone.
Con gli stessi effetti del morso del ragno radioattivo su Peter Parker.
Nel senso che la sua reazione è stata leggermente stizzita (vorrei vi fosse chiaro che io non sono un il telefono amico che puoi chiamare a tutte le ore della notte e nemmeno il 118) e la sua buonanotte particolarmente calorosa (adesso basta, mi avete rotto il cazzo tutti quanti).
Dopo tutto questo mi è venuto naturale andare davanti allo specchio e chiedermi: ma che razza di gente frequenti?
Però no, in fondo in fondo sono sicura che tutti e tre siano uomini affidabili e di grande nobiltà d’animo.
Se per caso mi fossi sbagliata lo saprete in uno dei prossimi post.
Del mio legale.
*A scanso di equivoci non parliamo di atti impuri, purtroppo.
Erba
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