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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

Cuor di Carogna

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Diario di una gravida

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Mentre la mia bella dorme

Post n°295 pubblicato il 14 Maggio 2008 da sara_1971

Capita, ebbene capita, che l’oggetto della mia veglia notturna tra fascicoli e cartacce, in un mare di inchiostro nero di tremenda importanza, diventi un pensiero fisso prima che il molesto ronzio della sveglia sbadigliante venga a disturbare il mio idillio. Lavorare di notte ha più di un pregio: te ne stai sola avendo per compagnia le fantasie più tristi, intrattenendo pensieri che avrebbero invece dovuto morire con coloro ai quali incessantemente si rivolgono.
Quando la foga del mio affetto sopravanza la prudente ragione, sciogliendo i dubbi ed i timori che affliggono i nostri fragili corpi così poco esposti nell’etere in cui ci troviamo a navigare, ripenso a questo ultimo anno trascorso tra le linee grigie messaggere del nuovo giorno: a volte è necessario distruggere una persona completamente per costruirne una nuova, e sacrificare le vele o le scialuppe per prendere la corrente senza perdere il carico.
E’ stato un anno intenso, speso a cercare di mantenersi a galla tra pensieri dolenti giunti al culmine, zeppi di colpe shakespeariane e insolvibili che si sono scoperte destinate a girare in tondo.
E’ stato un anno, un altro. Punto.
Adesso, mentre la mia bella dorme e sogna il tempo sprecato o l’illusione perduta, un’altra me raccoglie giovani ambizioni fatte cadere in troppe notti, spaventose come questa, trascorse a sfidare l’aria umida e impura del passato con spirito saldo e ferma dignità.
Non ci sono mura in pietra, né sbarre in bronzo o catene di ferro che possano essere infrante per dare un’opportunità a quella che ero di tornare in mezzo a noi, non c’è ago capace di ricucire lo strappo tra volontà e destino.
Quando la guardo dormire inconsapevole su un lato del giaciglio, insieme alle promesse che mai avrei voluto sapere disattese, chiamo il cielo a testimone di quella cosa oscura che ancora fa luminosa la vita.
Altri sospiri muteranno l’ordine di questa clamorosa notte sorpresa da un minuzioso rumore di speranza: giuro sui preti, sui codardi e sui prudenti, giuro sulle deboli carogne e sulle anime sofferenti che se anche avessi l’eloquenza capace di agitare il sangue o la spada che posta nella ferita spinga alla rivolta, non le farei il torto di svegliarla con remoti pensieri di pace e riverenza.

 
Rispondi al commento:
jodo77
jodo77 il 15/05/08 alle 01:29 via WEB
Buonanotte, come a tutti, nei giorni immediatamente precedenti ad un viaggio mi prende la frenesia della partenza, un’attesa ansiosa di andare via e lasciarsi tutto alle spalle, seppure solo per una settimana. Ma chiudere la porta alle noie di tutti i giorni non mi basta, cerco sempre comunque di risolvere, anzi dissolvere, i sospesi. Per non dovermi ritrovare al ritorno, a dover pensare al futuro con ancora le mani impegnate dal passato. E così queste ultime giornate sono state piuttosto frenetiche. Le cose (queste benedette “cose”!), hanno subito, nella mia vita, un’improvvisa accelerazione. Tutto ha cominciato a muoversi molto molto velocemente mano a mano che si avvicinava il giorno della partenza. Questa sensazione, giustificata magari solo nel lavoro, è amplificata nelle questioni di quella che si usa chiamare “la vita di tutti i giorni”, da questa mia attitudine a tirare i remi in barca in prossimità di una riva chiamata viaggio. Tutto questo è esclusivamente simbolico, e ha validità in questo senso solo all’interno della mia testa formattata – male! - secondo un modello fatto di percorsi, più o meno brevi, che abbiano però la caratteristica di mostrare un inizio ed una fine ben definiti. È un limite, lo so. Ci stiamo lavorando. Questa premessa, apparentemente campata in aria, è per provare a spiegarvi quanto abbia gradito i vostri ultimi due post. Per un motivo e per un altro, mi avete regalato, in un periodo di corse sfrenate e acque alla gola, l’occasione di abbassare i giri, rallentare i battiti, concedere un sorriso ad una malinconia dolce, resa mansueta dal sapersi già con la valigia in mano, già pronto a non concedere tempo, se non proprio al dolore, nemmeno al rammarico. In quanto alle vite nuove, cara Sara, che dire? Personalmente mi piacerebbe che ne cominciasse una tutti i giorni, pulita e integra dai sensi di colpa. Ma nel mio caso, data la mia inettitudine, fingere di essere una persona nuova mi porta solo a commettere gli stessi errori di quella vecchia. Non posso permettermi di rinnegare il passato, di parcheggiarlo nella stanza dei sospesi, perché i conti col passato non li ho ancora chiusi, e non credo li chiuderò mai, almeno se con questo si intende sconfiggerlo. Una soluzione drastica non è raggiungibile, mi accontenterei davvero di un compromesso storico, di sederci a tavola e berci una bottiglia di quello buono, magari io solo un paio di bicchieri, lasciando il resto a lui, che anche se non aveva il fisico, non se n’è mai fatto un problema. E insomma, ognuno ha i suoi motivi per guardare al passato con nostalgia e rimpianto, per ricordare giorni ricchi di speranze, scoprendosi invece oggi sempre un po’ più amari, sentendoci così acciaio nostro malgrado. Per questi motivi ci tenevo a ringraziarvi per averci dato (a me e a chiunque bazzichi da queste parti), ancora una volta l’occasione di scendere dall’auto, e di venire a sederci vicino a quella parte di noi così attenta e silenziosa che qualcuno continua a chiamare Anima. Grazie S_care. A presto, Claudio
 
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