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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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A Sasso Marconi incontrammo una ragazza
Post n°513 pubblicato il 17 Maggio 2009 da sara_1971
Cari Capitani Coraggiosi che governate con mano estrosa il timone del vostro mouse (e magari foste altrettanto estrosi nel governare altro), se avete intenzione di leggere questo post sappiate che vi toccherà mettervi comodi. L’ultima pugnetta vede Sara alle prese con una missione governativa organizzata dal Dipartimento presso cui la Vostra svolge la sua meritoria opera fancazzista. Sara non è esattamente il tipo di donna dal sonno leggero che si sveglia all'alba ascoltando Paolo Fox, perciò per iniziare al meglio l’ennesima avventura sfiganda decide di dimenticarsi il cellulare - con tanto di sveglia opportunamente posizionata – in auto, ed è perciò costretta a dirigersi trafelata in direzione Palese Macchie, ancora avvolta in un aroma di orecchiette con cime di rape e truccata al pari di un ecomostro. Destinazione Bologna, Palazzo dei Congressi. Per l’occasione la Vostra abbina la cordialità dello squalo tigre allo charme della zitella, fiera di mostrare al mondo 10 magnifici unghielli laccati rosso escort. La tratta aerea viene allietata dalla inaspettata presenza de Le Iene a bordo che per vivacizzare il decollo e l’atterraggio pensano bene di appropriarsi del microfono dello Stewart al fine di esibirsi in un simpatico motteggio beneaugurante (le iene portano bene) che riesce a rincuorare persino Sara, notoriamente ancor più aereofobica di Dylan Dog. Ad un occhio esperto tali prodomi sarebbero sufficienti per capire che il viaggio di lavoro caldeggiato con enfasi dal Direttore di Dipartimento si sta ineluttabilmente trasformando in una gita scolastica. Con il giusto e doveroso ritardo Saruccia giunge finalmente a destinazione e partecipa al seminario esibendo la stessa verve della poltrona di uno psicologo (quando avevo velleità da studiosa adoravo gli aggiornamenti oneday ma evidentemente i miei erano capricci, più che serie intenzioni). Dopo le foto, tutti nella classica posa nontiscordardimè, Sara e due dei colleghi con cui la stessa ha socializzato durante il buffet aiutandoli a liberarsi degli avanzi deposti nei loro piatti, si rendono conto di non nutrire un interesse troppo forte per i temi che verranno affrontati nel pomeriggio. E nello stesso preciso istante la Vostra adorata si ricorda di aver adocchiato su ebay una interessante auto in vendita… udite udite… ad appena 140 km da Bologna. Una bazzecola di distanza, quindi. Perciò, considerato il principio di Fight Club per cui le cose che vorrei possedere mi possiedono (almeno finché non riesco ad ottenerle), perché mai lasciarsi sfuggire una così proficua occasione di cazzeggio? [Apriamo una parentesi. Per una serie di fortunose coincidenze (la regina Madre pretende che io le restituisca la sua auto dopo aver percorso appena 100.000 km in un paio di anni… inaudito!) mi trovo costretta ad acquistare una nuova Saramobile che vanti la capienza di un pullman e la economicità di una cinquecento. Converrete con me che non è una scelta facile. Per fortuna posso contare sui garbati consigli dei miei coinquilini: Jay ha proposto una ambulanza, probabilmente in virtù della assoluta mancanza di antifurti su quelle già operanti, Geghe un carro funebre adocchiato in una discarica a Trani. Chiudete la parentesi e traete le doverose conclusioni sui due alienati che mi ritrovo in casa ormai da tempo]. I reprobi decidono quindi di recarsi a Sud di Firenze e, forti della presenza al volante del naturale erede del compianto Gilles Villeneuve, si inerpicano sull’Appennino in una sorta di rally casereccio, entusiasmante quanto una lavanda gastrica. Quando per caso tre individui, fino a quel momento perfetti sconosciuti, si ritrovano chiusi in auto per ore, possono riuscire a comunicare autenticamente e a rapportarsi con estrema sincerità sulle svariate tematiche assai frequenti tra i single di ritorno. Il Collega 1 discetta con sapienza delle tecniche di corteggiamento affinate dopo essere stato scaricato dalla sua ex (oddio, belle per carità, però così in genere si rimorchiano solo delle luride, ma come si suol dire tutto fa brodo); il Collega 2 invece asserisce di aver scelto un approccio diverso al problema preferendo continuare la ricerca del decimale che completi l’uno, Sara, dulcis in fundo, se ne viene fuori con la storia del Principe Azzurro®* e con la speranza di trovare o meno una casa quando tornerà (se tornerà, visto il pilota). Il quadretto come vedete si commenta da solo e rende bene l’idea di come a volte i legami creati dalla malattia, o dal dolore, o dal lutto si affianchino, e in qualche caso si sostituiscano, a quelli della vita di tutti i giorni. Che detto in una forma meno poetica significa: non si cucca e non si fornica, piuttosto ci si confida, complice un Vermentino raccattato in Autogrill (Perché in fondo siamo fatti per stare in branco, soprattutto quando tendiamo ad andare in bianco). Naturalmente l’inverecondo comportamento alcolico di Sara fa in modo che i postumi della giornata siano classificabili secondo rigidi criteri scientifici. Di norma si distinguono quattro gradi: poco, molto, sto male, chiamate un’ambulanza, sto morendo. Inutile precisare a quale gradino di questa particolarissima Scala Mercalli sia giusto inserire la nottata successiva all’evento, di cui restano ancora inequivocabili prove sulla moquette dell’albergo. Risulta perciò quantomeno incerta la datazione, la certificazione e l’identificazione del viaggio di ritorno che vede Sara impressa come un fossile sul sedile e con la testa (munita di rivolo alcolico) riversa sullo sbigottito vicino di posto (Che poi a dirla tutta fa schifo anche a pensarlo - pensato? Bravi). La morale naturalmente la sapete già. Hai problemi a creare una relazione sentimentale stabile? La soluzione è lì, a portata di mano. Basterà trascorrere una ventina di ore con Sara e giungerai alle stesse conclusioni a cui sono probabilmente giunti i miei adorati complici. E cioè che vista la fuffa che c’è in giro a questo punto forse è meglio tornare a darla all’ex.
*A questo riguardo mi sembra doveroso riportare il dialogo intercorso tra un Vogliosara leggermente risentito e la Vostra sull’uscio di casa mentre pochi metri più avanti infuriava una epocale battaglia tra cani: Vogliosara (incazzato assaissimo): Dove sei stata? Puzzi di alcool, non ci credo che eri ad un congresso. Sara: E’ l’odore della scarpetta da donare al Principe Azzurro®. Vogliosara: Ma quale principe azzurro, sei peggio di un burzone (altra voce usata per indicare l’ernia scrotale). Fa pure ironia con la scarpetta, ‘sta stronza.
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Erba
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