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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

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Io, Lei e l'Expo

Post n°646 pubblicato il 12 Aprile 2010 da sara_1971

Premessa: Non so perché ma ho come l’impressione che le presentazioni di Carofiglio (un nome a caso) si svolgano in maniera leggermente diversa.

 

Lo Stand:

L’inizio dell’Expo è fissato per giovedì 8 aprile. Sara, in anticipo come una gravidanza indesiderata, si presenta allo stand della Libreria che ha gentilmente acconsentito ad ospitare La Creatura provvista di un Kit da concerto estivo: barrette da astronauta, un cambio di abito, succhi di frutta ed una scatola nera (parente stretta di quella aerea) zeppa di yogurt e banane da cui emergono qua e là dei furono croccantini.

La vena puttanina pulsa attivamente (preferisco non sapere quanti parcheggiatori abbiano concepito un figlio in mio onore durante l’Expo) perciò solo l’ultimo giorno Sara deciderà di presentarsi in abiti morigerati – si fa per dire – in occasione della presentazione.

Il primo compito della scrivente è – naturalmente - adeguato al suo ruolo da Scrittrice: da un furgoncino usato per trasportare cemento in sacchi vengono scaricati la pochezza di 370 libri da posizionare in bella mostra sui ripiani. Sara sperimenta così l’inebriante sensazione di camminare per chilometri su una verruca, con tanto di piaga infetta, dall’alto di un tacco 12. Attraverso un'accuratissima parafrasi esperita direttamente dai classici del dolce stilnovo (Signorì, put sci tu dannanz a piggh a qudd figg d’imbrattat) alla suddetta viene chiesto di aspettare il corriere all’ingresso principale per un tempo prossimo a quello della Creazione dell’Universo, rimediando così un'insolazione pari al settantatreesimo grado della scala Bilboa.

Mentre Sara è in bagno (e dove altrimenti, visto il mezzo chilo di prugne ingurgitato nella mattinata) viene venduta la prima copia: una signora, ignara della sua fortuna, diventa così la prima lettrice di Smetto Domani. Il libro viene acquistato grazie alla gradevole tonalità pastello della copertina: per i successivi 3 giorni Sara sarà ossessionata dal timore che l’acquirente, scoprendosi gabbata, riporti il libro chiedendo i soldi indietro.

L’invasione di una decina di scolaresche spezza l’onda lunga delle vendite: con grande rispetto (tutto italiano) dei locali i giovani lettori in erba devastano il padiglione e Sara si scopre anfibia perciò capace di respirare attraverso la pelle. Con una fine operazione commerciale (in gergo si chiama Alla SperInDio) viene venduta la seconda copia: stavolta l’acquirente è uno psicotico che si aggira da ore nei dintorni dello stand. Perfetto. Ha comprato il libro, ha lo sguardo del pazzo e dimostra di saper parlare a malapena l’italiano: come diceva Agata Christie, tre coincidenze equivalgono ad una prova perciò non può che essere un frequentatore del blog.

 

P.s.

Dopo quattro giorni trascorsi nel Tempio del Troiaio Alimentare sono stata incoronata Regina Salutista dal proprietario baracchino dei popcorn e delle ciambelle fritte. Mica mi farebbe male riprendere a correre sullo stradone, mi sa. (Correre, ho detto correre, malpensanti che non siete altro).

 

La Presentazione:

Quella che in teoria sarebbe dovuta essere l’azzimata presentazione di un libro, nei fatti si dimostra essere una miccia capace di far saltare ciotoline di arachidi, nervi, amicizie, matrimoni e, naturalmente, le sovrastrutture che anni di studi, universitari e non, hanno inculcato. A seguire la cronaca.

17.30: Le due autrici vagano smarrite con l’aria di chi è appena scampato ad un disastro primordiale. Erba addobba nervosamente la sala, Sara si ritocca il poltergeist color tonaca di suora con cui si è truccata. La tensione delle due protagoniste sale alle stelle nel vedere la sala deserta fino a cinque minuti prima dell’inizio:

Sara: Vado a chiamare i due parcheggiatori che mi hanno fischiato stamattina, se prometto di dargliela magari occupiamo due sedie;

Erba: Smettila isterica, vedrai che solo con i nostri ex fidanzati riempiamo la sala; Frasi che, correttamente analizzate, farebbero la fortuna di qualche psicologo.

18.15: In netto ritardo, come si conviene alle migliori favole, Cenerentola si trasforma nella matrigna, il principe azzurro in un rospo e, inaspettatamente, si materializza una corte dei miracoli di aspiranti sostenitori. Lo show ha inizio.

18.20: Il presentatore non si è mai preso la briga di leggere il testo o, peggio, ha letto il testo e non c’ha capito una minchia perciò mostra una padronanza dell’argomento seconda solo a quella di Borghezio nel corso di un comizio sulla tolleranza: dalla sua introduzione traspare un entusiasmo di fronte al quale si sentirebbe più vecchio anche Peter Pan.  

18.30: Le due autrici non riescono a parlare compiutamente del libro e si danno al libero litigio parlandosi addosso l’un l’altra, sgomitando e adducendo argomentazioni che forse nemmeno Paris Hilton avrebbe osato. Le due, in pratica, sono lì per ricordare agli astanti che al mondo è giusto starci con una certa dignità altrimenti sarebbe preferibile restare virtuali (ma infatti).

Tra il pubblico c’è anche un innocente che, richiamato all’evento dall’altoparlante, rimane esterrefatto nel ritrovarsi davanti l’amica che lo aveva aggredito ad un matrimonio lo scorso settembre (ma ero in stato di ebbrezza e il giorno dopo, come i peggiori alcolisti, mi sono scusata).

Presente per mero caso anche la sorella di Erba (fino ad allora all’oscuro di tutto): non dimenticherò facilmente la sua espressione trasfigurata tipica di chi, facendo jogging sulla tangenziale di Bari, si ritrova invece a correre sul ponte di Brooklyn.

In compenso ho scoperto che i nostri ex compagni di liceo sono una task force pronta a tutte le evenienze, purché siano occasioni di mero cazzeggio: che dire, evidentemente quello che sei negli anni dell’adolescenza resterai per sempre.

Quando le due arrivano ad insultarsi dal pubblico salgono mormorii di perplessità. Il marito di Erba chiede se può smettere di filmare l’evento (giustamente si vergogna) e a quel punto un piccolo alterco ravviva l’atmosfera sul fronte coniugale.

19.00: La presentazione è terminata. Si è parlato, nell’ordine: del blog, del marito di Erba (molto apprezzato), di Delilah, della vita sociale delle due autrici, dei progetti futuri (una piccola perla di Erba: Non ce ne saranno, progetti futuri intendo, perché io questa qui spero di non rivederla mai più. E poi, rivolta garbatamente all’incredulo pubblico: E’ la prima ed ultima volta che vedete Erba e Sara, chiaro?). Il presentatore cerca di congedare gli astanti con un garbato “Purtroppo il tempo a nostra disposizione è terminato, adesso in questa sala seguiranno altri incontri…”, Erba, depliant alla mano, lo zittisce con un “Ma non è vero, che idiozia, piuttosto ammetti di volertene scappare”.

19.05: Al termine del litigio un’altra Erba (simpatica, lucida, urbana) firma dediche ornandole con cornicette sintomo di una infanzia non troppo lontana mentre Sara abbellisce le copie dei fan più giovani con simpatici disegni osceni (ho siglato con un  simbolo fallico anche le copie delle signore di una certa età che mi sembravano simpatiche, ma con tutt'altro intento: come augurio benaugurante, diciamo).

19.15: Per aiutare gli astanti a rimuovere l’incontro vengono offerti cioccolatini, dolci, spumante e Tequila. Il pomeriggio si conclude con quella burlona di Sara che tira un pezzo di torta in faccia ad Erba. La maggior parte dei presenti, temendone la reazione, scappa a nascondersi (non chiedetemi come mai io sia ancora qui, non me lo spiego nemmeno io). Rimane il rimpianto di non aver avuto il piacere di conoscere i frequentatori del blog che, benché presenti, hanno preferito mantenere l’anonimato. E lo so, lo so: siete schivi (‘Tacci Vostri, ma la prossima volta che mi chiedete di uscire…)

 

Il giorno dopo una raucedine al fulmicotone insegnerà alle due che alla fin fine le uniche cose davvero pericolose di una presentazione sono loro stesse e l'aria condizionata. A meno che questa simpatica polmonite non mi sia stata contagiata dal marito di Erba durante quella mezz’oretta in cui ci siamo piacevolmente appartati. Naturalmente.

 

Un particolare ringraziamento va a Delilah che ha pensato bene di venire a palesarsi (per la prima volta in due anni di blog), giusto per mettermi a mio agio smagliandomi le calze. Questo per dire che gli amici no, eh no, non si scelgono a caso.

 

Un particolare ringraziamento va anche al simpaticone che si è garbatamente fuffato una copia del libro. D’altronde è dal numero di mentecatti che ti infestano la vita che capisci il tuo peso nel blog-system.

 

P.S. E con questo epitaffio procediamo la marcia verso Genova. Spero che qualcuno di buon cuore si prenda la briga di allertare la protezione civile della Regione Liguria, nel frattempo.

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