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Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Un giorno da leoni
Post n°653 pubblicato il 04 Maggio 2010 da sara_1971
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante.
Al fine di sfatare le leggende metropolitane che ormai si rincorrono sul web (Erba è bruna, alta e simpatica, Sara è rossa e vanta un disturbo della comunicazione simile all’autismo) mi sento in dovere di condividere con voi, pregiati lettori di Scarogne, gli ultimi accadimenti.
Appena tornata dai (troppo brevi, ahimè) fasti genovesi Sara si ricicla nella cosiddetta normalità grazie ad uno stage di lavoro in quel di Brindisi. Arriva all’appuntamento con un ritardo di appena un paio di ore e, in virtù di una laniccia grigiastra aggrovigliata in batuffoli sugli indumenti e tra i capelli (il branco di casa_1971 è in muta), la maggior parte dei colleghi non la riconosce scambiandola per una profuga dell’Est. Spermicida accorre in suo aiuto con una spazzola, Sara ringrazia con un rigurgito di bestemmia che lascia attoniti gli astanti. Dopo circa 80 minuti di convegno grazie ad una telefonata di Blus (l’annuncio è pacato ma fermo: non v’è spazio di replica nemmeno per Erba) Sara apprende di doversi immediatamente recare ad Antenna Sud per un’intervista perciò decide di abbandonare il luogo di lavoro e tornare a Bari (scoprendo tra l’altro di consumare pochissimo: oltre trecento chilometri con un Martini e un paio di olive). Le due, ormai unite come Filemone e Bauci, gli indivisibili sposi del mito greco, dopo un paio di telefonate al tritolo per fissare l’appuntamento, si mettono in cammino in cauteloso silenzio con il bebè, ovvero la Creatura appena nata, sotto il braccio. Il varco tra questo mondo e l’altro è il parking di Piazza Giulio Cesare. Erba è vestita come La Ragazza del West (gonna e camperos), Sara esibisce allegri reperti della dodicenne che era (jeans e camicia nera - entrambi di un paio di taglie più piccoli - giacché tutto il resto del corredo giace paziente in attesa del lavaggio). Giunte alla sede dell’emittente Sara cerca una fontana per mondarsi dello scacazzo di cane pestato pocanzi, Erba si pettina specchiandosi nella vetrata. Sono entrambe talmente scapigliate e sfatte da non riuscire più nemmeno a litigare tra loro ma Bellezza moltiplicata per Cervello è uguale a una costante, si sa, perciò vanno avanti fiere come sempre. Appena entrate, dopo aver brillantemente superato lo scoglio dell’irsuto portiere, le due si ritrovano in un salottino rosso sangue che in quanto a kitch farebbe inorridire persino il compianto Michael Jackson (l’arredatrice di interni deve avere cattivi consiglieri oppure, come è probabile, non ne ha affatto). Ovviamente, non sto dicendo che l’allestimento sia di gusto discutibile (per carità, vi ricordo che hanno pur sempre avuto il coraggio di mandarci in onda), al massimo è volutamente ironico. Ci sarebbe tanto da dire sull’intervista delle due ma ancor di più sulla polpetta in bocca di Sara perciò lascio ad ognuno di Voi la possibilità di godersi in solitudine le petulanze delle due accidiose. Dopo aver strappato al conduttore la promessa di un ulteriore incontro le due si separano giurandosi l’un l’altra di non rivedersi prima di una settimana (il segreto di quella forma di amore così bestemmiata che è l’amicizia, in fondo, è la distanza). Sara torna a casa con l’aspetto di una vittima del Conte Dracula ma in fin dei conti contenta: nonostante sia perseguitata dal ricordo delle proprie origini patrizie è nelle difficoltà della decadenza che si ritrova il calore del focolare. E siccome la settimana è appena iniziata, e bisogna tenersi leggere, la cena è a base di Amarena sciroppata risalente ai primi anni settanta, consumata su una allegra tovaglietta fatta con le pagine della Gazzetta. Tempestivo, e soprattutto preannunciato da un odore di pelo bagnato tra le coltri, sopraggiunge il sonnecchio della morte. Ma la notte, si sa, è figlia femmina…
Alle ore 0.05 Sara viene incautamente svegliata dalla telefonata di una amica CONOSCIUTA TRAMITE IL BLOG (ma tu guarda) che minaccia il suicidio. Il movente non è (come sarebbe giusto fosse) il mutuo o la perdita del lavoro (se l’ho scritto è perché a Brindisi nello sguardo del Direttore di Dipartimento mi è sembrato di cogliere una velata premonizione) ma l’incapacità di rimanere gravida ad una età ritenuta venerabile (classe 75 – Lei - vi dico solo questo). Con una cadenza terapeutica intervallata da uno stato di premorte Sara cerca di consolare la disgraziata chiedendosi come sia possibile che, ad andarsi a cacciare in certe situazioni, sia sempre e solo lei.
Alle 02.00 Sara viene svegliata dall’Ipocondriaco in pieno attacco di panico. In minaccese (la lingua che Sara adopera per farsi intendere dai suoi coinquilini) cerca di ricondurlo alla ragione ma solo l’intervento farmacologico riesce a riportare l’ansioso nel proprio letto (grazie alle dosi consigliate dalla Vostra – appena triple rispetto a quello di prammatica – l’Ipocondriaco dormirà serafico per 72 ore filate). Alle 05.00, con l’edizione citofonica del mattino, si palesa invece il Rumeno, appena licenziato ed in fortunosa ricerca di un riparo sicuro per il mese prossimo venturo. Ed è stato lì, quando ho profanato un paio di friselle dopo aver aperto l’uscio al nuovo avventuriero, che ho compreso il piano, oliato in ogni dettaglio, del mio ineffabile destino.
Il grande vantaggio è che tutto questo lavorio da operatore sociale da quattro palanche erode ogni spazio della mia vita privata. E Dio solo sa quanto sia un bene per tutti che io non mi soffermi a pensare a quello sconquasso che è diventata la mia esistenza. Scusate, ma per caso qualcuno di voi ricorda come sia cominciata tutta questa storia del libro, del blog e di tutti gli altri stramaledetti mazzi connessi?
Postilla: Nel frattempo pare che si siano manifestate le prime inspiegabili guarigioni tra i lettori dell’Opera, ritenuta capace di rendere ancor più labile il confine di quella ormai ubertosa terra di nessuno tra normalità e follia. Approfittate! |
Erba
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