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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°406 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da sara_1971
Ebbene sì, li ho conosciuti entrambi: Raffaele, che all’epoca era già un dodicenne griffato, ma soprattutto Vanessa, spocchiosa figlia modello di un medico di una sperduta provincia del Sud. Entrambi cresciuti tra gli agi, i desideri soddisfatti prima ancora che fossero formulati, in un turbinio di beni di lusso. Il padre, Francesco, quella notorietà che aveva sempre ambito nella sua professione, l'ha conquistata oggi grazie alle sventure del figlio. E’ sempre stato un genitore esemplare Sollecito e anche adesso continua a tener fede alla sua immagine: studia le carte processuali, fa la spola tra Capanne, via della Pergola (a proposito, il soggiorno gratuito a Perugia del ricco paparino di Raffaele presso una caserma di carabinieri, in qualità di familiare di un componente dell’arma, lo abbiamo pagato noi), lo studio legale, il Tribunale e gli studi televisivi, battendosi sempre con forza per la difesa del figlioletto, riuscendo spesso ad ottenere migliori risultati di quelli perseguiti dagli avvocati lautamente pagati per assisterlo. Credo (anzi temo) che piaccia perché gli si legge negli occhi quel suo terrore di perdere, dopo la moglie, anche il figlio. Quel figlio cui ha dato tutto, e poi ancora tutto, e poi di nuovo tutto quello che poteva dare. Quel figlio fatto, si vede, di tutt'altra pasta, capace solo di farsi coinvolgere in un omicidio e che adesso, sinceramente, appare a tutti indifendibile. Eppure lui non demorde, tutt’altro, persevera nella sua linea difensiva, lucidando con perizia l’immagine di famiglia per bene che aveva costruito con sfarzo negli anni. Una facciata linda, da cartolina illustrata, dietro cui si annidava il delirio di onnipotenza della figlia, fiera di essere diventata tenente dell’Arma, ed ennesimo orgoglio del salotto di una Bari Bene che vantava una decennale amicizia con il buon vecchio Pinuccio Tatarella (pace all’anima sua e soprattutto all’anima di Benedetto Petrone, casomai l’aveste dimenticato). Una facciata linda attraverso cui il clan Sollecito ha tentato in ogni modo di sensibilizzare quanto più personalità politiche possibili cercando strenuamente di stendere una buona mano di vernice sulla natura criminale del cucciolo di casa (Tanto, si vantano in un sms i due, i soldi fanno andare l'acqua verso l'alto). Peccato che non sia stata forse sufficientemente apprezzata la sopraffina trovata di dare in pasto alla TV pugliese Telenorba il video del sopralluogo della polizia scientifica al fine di screditarne l’operato: pressoché tutti i componenti della famigliola speravano di esercitare pressioni, attraverso politici amici, sui giudici della Corte di Cassazione, perché accogliessero il ricorso dei loro avvocati e facessero trasferire da Perugia alcuni investigatori troppo zelanti che non piacevano al parentame. In base a queste prese di posizione il piano per “far trasferire poliziotti scomodi e chiedere l’intervento di politici di spicco in cambio di favori passati”, di cui ha ampiamente disquisito al cellulare quella stolta di Vanessa, i PM di Perugia hanno preferito chiamarlo violazione della privacy, diffamazione e pubblicazione arbitraria di atti giudiziari e immagini raccapriccianti (Pensate che sfiga! avessero approvato prima la legge sul divieto dell’uso delle intercettazioni, non avrebbero rischiato niente). Francesco Sollecito rappresenta un po’ il distinto padre italiano, disposto a tutto pur di giustificare l’efferato comportamento del figlio, carne della propria carne, sangue del proprio sangue: il destino l'ha fatto nascere tra gli agi e la vita non può riservargli avversità. Non può e non deve. Costi quel che costi. Non certo come quel miserabile Roger Guede, padre in bolletta del famigerato Rudy, l'unico a non arrampicarsi sugli specchi, l’unico a supplicare il figlio di dire la verità, solo la verità, nient’altro che la verità. E così Francesco Sollecito proprio non si rassegna alla sofferenza di Raffa, detenuto ormai da tempo. “Gioca a calcetto due volte alla settimana, fa esercizi e corre per mantenere il tono muscolare” (fantastico, perché non sky e l’idromassaggio?) ma più passa il tempo più non si capacita del perché lo tengano in carcere”. Forse è proprio siffatto il problema di questo studente modello, nonché annoiato figlio di papà… non capisce quello che ha fatto... si spera che, riconosciuto colpevole, con l’ergastolo abbia tutto il tempo di comprenderlo, chissà... |
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non ho ben capito cosa, ma sarebbe troppo .
Nel caso non fosse chiaro... ma che cazzo state a di'?
E' usanza universale pensare che il mondo sia una perversa giostra a gettoni.
Simona
(Lì. Dopo no.)
(Come ricorderai, non inserisco i commenti ad mentula canis, quindi il posizionamento della domanda non lascia ambiguità.)
Sai, mi ricordavo che non era il cammello a dover passare per la cruna dell'ago, ma non mi ricordavo cos'è che non doveva passare... mi veniva in mente il dromedario.
Non è che ho cambiato tipo di appetito ma ritengo il di lei consorte uomo saggio e pieno di fulgide virtù. -ipo-
Di una tragedia per una ragazza morta?
Di un padre che non vuol arrendersi all’idea che il figlio non potrà essere beatificato?
Dei Solleciti intrighi di palazzo, alla Richelieu, e non solo alla corte della Bari bene?
Possiamo parlare di tutto e di niente tanto la tragedia è già accaduta con l’aggravante che il tutto è stato inquinato e sapientemente shakerato dal quinto potere.
Con la TV tutto diventa uno spettacolo, una soap opera e tutti lì, in quel rettangolo di merda colorata, diventano attori, comparse, controfigure.
Tutto sarà visto, rivisto, periziato, controperiziato, controcontroriperiziato ecc, ecc. e, solo quando la TV si renderà conto che quell’uva è stata abbondantemente pigiata, deciderà il verdetto finale: Cogne, Parma, insegnano.
Fatti di cronaca nera, delitti efferati sono all’ordine del giorno e la notizia passa subito attraverso i canali dell’informazione…
Qui avviene la cernita e il quinto potere, recatosi all’oracolo del dio Auditel decide tra decine e decine di fatti di cronaca, solo alcuni che hanno suscitato e stuzzicato l’inorridir del popolo italico e non.
A questi delitti esso dedica tutte le sue energie perché è un dovere informare il cittadino ignorante (nel senso che ignora) della tecnica usata dal serial killer di turno per squartare la vittima sacrificale.
E… a proposito di vittima sacrificale ricordiamoci dell’oracolo del dio Auditel altrimenti la TV perde potere. –ipo-
Consiglio loro di visitare il mio profilo così si ricordano di ciò che mi spetta. -ipo-
Proprietario di un maxischermo 14'' e convinto assertore che la televisione non vada spenta ma buttata dalla finestra ho avuto un momento di panico nel leggere il post... mi sono aiutato con yahoo per trovare il bandolo... sono venute fuori parole come "Meredith" "Delitto" ecc., parole appena orecchiate fra uno zapping e l'altro. Ogni volta che la TV trasmette qualcosa in relazione ad un omicidio privo di interesse pubblico durante le rare volte che siedo davanti alla TV il mio pollice scatta automaticamente a cercare un altro canale. Tutto ciò risale agli albori di Cogne, quando presi coscienza che la televisione ogni volta che aveva fra le mani un delitto, tanto più se efferato, stimolava e sfamava il voujerismo del pubblico dandogli in pasto tonnellate e tonnellate di programmi spazzatura. Ancora oggi se sento la parola "Cogne" il mio pollice flette nevroticamente anche se non impugno un telecomando.
Giuro che l'unica cosa che so sull'argomento è che si parla di una certa Meredith, niente altro... sarò perverso, ma credo di non essermi perso nulla di interesante.
La giustificazione che ci dà Sara a sua discolpa e cioè che ha scritto questo post solo perché conosce la famiglia (di un imputato?) non basta ad ottenere il mio perdono!
In ogni caso sono ancora vivo...
Ah! Capisco l'arguzia. Tu non puoi sapere di essere matta.
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