S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°450 pubblicato il 10 Gennaio 2009 da sara_1971
Il formicaio madre che di giorno in giorno, dopo ogni rognosa cibata di frattaglie, si rigenera nella cucina di Sara_1971 non può che suggerire la solita morale: i profeti, si sa, altro non sono che barboni disadattati baciati dal successo. E anche Sara, signori miei, a tempo debito lo è stata. Breve excursus: Erba e Sara vengono ingaggiate da un sedicente direttore editoriale di un giornale e, in pieno trip egotico, sciaguratamente accettano. Sull’ingaggio aleggia una puzza di fregatura tale che basterebbe a far insospettire persino Cappuccetto Rosso, invece le due trotterellano allegramente nel bosco, ignare del loro destino, verso una nuova avventura burina. In men che non si dica si ritrovano così a gestire una rubrica di un settimanale ciociaro, ovvero si ritrovano a scrivere le stesse minchiat… garbate considerazioni che pubblicano sul blog in un contesto leggermente diverso: invece che nella Terra Promessa della Carta Stampata vengono catapultate in una landa assolata popolata da pecore e pastori. Si inaugura così la stagione delle civette notturne: orari da minatori scandiscono i risvegli delle due autrici, amorevolmente sollecitate dallo schiocco di frusta del Direttore, un simpatico mandriano di periferia. Oltre al nerbo di bue (arcaico: frusta, prima che pensiate a male) altro punto a suo favore, se così si può dire, è la professione creativa. Avete presente il giornalista nella più classica delle forme: sudato, scontroso, in ritardo, reduce di venti sigarette, cinque caffè, un panino con la lonza, un pacchetto di pavesini, tre ore di sonno e una generica sfiducia nel genere umano e nelle sue capacità di comprensione della lingua italiana? Ecco, perfetto. La telenovela va avanti (non si sa come, non si sa perché) per circa sei mesi - d’inferno per noi, per lui, per tutti, ed io posso dire c'ero! - durante i quali le due blogger si sentono sempre più simili all’osso scagliato dallo scimmione in “2001 Odissea nello spazio”. Sara ed Erba, con l’aria da scout premurose, si intestardiscono nel perseguire la civilizzazione dell’etnia (cresciuta a base di olio Rosciola e fagioli di Atina) con ogni mezzo, impreziosendo i loro scritti con leziosaggini sconosciute agli oriundi di Frosinone, ma proprio quando sono ad un passo dal raggiungere un gratificante risultato (l’invenzione della ruota, la stampa a caratteri mobili e via dicendo) vengono interrotte nel loro cammino di Padri Pellegrini da una pessima notizia: il settimanale (ahimè che dolore) chiude i battenti *. Erba torna ad accudire i figli, Sara recupera dal mucchio di cenci luridi la divisa da cameriera mentre il mandriano scompare silenziosamente dalla vita di entrambe. La storia riprende così il suo corso lì dove il ciociaro l’aveva interrotto fino ad una settimana fa, data in cui il sedicente Direttore torna a fare capolino nella nostra messaggeria. Insomma, gli piacerebbe tanto complicarci la vita ulteriormente, dato che gli è riuscito così bene una volta. Ma stavolta in maniera più complessa, se vogliamo dotare di tali presuntuosi attributi la semplice mente di un ciociaro. Intingo quindi la mia penna nel curaro per redigere l’editto di scomunica: il mandriano ha scritto un libro e lo ha persino pubblicato. Ho letto solo l’incipit: Accattatavill. Per due motivi. Innanzitutto perché è bellissimo. E poi per confermare il mio talento nel profetizzare sventure: ecco, persino il nostro beneamato Direttore è riuscito a pubblicare prima di noi. Sgrunt. *Ennesima conferma, direbbero le malelingue, del fatto che Sara porti sfiga. |
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Cioè? Sei stata profeta? Baciata dal successo?
Mi sembra di capire che il vostro rapporto con la Gazzetta del Ciociaro si è interrotto... se così non fosse credo che presto lo sarà...
È la storia vera dell'autore che, nella disperazione di una violenta crisi coniugale, decide di mettersi lo zaino in spalla e percorrere il Cammino di Santiago, ottocento chilometri a piedi, da Saint Jean Pied du Port, in Francia, a Santiago de Compostela, e poi fino a Finis Terrae, sull'oceano, per compiere il rito del rogo dei vestiti bruciati e del bagno purificatore. Sperava nel miracolo di salvare il suo matrimonio, ha ottenuto di ritrovare se stesso. E, forse, Dio.
P.S. Da tempo avevo notato che sul blog bazzicava un losco individuo dal nick oltresantiago... che Dio ci assista...
Sapevi benissimo, perché abbiamo affrontato il tema recentemente, cosa pernso dello spiritualismo orientaleggiante da parte di un occidentale... lo si compra al supermercato in tinta unita o a fantasia a seconda del gusto.
Ho pietà per le vittime di questi sogni dolci, evanescenti e appiccicaticci come zucchero filato. Nascono negli anni '60 come Hippy, crescono negli anni '70/'80 come Siddathiani e sfociano nella più ottuse delle religioni/filosofie, la New Age.
Se quella è la prefazione non riesco ad immaginare cosa sia il libro! Cosa vuol dire fare 800 km a piedi per bruciare i propri vestiti al fine di salvare un matrimonio?
ANALISI!!! Ma da uno bravo!
Pellegrinando in tali luoghi ho incontrato barboni e barboncini disadattati, certamente non baciati dal successo e che nessuno voleva baciare.
Son stato profeta (in patria) quando ti ho detto...accettiamo altrimenti quello cambia idea.
Tu, cara Sara, sei profetica solo con gli asterischi. -ipo-
Il mio spiritualismo si esaurisce nella scelta dei calzini da abbinarsi alle mutane (rigorosamente Boxer... se chiederai ti dirò perché boxer).
Tranquillo che l'idea di leggerlo non aveva sfiorato nemmeno l'ultimo dei più depressi dei miei neuroni, ma non perché non capirei (apiresti è toscano... e oramai i biografi di Panglos sanno che egli [mioddio mi arrapo quando parlo di me in terza persona] è napoletano), ma semplicemente perché IO capirei e TU non ci faresti una bella figura...
Amico mio, caro Abinavagupta, che tu vada a Santiago de Compostela a bruciare i tuoi fetidi vestiti o che tu vada in cima ad un monte a meditare sull'essenza della vita cosa cambia per me e per la formica dell'Amazzonia? NULLA. Che tu canti Hare Krishna o che tu canti Harvest (mioddio quanto l'ho ascoltata da quando ne ho parlato!!!) a me cosa mi cambia? [a me... mi]. Sempre invasati occidentali in cerca del Nirvana orientaleggiante siete!!! Sempre le seghe mentali vi fate!!!
Mi spieghi perché invece di farti 800 chilometri meditando sull'avverso destino e spogliarti (nudo?) sulle rive dell'oceano non ti sei fatto una bella scopata in un albergo 5 stelle su una spiaggia delle Maldive?
Il fatto che la ricerca di noi stessi debba sempre avvenire in maniera ammorbante, per una via irta di sofferenze, flagellandoci lungo il cammino avendo avuto cura di indossare il cilicio è un concetto OCCIDENTALE e CRISTIANO... via, via, via!!! Lontani da me voi commistenti il peggio dell'occidente con un maldigerito oriente!!!
Io amo dell'oriente il Kamasutra... ci insegna che il Nirvana lo si raggiunge anche attraverso una sana scopata!!!
Quel servizio a Bari è filato liscio come l'olio? -ipo-
Che la vita possa portare a perderci nessuno più di me lo sa (quanto me tanti, ma più di me nessuno); che quando ci si è persi si brancola cercando una via di uscita, una canalizzazione al nostro dolore è naturale. Quello che io contesto è la via preconfezionata, il partire per l'India alla ricerca di noi stessi perché l'India va di moda, salvo poi scappar via ed andare in settimana bianca sulle Dolomiti. Il consumismo del dolore.
Ci sono molte vie per ritrovarsi, io, con un fucile puntato nella schiena, ho scelto l'analisi, qualcuno sceglie la religione, qualcun altro si perde per sempre. Se il tema del libro fosse stato il partire sacco in spalla in giro per il Mondo e non per una meta alla moda l'avrei sentito più mio.
Hesse è uno dei miei scrittori preferiti eppure non amo il suo long seller Siddharta... non ridere... dopo averlo letto una prima volta l'ho letto altre tre volte per capire perché mi aveva deluso: didattico... bambini vi spiego il Nirvana
Il mio libro preferito è Narciso e Boccadoro; qui si trattano glistessi temi trattati in Siddharta, ma è molto più vero; il cercarsi in giro per il Mondo e non percorrendo una via tracciata da altri, lo spiritualismo marcato Valtour.
"FAMOLO". (punto) -ipo-
Ivi, vorrei fare il viandante che trova la giusta collocazione...
Per una magica vittoria dell'Inter che, in finale di Champion, batte il Real Madrid 2 a 0. -ipo-
Il ristorante è sul baratro del fallimento e/o chiusura...
Saretta cara non ti azzardare a venire a trovarmi in Uff. saresti capace di affossare il governo e farmi licenziare.-ipo-
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"Sara stamane non hai detto che DOVEVI parlarmi?" .
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.......addio compagni d'avventura...-ipo-
E' dal tempo degli Assiro-Babilonesi che non ricevo tal dichiarazione di affetto. -IPO-