S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°514 pubblicato il 19 Maggio 2009 da sara_1971
Il fatto che abbiano pubblicato un libro, nell’ordine: Valeria Marini, Mara Carfagna e, udite udite, Antonio Cassano la dice lunga e di per sé dovrebbe bastare a scoraggiare qualsiasi velleità scrittoria. Ma a volte non basta. Essere considerati, anzi scusate considerarsi, scrittori implica infauste tendenze tra cui quella di aprire un blog, cosa che di norma porta ad uno stadio di alienazione ancora peggiore che si può evidenziare con alcuni leggiadri esempi: Il rinfanciullire ad ogni pubblicazione di proprio racconto, trafiletto o nei casi più gravi addirittura post; La devozione nell’andar dietro qualsivoglia pernicioso risentimento personale da ufficializzare al più presto sul web pur di aggiungere l’ennesima piuma, la più bella, al proprio copricapo; Il tenersi ben saldo alle proprie convinzioni senza deflettere mostrando in un colpo solo tutta la propria brillante e rutilante cialtroneria; Trascorrere gagliarde ore a mettere in ordine il calendario del blog (cosa che potrebbe far impallidire i migliori burocrati della Russia di Brezhnev) etc etc… in un crescendo narcisista e delirante. Solitamente il blogger maschio è un misantropo introverso paranoide che davanti ad una donna fa fatica a dire come si chiama; la femmina invece si è resa conto qualche sera prima, mentre indulgeva un po' troppo col J&B, che la sua vita fa schifo e fa proprio schifo forte, e non riuscendo a dimenticarla dietro i mobili zoppicanti e le mura chiazzate della casa, decide di sfangare la sua esistenza arrangiando qualche decadente post d’accatto in rete. Se a questo si aggiunge la ferale convinzione di saper scrivere l’apertura di un blog è una tappa ineludibile del proprio cammino da frustrata. Unico aspetto positivo è l’avere un posto in cui sia sempre possibile incontrare qualcuno che sia conciato peggio di se stesso/a (e la cosa, detto tra noi, di per sé può ampiamente bastare a giustificare la nefasta decisione). Ciò premesso se vorrete poi passare da una sfiga semplice ad una più complessa, il passo successivo sarà quello di scrivere un libro. L’obbiettivo di per sé non è impossibile nel caso siate animati da una fervente passione, quello che è invece altamente improbabile è la pubblicazione del tomo, paragonabile solo all’imbottigliamento delle onde di Acapulco, all’incenerimento del Cristo di Rio o, volendo, persino all’assunzione di tutti i disoccupati iscritti nelle liste di collocamento (a meno che non siate Berlusconi, ma questa è un’altra storia). Ora, io non so come Verlaine e Rimbaud abbiano potuto sopportare tutto questo, ma la questione si è fatta spinosa. A volte penso che sia arrivato il momento di darsi per vinta, altre volte invece vorrei che le anatre non avessero più paura delle doppiette perché in fondo… Ma dimmi tu, non è meglio così? Immaginare ed illudersi sempre qui ad aspettare qualcosa o niente qui ad aspettare un no o un sì che in ogni caso sarebbero fine di tutto questo che almeno è un ricordo così studiato giorno per giorno fatto di tanti cristalli di brina…
Vabbè, tutto questo papiello per dirvi che parto per qualche giorno ma, al ritorno, potrei portare con me novità Creaturesche: serrate i ranghi!
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Vado a recuperare il commento... certo che ci vado!
Dio esiste, egli è qui per illuminarci ed io, finalmente, ci vedo!!!
Adesso capite quando dico che su ciao.it è possibile fare due sole cose... trollare o vomitare!!!
E mi dica, gentile Signora, di quale altro favore avrebbe Ella bisogno?
Essere pagati per la prima volta per il frutto del proprio lavoro è un passaggio indimenticabile un po' per tutti. Mio fratello aveva incorniciato le prime duemila lire guadagnate. Io credo che l'equivoco sia tutto nell'idea che si ha dello scrittore, ove per "scittore" intendiamo colui che si guadagna da vivere con lo scrivere. Siamo portati a pensare allo scrittore come a colui che chiuso in una stanza, al lume di candela riflette sui destini del mondo e trae da questa riflessione pensieri profondi... tutti noi ci immaginiamo il Leopardi chino al suo scrittoio, combattuto, sofferente... io penso che una risata ogni tanto se la faceva pure lui.
Guadagnarsi da vivere con la scrittura è un mestiere come un altro, a volte lo fai col cuore a volte lo fai con la testa...
Ma perché mai un artista dovrebbe sentirsi come una prostituta perché si fa pagare per il frutto della sua arte?! Leopardi era un eccellente poeta, se fosse vivo oggi probabilmente camperebbe di poesia: cosa c'è che non va?
Una qualunque forma d'arte, se praticata sufficientemente a lungo diventa mestiere, l'artista acquisisce cioè una tecnica sempre più raffinata. Cosa conterrà la sua opera, se sarà un'opera che parte dal cuore o dal cervello, dipende dalla sua creatività... se la creatività non si è affievolita avremo un'opera sentita, se l'artista crea in assenza di cratività avremo un'opera di mestiere. L'opera di mestiere non è necessariamente un'opera minore... Il giocatore... Il vecchio e il mare... sono due eccellenti opere di mestiere.
No, con Ernesto non ci siamo mai intrattenuti su quanto le sue opere fossero vere, lì a Cuba parlavamo soprattutto del suo amore per l'Africa... quella da me esposta è semplicemente la tesi dominante degli studiosi, la trovi in ogni prefazione...
... cautamente e senza fare rumore mi avvio a leggere i commenti... ci sono ciaoini in giro?
Qui parla il personaggio di un libro e un personaggio è un personaggio, non è l'autore. Ov'anche fosse l'autore a parlare, perché dovremmo essere affascinati da chi afferma che non bastano trent'anni a comunicare un'idea... se a uno scrittore non bastano trent'anni per comunicare un'idea forse ha sbagliato mestiere...
Chi mi salverà dalla sua ira?!
P.S. Alcuni commentatori mi fanno sentire come ai tempi di al_pessimo_esempio... adolescenzialismo di ritorno o mai conseguita maturità?
Capisco... coraggio!
Ove non capisco dico a chi scrive Uaglio' a te a cap' nun t'aiut'!.
Sono almeno trentacinque anni che sul mio comodino c'è un libro... prima o poi finirò di leggerlo.
Nel caso in cui tu ancora non fossi arrivato a ciò che ho cercato di dirti... Io, la parte di Renzo con i capponi non l'ho mai fatta... eh sì, erano capponi, non polli!
Gli Azzeccagarbugli mi fanno ridere [normalmente mi ci scazzo]... l'ho già detto che mi ricordi al_pessimo_esempio? Come lui sei convinto di essere giunto nel luogo adatto dove portare il verbo... sì, qui su S_CAROGNE siamo inacculturati... e quel che è peggio è che non ci importa un cazzo di esserlo!!!
Ma la cosa che desta stupore nel caso del nostro colto visitatore è che l'accusa di essere inacculturati viene mossa da chi scrive... "non solo sulla <taticità> ma anche sull'analisi globale di una probabile interconnessione a livello mentale, dove materia e regole vengono a loro volta risucchiate in una specie di buco nero"... giuro su Dio che l'ho letta quattro volte e per quattro volte non c'ho capito un cazzo... troppo profonda per un ignorante come me o solenne stronzata per tutti?
Eppure è semplice essere chiari... soggetto, predicato verbale, complemento...