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Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°538 pubblicato il 07 Luglio 2009 da sara_1971
Premessa Da che mondo è mondo le cazzate vanno fatte con consapevolezza ed una certa classe. E Sara, ricordiamolo, ad uno stipendio da fame che la stragrande maggioranza dei cingalesi schiferebbe, abbina il leggiadro desiderio ossessivo compulsivo di una ereditiera (Ammetto di essere poco parsimoniosa e per nulla previdente ma quello che sto facendo al mio presente è aberrante perciò per ora al futuro è meglio non pensarci). Un giorno qualsiasi La Saramobile procede spedita nel traffico urbano mentre la proprietaria discetta amabilmente con un nuovo Accompagnatore (compendio vivente di tutte le psicosi ipocondriache dell’universo) conosciuto, indovina indovinello, tramite blog. In quel territorio ameno in cui la legge della precedenza è data da chi occupa baldanzosamente per primo l’incrocio, si affiancano due harleysti nella impeccabile divisa in cuoio nero di ordinanza. Al primo sottopasso si producono entrambi in un crescendo verdiano di sgasate ed è proprio lì, in quel glorioso frastuono che rimanda ad una adolescenza mai del tutto sopita, che Sara ad un tratto si pone la ferale domanda: “Ma perché l’ho poi venduta… la mia magnifica moto?” L’Accompagnatore si limita a fissarla perplesso (un po’come fanno tutti gli uomini della mia vita) e continua, ignaro, a darle corda. L’esito di questa fugace riflessione vede 48 ore dopo Sara e l’Accompagnatore in partenza alle tre del mattino sotto una pioggia torrenziale su una vespa d’epoca gentilmente fornita da Jay (chissà chi è il poveraccio che se la sta piangendo, mannaggia). Il fine dell’impresa è quello di ricomprarsi una moto. Il badget purtroppo è (ma che ve lo dico a fare) piuttosto limitato. L’Accompagnatore a questo punto è già un filo meno ignaro di ciò che lo aspetta. Primo venditore O meglio una coppia. Lui alto come Tom Cruise (e qui finiscono le analogie con Tom Cruise), lei mai vista sorridere nell’oretta in cui l’ho avuta di fronte (giusto per descriverli sinteticamente). Interagiscono con Sara e l’Accompagnatore solo per promulgare la storia italiana su due ruote con particolare riferimento all'Impero Romano. A vederlo sembra una persona normale, uno stimato professionista con tre figli, ma dopo qualche minuto scopri che conosce per nome tutti i medici dell’Ortopedia del san Paolo e ha gli indirizzi dei migliori ambulatori di fisioterapia della città: è stato tentato una volta dal quad, ma dopo il primo incidente è ritornato all’enduro, almeno sa come farsi male. Viaggia sempre con una bottiglietta di Coca Cola piena di benzina per i rabbocchi (almeno voglio sperare sia benzina) e a sentirlo parlare quando viaggia su due ruote non mangia, non beve, non urina: la sua moto ha un’autonomia di un migliaio di chilometri. Non ti fa provare il suo gioiello però ti dà la possibilità di ammirarla mentre lui la guida. Tu lo segui con la vespa e scortandolo ti ritrovi in luoghi irraggiungibili anche per il Soccorso Alpino tanto che l’Accompagnatore è costretto ad interrogare il Tom Tom per ritornare a casabase. L’unico modo di sfuggirgli è quello di prendere una strada laterale, spegnere il motore e restare nascosti molto a lungo. Secondo venditore Con la stessa vespa d’epoca di cui sopra ci si dirige in quel simpatico quartiere di Bari soprannominato La Discarica, l’appuntamento è in un saloon che pensavi esistesse solo nei racconti di Bukowski. Quando finalmente il Venditore arriva (con appena una quarantina di minuti di ritardo) Sara ode distintamente l’Accompagnatore bisbigliare tra sé e sé Padre Figlio e Spirito Santo. La prima impressione rimanda ad uno di quei finti storpi che chiedono la carità nei giorni di mercato, la seconda (impressione) non è possibile farsela perché la fiatella mattutina del soggetto in questione pone fine a qualsiasi pensiero cosciente. Sara e l’Accompagnatore dopo aver perso inutilmente tempo con quelle leziosaggini che gli ubriachi di solito non apprezzano (salutare, porgere la mano, presentarsi), accompagnano il Venditore in uno scantinato in cui lo stesso sopravvive allo stato selvatico. Tra varie lercerie abbandonate spunta una magnifica Harley. Sara si commuove e chiede di provarla. Il Venditore inorridisce e afferma di non essere disposto a vendere la sua amante ad una donna. Non so se lo sapete ma nei paesi culturalmente e socialmente più all’avanguardia come per esempio l’Iran, il Sudan, il Burkina Faso ed il Sud Italia le Quote Rosa non hanno ancora fatto la loro comparsa. Quando si ritorna in continente (per dirla con i sardi) l’Accompagnatore diventa inspiegabilmente muto e sottotitolato in puro stile Gattopardo. Terzo venditore La madre lo ha dato alla luce sulla sella della Moto Morini del padre. Ha il giubbotto di pelle della stessa marca della moto e la canottiera in tono, in testa una scodella ma solo perché obbligato dalla legge. Ricorda sempre quando, in Portogallo, in un paesino sperduto, ha riparato la leva del cambio con un pezzo di rastrello che un contadino non voleva dargli. Lo conserva ancora (il rastrello, non il contadino, per quanto non mi meraviglierei se anche quello…). Rammenta con occhi lucidi i tramonti capaci di farti sentire come Hemingway quando da giovane girava l’Europa con la moglie ed i bagagli arrotolati nelle borse laterali. Adesso si è finalmente deciso a vendere la moto. Perché di mogli ne ha già cambiate tre e forse questa è la volta buona. Quarto venditore L’appuntamento è fissato per la prossima settimana. Sembra un tipetto tranquillo. Ha messo in vendita la moto perché ha deciso di prendere i voti minori perciò quest’estate si trasferisce in un monastero per vivere una esperienza religiosa indimenticabile. Se dovessi decidermi all’acquisto potrò contare sulla sua benedizione. Da quando me l’ha comunicato vedo già tutto fluo intorno a me. L’Accompagnatore intanto si è dato alla macchia, il cellulare risulta irraggiungibile. Ora. Se siete preoccupati per me è perché mi volete bene, nonostante tutto, e anche perché forse è il caso di esserlo, ma state tranquilli. D’altronde se alla tempeste tropicali hanno dato sempre e solo nomi di donna un motivo ci sarà.
P.S. Se qualche gentile lettore si trovasse nell’impellenza di deliziarmi con un regaluccio sappia che sono alla ricerca di qualcosa di sobrio, qualcosa del genere, tanto per intenderci |
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Donne: n - 1 [dove n è la mia età... attualmente 49 e qualcosina]... unica eccezione Sara [soprattutto da quando mi ha confermato che quel decolleté e quello stacco di cosce sono effettivamente sue]. Le donne troppo giovani sono egoiste, ti trattano come una macchinetta a gettoni ignorando i tuoi ritmi.
Uomini 'ndò cojo cojo a patto che abbiano un bel culo... non vorrei morire senza aver assaporato l'altra metà del cielo.
Ti sei fatta visitare, potrebbe essere contagioso...
Chi sono i bambini battezzati [vedi nome dato alle foto]?
Per quanto riguarda gli incidenti del G8, pure quelli rischiano di diventare un ricordo del passato .
Ciò che accentua l'ignoranza non è lo studio, ma la collezione di nozioni sterili.
Dipiù il problema non sono le ruote bensì le rotelle.
Binx, ti imploro non linkare gli Area; i gruppi politicizzati anni '70 sono un insulto alla musica. Io in quegli anni apprezzavo Alan Sorrenti, adorabo il Banco (del Mutuo Soccorso), sognavo l'America contadina con i primi album di Dylan... qualcuno però mi diceva che per essere veramente impegnato dovevi amare gli Area... ho provato ad ascoltarli, ho provato e finto di amarli, ma poi me li sono ritrovati in sede d'analisi dove viene fuori il tuo vero io... mi sento urlare (finalmente) Gli Area?... DU' PALLE!!!... e con loro TUTTI i gruppi politicizzati di quegli anni.
Il Parco Lambro passa alla storia della mia generazione per un gruppo di teste di cazzo impegnate e politicizzate che contestano ai limiti del linciaggio tale De Gregori Francesto. Questo criminale, ricercato dalle polizie dell'intero globo terracqueo, aveva commesso il crimine di comporre pezzi che si ispiravano ai meccanismi della poesia... associazioni. Splendida la sua risposta di artista alle inacculturate teste di cazzo dell'epoca, tutte iperpoliticizzate senza avere la minima idea di cosa fosse la politica (gestione della cosa pubblica), tutti intellettuali senza aver mai letto per intero un solo libro. La risposta di De Gregori fu la superba Niente da capire...
Il suo crimine era quello di fare pezzi da leggersi in via associativa, pezzi che facevano sognare, pezzi che non significavano nulla e che quindi significavano tutto.
Eh no, benedettuccia mia, NO! Quegli anni erano ingenui, ridicoli, preludio della violenza... sono contento di appartenere alla generazione di mezzo... i ragazzi del '59, la perfetta sintesi fra l'infantilismo degli anni, la violenza degli anni settanta e la superficialità degli anni ottanta.
La cosa che ha fatto scattare la mia reazione è quando parla dell ' "INCIDENTE" descrivendo il celerino provocatore. Ma siamo al delirio dietrologista tipico degli anni settanta mirabilmente descritto da Nanni Moretti in Ecce Bombo (l'uomo che parla del suo amico etiope).
... pensavo...
Io di te ho una visione scomposta, frammentata; mi hai mandato dei primi piani ed un campo lungo, su FaceBook ho apprezzato lo stacco di cosce, il tuo amico ha pubblicato una stimolante replica dello stacco di cosce accompagnata da un decolleté mica male [è stata per me una sorpresa...], quindi io di te, particolare in più, particolare in meno, conosco tutto. Però quando penso a te ti penso a pezzi, o penso al volto o alle cosce o al seno. Sarebbe utile che tu mi mandassi un paio di foto in bikini [in verità il bikini non è fondamentale], almeno una frontale e una di profilo; in questo modo avrei una visione di insieme. Ti prometto che se me le mandi ti mando mando una mia foto in costume adamitico... preferisci la frontale o il profilo?
Che vergogna. Mettersi a fare la smorfiosa per elemosinare una Harley...
(Se funziona, avvisami. Posso indossare anche minigonne su richiesta)
In effetti ogno tanto Libero ha i link leggermente arrugginiti.
La mia critica al tuo modo politico di porti era generale... menti continuamente al fine di suscitare emozioni?
Prendiamo i centri sociali.
Se chiedi all'elettorato di destra cosa pensa dei frequentatori dei centri sociali ti risponderà [picco della curva gaussiana] che li manderebbe quasi tutti a zappare la terra, gli altri in galera; se fai la stessa domanda all'elettorato di sinistra il picco lo troverai intorno a sono giovani che dimostrano il disagio che provano nel vivere in una società che non li rappresenta.
Se però cambi domanda e chiedi all'elettorato di destra e di sinistra se vorrebbero un centro sociale nel proprio condominio all'unanimità risponderanno Manco morto!!!
Ti parlo della mia esperienza, ossia dell'esperienza di chi vive in una piccola (squallida) città di provincia.
Vivo in prossimità del viale più bello della città; in prossimità di questo viale esiste una struttura che fu adibita al centro sociale Macchia nera
I frequentatori del centro sociale invece di ringraziare il cielo per aver ricevuto in affidamento una struttura in prossimità delle zone urbane più belle della città e qundi di custodirla con il dovuto rispetto, pensarono bene di trasformarla nella perla orrorifica della città. Il muro di cinta fu uniformemente imbrattato di scritte inneggianti ora questo, ora quello; qualche aborto di vernice che nelle menti malate degli autori avrebbe voluto essere un murales, insomma uno schifo colossale. Il cortile interno, l'unica parte che ho avuto modo di osservare, era un deposito di rottami di vario genere, sedie, mobili... insomma una sorta di discarica. La ciliegina era rappresentata dai continui problemi di droga che il centro aveva.
Il centro è stato chiuso.
Ora, ti dico la verità, io sono di sinistra e non potrei che essere di sinistra, ma quando mi hanno detto che quel centro era stato chiuso ho gioito... che si cerchino una casaccia nelle campagne!
E' l'errore che ha commesso la sinistra, lasciar cavalcare alla destra il cavallo della legalità, un cavallo vincente.
La verità è che noi tutti abbiamo sognato leggendo Pasolini, ma quando i suoi personaggi te li trovi sotto casa ti incazzi e non poco.
Tranquilli, ancora qualche giorno e parto, tolgo il disturbo, che tanto l'ho capito che qui do solo fastidio; vado a toccare il culo ai ragazzini in Sant'Andrea di Conza. Ci sarà anche Cristian... tu saresti un bravo papà... il regalo più bello che mi abbia fatto un bambino.