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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°120 pubblicato il 09 Novembre 2007 da erbavoglio_70
Non mi piace chi si prende troppo sul serio. Non mi piace chi non sorride quando entra in un negozio o quando accompagna i figli a scuola. Non mi piace chi dà del tu ai parcheggiatori. Anche se abusivi. Entrando in casa d’altri la maggior parte della gente nota lo sporco, le cose fuori posto, anche i piccoli aloni. Ciò che è in ordine, ciò che è lindo, difficilmente suscita attenzione, rientrando nella vasta categoria delle cose normali. A me piace chi è affascinato dall’ordinario, quasi si trattasse di un’anomalia. Chi ritiene che il male sia di questo mondo, che il brutto sia ovunque, e lo considera quindi il reale. La bellezza, la tranquillità, la routine sono quello che per le bambine sono le bacchette magiche, le scarpette di cristallo, i principi azzurri. Sogni. La vita di ogni giorno: questa sconosciuta. Mi piace chi non ha giornate uguali l’una all’altra. Mi piace chi non dice “il mio parrucchiere è il migliore di Bari, il mio endocrinologo è il migliore di Bari, la mia famiglia è la migliore di Bari, come scopo io …”. Non dico che per essermi simpatici si debbano avere tutti i dubbi che ha Sara, ma almeno qualcuno sì. Uno che non ha il migliore fruttivendolo della città probabilmente ammette che si possano avere paure, ansie, indecisioni. Senza per questo consigliarti il migliore psichiatra sulla piazza. |
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Mi fai pensare ai tifosi che scrivono sui muri insulti contro l'avversario: dementi... ecco si sei un demente.
Vado a cenare, prima che mi venga un'ulcera perforante.
Ho molti parenti a Napoli, in particolare una sorella ed una cugina (che per me è come una sorella) che visito di tanto in tanto, l'ultima volta questa estate.
Conosco quindi attraverso di loro, ma soprattutto attraverso le mie nipoti, perfettamente il tessuto sociale napoletano. Io trovo le mie nipoti e le loro amiche adorabili, non è l'amore di zio, ma è la constatazione che è una bella generazione. I tempi sono cambiati "Natale in casa Cupiello" non lo trovi più, ma non perché la gente sia peggiorata semplicemente perché sono passati 50 anni.
Ecco io direi che è solo questione di codici culturali, ma la sostanza della gente è sempre la stessa.
Lecce è incantevole, non è usurpata la fama di Firenze del Sud, di Gallipoli mi innamorai letteralmente è un paesino (cittadina) che ho nel cuore. E' vero i leccesi li ho frequentati da turista (anche se uno dei miei migliori amici qui a Pisa è di Casarano) ma mi è sembrato di vedere due orecchie, due braccia, due gambe ecc. Antenne sulla testa non ne ho viste, mi sono sembrate persone perfettamente normali.
Possibile che da Lecce a Bari la cosa cambi così tanto?
Se sei napoletano non puoi non saper suonare il mandolino, se sei ebreo non puoi che essere avaro, se sei svizzero non puoi che essere preciso, se sei omosessuale non puoi che essere dissoluto ecc.
Ho vissuto sulla mia pelle la fastidiosità degli stereotipi, il sentirsi eternamente sotto esame il DOVER dimostrare di essere diverso da come gli altri mi vedevano.
Gli stereotipi hanno sempre un fondo di verità, l'errore sta nel confondere il singolo con lo stereotipo. Il passo fra una mente ottusa che non riesce a scrollarsi di dosso la visione del mondo attraverso stereotipi e il razzismo è veramente molto breve.
A proposito fra poco più di un mese è Natale, ce le metterai palline e fili dorati sul blog?