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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°124 pubblicato il 13 Novembre 2007 da sara_1971
Giornate intense queste mie, sono molto indaffarata. Niente di costruttivo, naturalmente, per carità. Un esempio? Qualche giorno or sono ho adottato un gatto. Può capitare che girovagando la sera con il cane al guinzaglio un tenero miagolio richiami la vostra attenzione e che un musetto baffuto (no, non sto parlando di Erba) faccia breccia nel vostro sconsolato cuore. Ecco, infatti, può succedere ed invece non dovrebbe. Perlomeno se avete un cane. Pensateci: sono animali, soffrono di gelosie e malumori.: perché far finta che non sia così? Favola Un giovedì qualunque Sara porta a passeggio il suo cane ma un simpatico micio attira le attenzioni della coppia. Sara: Ma che bel gattino… micio micio micio vieni qui. Il gattino si avvicina emettendo sonore fusa, il cane lo annusa, il felino salta in braccio: è subito amore. Il trio arriva tutto contento a casa, il nuovo ospite beve una ciotola di latte caldo e si addormenta sul termosifone. Sara telefona ad Erba per raccontarle la lieta novella. Il giorno seguente Erba regala a Sara una cuccia rosa bene augurante per suggellare la nuova unione. Realtà Sara smadonnando al cellulare porta con insofferenza un cane isterico al guinzaglio. Si ode a 2 isolati di distanza una sorta di miagolio misto a sonori colpi di tosse. Il cane parte all’inseguimento travolgendo un passante e scoperchiando un cassonetto. Urla dei passanti, fantasiose minacce di varie tonalità emesse all’indirizzo del cane e della sua proprietaria, tempestivo intervento di un punkabestia con cresta moicana per risistemare l’ordine. Gasteme del proprietario del garage in cui si è rifugiato il gatto sanguinante. A questo punto prendete in mano la situazione. Malmenate pubblicamente il vostro cane (questo placherà la folla assetata di vendetta) e legatelo al più vicino palo della luce. Andate in farmacia e aiutate il punkabestia a medicarsi: ciò vi eviterà fastidiose querele in futuro. Recuperate il gatto dall’auto nuova di zecca su cui la bestia è inopinatamente saltata flagellandone la vernice. Ignoratene il leggero ringhiare: è il suo modo di fare amicizia con una sconosciuta. Per precauzione però inginocchiatevi a terra con il gatto incastrato tra le gambe, tenendo ben salde le zampe anteriori e posteriori, e avvolgete l’indemoniato nella vostra giacca in modo che se ne veda solo la testa. Appena possibile cercate di ricordare quando avete fatto l'ultima antitetanica e rasserenatevi, le vostre ferite guariranno in soli 30 giorni. Buttate il sudario nel bagagliaio della vostra auto, legate il cane sul sedile posteriore con la cintura di sicurezza e dirigetevi al più vicino ambulatorio veterinario per rassicurarvi circa le condizioni di salute del nuovo arrivato. Con estrema pazienza convincete la giovane veterinaria ad aprirvi quando dallo spioncino vedrà il vostro viso ridotto ad una maschera di sangue e depositate l’involucro contenente l’animale ai suoi piedi. A quel punto correte in bagno a tamponare l’emorragia. Buttate la felpa sporca del sangue vostro e della vittima (intendo il punkabestia). Nel frattempo iniziate a chiamare tutti i numeri di telefono presenti nella rubrica del vostro cellulare per cercare qualcuno a cui rifilare il demonio peloso. Non lo troverete ovviamente. Restate impassibili nel constatare l’ammontare delle spese veterinarie. Andate a casa, prendete il trasportino in cui il felino giace anestetizzato e lasciatelo nel ripostiglio dopo aver legato il cane a debita distanza. Procuratevi un martello, un paio di assi e qualche chiodo, necessariamente di lunghezza superiore a quelli usati per crocifiggere Nostro Signore. A questo punto prima di inchiodare le assi sulla porta ripensate a ciò che vi ha detto la veterinaria: la bestiola è affetta da una malattia rarissima che necessita l’assunzione giornaliera di una pillola, non esagerate quindi con i rivetti, dovrete aprire quella porta ogni giorno (sto con giusta ragione citando Tobe Hooper). Comprate un paio di guanti da lavoro (se non li avete eventualmente chiedete a Congus), una maschera di ferro per il viso e una tuta di amianto, controllate che il medicinale prescritto non sia tossico qualora accidentalmente ingerito da umani, chiamate Erba al telefono, dettatele le vostre ultime volontà e sappiate che d’ora in poi la vostra vita non sarà più la stessa.
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Quando nacqui, in casa mia c'era un gatto, mi raccontano che veniva ad accucciarsi nella mia culla (i miei genitori erano, come me, dei selvaggi) ed è probabilmente allora che è nato il mio amore per i gatti.
Da ragazzo ne ho avuti alcuni, ma, quando per un motivo quando per l'altro, venivano portati in campagna dai miei nonni.
Da adulto ne ho avuto uno solo per 18 anni, una gatta nera. Fu portato in casa da mio fratello e dalla sua ragazza, solita storia... un batuffolo nero, occhioni da cucciolo, il tempo di carezzarlo che mi aveva già fregato.
Mi opposi a nomignoli ridicoli (fufy, puffy ecc.), dissi "E' un micio, è una bestia, si chiamerà miciobestia".
Mi riconoscevo nel suo carattere: scorbutico con tutti non era il classico micione coccolone; si comportava decentemente solo con me, ma anche in questo caso era lui che dettava i limiti del rapporto: se aveva voglia di carezze mi cercava ovunque fossi, a letto, sul divano, alla scrivania; se non aveva voglia, a nulla valeva costringerlo, fingeva per 2 minuti poi scheggiava via.
Non ho mai commesso l'eerore di antropomorfizzarlo, per me era un gatto e lo amavo in quanto gatto.
Mi ha lasciato alcuni anni fa, aveva difficoltà a masticare, lo portai dal veterinario ed una radiografia diagnosticò un tumore molto esteso. Mi fu chiesto se volevo fosse praticata l'eutanasia, ebbi una crisi, urlai: "Io non lo so cosa è meglio per lui, lui è un gatto io un uomo, lui va a quattro zampe io a due: la differenza dovrebbe essere evidente!!".
Poi chiesi "Non starà mai meglio di così?", la veterinaria accennò un no. Decisi per l'eutanasia.
La qualità del dolore provato è la stessa di quando si perde una persona cara, quello che cambia è l'intensità e la durata.
Farò buon uso di quell'unica parolaccia...
Quando misi internet, molti anni fa, mi ricordai di aver letto che la parola più digitata sui motori di ricerca è "sesso".
Mi dissi "Leviamoci il pensiero", feci una scorpacciata di zozzerie, da allora mi è capitato di ritornare su quei siti solo occasionalmente. Li trovo banali, privi di fantasia, visto uno visti tutti.
Oh, naturalmente se conosci qualche sito per il quale valga la pena, io sono qui.
Si è fatta quell'ora, vado a cena.
Nel caso... una felice notte.
Amen.
Se solo tu smettessi di riempire la casa di bestie a quattro zampe, se solo tu rimuovessi i percing e i tatuaggi, se solo tu smettessi di vestire come una guardia svizzera, troveresti qualcosa di più di un moglio, troveresti un adorabile maritino.
Avresti così qualcuno al quale portare il caffè a letto, per il quale cucinare, per il quale farti bella (insomma, hai un bel sedere, per il resto basta un po' di trucco).
Se solo tu... se solo tu non fossi Sara.
Nulla può giustificare l'assenza dell'unica donna dotata di cervello (Sara ed Erba sono fuori concorso) da questo blog.
Un abbraccio.