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Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°187 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da sara_1971
I colloqui, mi sembra evidente, non si fanno quando si ha una reale esigenza di personale bensì a scopo di amicizia, oppure nel caso in cui sia necessario condurre studi sociologici per capire come reagisca un neolaureato di fronte a una pseudo offerta di lavoro. Laboratorio. Giornata conclusiva dell’internato che ha visto protagonisti tre giovani laureandi. Sui loro visi è dipinta la tenerezza dell’inermità. Sono appena usciti dal grembo materno, dove vivevano nella pienezza e nella felicità, vorrebbero essere indipendenti per agire e creare, e stanno cercando la forma migliore da dare ai loro atti e alle loro creazioni. Già soffrono perché sanno che solo uno di loro sarà il prescelto sotto il cui naso verrà millantata una proposta di collaborazione magnificamente retribuita. Lei è una sorta di vergine tonta, i due suoi colleghi maschi esibiscono un sorriso smagliato dal nervosismo. Arriva il suoro. Uno dei due pulcini maschi viene immediatamente segato perciò gli viene risparmiato il ricatto morale da rinnovo e le umiliazioni successive tra cui il classico "ti facciamo un favore”. La scelta a questo punto sembra vertere tra la vergine ed il suo collega che si presenta ligio come un omino Lego. Il senso di avventura intellettuale, l’illusione fondamentale attorno alle quale si dispongono tutte le altre sembra essere ad un passo per entrambi. Il suoro, rivolgendosi alla vergine ma guardando il pulcino: “Non si dispiaccia nessuno, ho visto che siete tutti e due competenti ma sono costretta a scegliere lei (il pulcino). Perché lo so come vanno le cose, siete tutte ben intenzionate ma quando poi restate incinta mandate in malora tutto ciò che vi ho insegnato”. Ora. Anni e anni di lotte per le pari opportunità sono servite solo a permettere a una come il suoro di poter declamare in un Istituto Universitario le stesse cose che un maschilista non avrebbe saputo dire meglio nemmeno su un volantino del ventennio. Ancora. Credete che qualcuno si sia portato la mano alla bocca fingendosi scandalizzato? Allora, ditemi. Quand’è che la vita ha iniziato ad adagiarsi sui valori minimi dell’esistenza? Ne è passato del tempo eh? Vivere in superficie poi non è un bel vivere. Toglie calore alle dita che battono sui tasti e poi a che serve? Alla fine anche questo cerchio si chiude. Come tutti gli altri. Almeno spero. |
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(E' la seconda volta che te lo riporto... Per una volta, leggi con attenzione quello che ti passo.)
Per il resto... cominci ad esprimerti come vuelo, quello che dici ha il sapore della seduta psicanalitica... deve essere interpretato.
Mi sono sobbarcato l'onere di leggermi tutti i commenti della chat perpetua, ce ne fosse stato mezzo, dico "MEZZO", che avesse affrontato il problema di elevatissimo spessore proposto da Sara!
E che cazzo! Per lo meno cambiate nome al blog, S_CAROGNE_E_DINTORNI renderebbe meglio l'idea!
La semantica! Ma fatemi ridere!
Ma che cazzo ce ne facciamo della forma se manca ol benché minimo contenuto?
Per Sara: grandissimo post... e piccolissimi commentatori.
Segue...
Il blog ha un bisogno vitale dei miei autorevolissimi commenti... alla chat per quindicenni ci pensi già tu, chat-baby (boy mi sembrava ancora eccessivo)
Dì la verità che ti brucia il fatto che non ti abbiamo invitato a prendere parte all'ammucchiata?
Il tema proposto da Sara solo apparentemente riguarda la donna e quindi le pari opportunità, più in generale riguarda la discriminazione.
La discriminazione non viene messa in atto solo verso la donna ma verso il diverso, diverso dal modello vincente.
La donna, l'omosessuale, lo straniero, chi non veste secondo i dettami del conformismo ecc.
E' l'eterna paura del diverso, colui cioè che infrange le VOSTRE certezze e che spesso si incontra con fantasmi alimentati solo dal pregiudizio.
Nello specifico molto ci sarebbe da dire: la donna oggi, ieri e sempre (?) in una società fondamentalmente ancora maschilista. Quanti di voi sarebbero tranquilli nel sapere che una loro delicata operazione chirurgica è affidata ad una donna? La cosa che mi fa incazzare quando parlo della società maschilista è che le donne ottusamente la attribuiscono all'uomo. La mia generazione e quella successiva non è stata crescita e quindi educata dall'uomo (il padre, l'eterno assente) ma dalla donna: erano le madri che tramandavano una tradizione che vede l'uomo forte e vincente e la donna sensibile e sottomessa; come dire le madri facevano come il Tafazzi, si davano grandi randellate sui coglioni. La cosa continua ancora oggi: non raramente coppie sposate con figli, se entrambi lavorano, è la donna a sobbarcarsi il secondo lavoro di gestire la casa e seguire i figli.
La parità è ancora lontana da venire, uno dei segnali sono i discorsi dei politici, sempre attenti a diffondere cazzate: quando i politici si rivolgono all'elettorato non dicono più "elettori" (sostantivo che indica la popolazione elettorale nel suo insieme), ma dicono "elettori ed elettrici", i più furbi addirittura "elettrici ed elettori" a significare che loro considerano le donne quanto gli uomini. Considero queste espressioni di un tale infantilismo che, se fossi donna, escludere dalla lista degli eleggibili tutti coloro che si esprimono in questo modo.
Penso che la società sia più sessista che maschilista (appunto la presunta prerogativa femminile sui sentimenti di cui parli), a parte il fatto che i maschi hanno evidentemente e spesso, ma non sempre, vantaggi. Poi c'è a chi, uomini e donne che siano, a queste cose si accomoda, e chi no.
La mia affermazione circa la trasmissione dei valori in linea femminile fa riferimento alla cultura e alla figura femminile dominante; non ho negato che ci fossero delle eccezioni, non ho negato che ci fossero dei maschi che trasmettevano ai loro figli gli stessi valori, magari a suon di ceffoni. Quello da cui prendo le distanze è il femminismo in contrapposizione al maschilismo, io le sentivo le donne urlare in corteo "maschio represso masturbati nel cesso" come se la colpa della trasmissione di valori discriminanti fosse solo maschile. In realtà la discriminazione è perpetuata sia dagli uomini che dalle donne, le cazzate discriminatorie non le pensano solo gli uomini ma anche le donne. Volevo quindi affermare che non c'è un maschietto da redimere, ma una società da cambiare.
Stavolta ci metto una bomba!
E' la tipica reazione dettata dalla resistenza, le mie affermazioni si sono scontrate col tuo rimosso.
Freud ha descritto l'uomo nella sua essenza, le sue teorie, nell'impianto fondamentale sono ancora oggi alla base della formazione degli unici psicanalisti degni di essere presi in considerazione: i freudiani.
Fra l'uomo e la donna non ci sono differenze nel sentire, nessuna. Ti sei chiesta perché nello studiare l'anatomia macro-microscopica del cervello, non si studia il cervello maschile o quello femminile, ma IL CERVELLO. Questo a significare che le strutture sede del pensiero, dei sentimenti, dell'aggressività ecc. sono identiche. Se identiche sono le strutture primarie, identico è il loro funzionamento.
Vedi cosa succede a chattare con vuelo, ci si rincoglionisce...
Se pensi alla società immediatamente successiva all'orda primordiale, la donna passava la maggior parte del suo tempo a portare avanti una gravidanza, in una situazione quindi che ostacolava la sua possibilità di procurarsi cibo, di sfuggire ai pericoli, di difendersi dai pericoli. Affinché la tribù, e quindi la specie, sopravvivesse era necessaria la distinzione dei ruoli così come la conosciamo, o l'abbiamo conosciuta. Da qui tutti i danni subculturali, si è fatta di una divisione dei ruoli sul piano pratico anche una divisione su piano psicologico, ma, ripeto sono solo sovrastrutture, di strutturale non c'è nulla.
L'uomo deve essere forte e cinico, perché così procurerà più cibo alla famiglia: rimozione della dolcezza.
La donna deve essere dolce e remissiva: così curerà meglio i suoi cuccioli: rimozione dell'aggressività.
Non è Freud quello che ha sparato cazzate, ma chi dice che Freud ha sparato cazzate!
Cosa vul dire "non possono" essere definiti superficialmente. La mia era una elencazione di temi aventi la stessa radice, ha il valore dell'elenco, non pretendeva certo di esaurire l'argomento.
Le differenze naturali fra uomo e donne mi sono note, dovrebberlo esserlo anche a te (per vuelo, poi facciamo dei disegnini). E' evidente che l'uomo non conosce le sensazioni che si provano durante e dopo la gestazione, ma non le conosce non perché è uomo, ma perché non resta incinto (attenzione! non è una affermazione banale), se restasse incinto proverebbe le stesse sensazioni che prova una donna perché il cervello è strutturato nello stessomodo: esiste il centro dell'affettività, della gioia, del dolore ecc. non esistono centri (sistema limbico) affettivi maschili e femminili. Io non sono incazzato contro le femministe, le trovo semplicemente patetiche: ad un errore di strutturazione sociale contrappongono un errore speculare. Detesto il femminismo come detesto il maschilismo: amo, adoro l'umanismo. La crescita sociale passa dall'accettazione culturale che siamo animali pensanti, che il rapporto fra le persone è mediato dall'istinto. Oggi siamo ben lontani da tutto questo, la vecchia morale cattolica, nonostante tutto continua a produrre danni; quello che è avvenuto con l'evoluzione sociale è uno stemperamento dei peccati di fondo, ma questi continuano ad albergare nel nostro sociale. Personalmente mi ritengo un meccanicista convinto, le mie affermazioni non sono dettate da buonismo superficiale (Chi? Io?) ma derivano da un percorso di conoscenza profondo, sostenuto dall'unico che a mio parere è giunto al cuore del problema, il mio eterno amico Sigmund. Io affermo: fra uomo e donna non c'è alcuna differenza strutturale. Le uniche differenze sono culturali. Quando smetterete di regalare bamboline alle femminuccie e pistole ai maschietti, questo sarà evidente.
Un saluto.
Le differenze uomo/donna alle quali tu accenni, sono acquisite non innate. Fin dalla nascita il bambino e la bambina hanno dei modelli genitoriali, spesso coincidenti con i genitori, che fanno loro da esempio. I bambini si identificano con queste figure e ne acquisiscono le regole morali. Non è un caso che se si nasce in una famiglia dalla dubbia moralità si cresce con una moralità dubbia. Non è un caso che se si nasce in una famiglia razzista (nel senso più vasto del termine) si ha una elevata possibilità di essere razzisti. Un bambino vedrà i comportamenti dei propri genitori e li assorbirà uniformandosi ai modelli proposti: il maschietto imparerà a fare il maschietto, la femminuccia imparerà a fare la femminuccia. E' un naturale meccanismo di identificazione. A questo si aggiungano gli insegnamenti verbalmente codificati: questo è bene e questo è male. Ancora, affluiranno insegnamenti sociali: insegnanti, amici, parenti, insomma tutte le figure significative. Tutto ciò nell'insieme struttura il Superio del bambino, ossia il Grande Censore che ci dirà , anche in assenza degli insegnanti, cosa è giusto o non giusto fare. Se ci è stato insegnato a non rubare, non ruberemo perché il Superio ci punirebbe con sensi di colpa tanto più dolorosi quanto più forte è stato impresso il messaggio.
E' questo il motivo per il quale non è sufficiente evolversi culturalmente per non essere vittima dei cattivi insegnamenti, se ci è stato insegnato che la donna che si concede a molti uomini è una puttana, noi (VOI) la giudicheremo negativamente indipendentemente dal livello culturale raggiunto. Se ci è stato insegnato che l'uomo che va con molte donne è un vinente, noi lo giudicheremo positivamente indipendentemente dal livello culturale raggiunto.
Io penso che la via di uscita per essere uomini realmente liberi è, accanto ad una elevazione culturale (N.B. non parlo di erudizione, ma di Cultura), un processo di conoscenza di sé stessi. C'è da stupirsi, credimi, nel constatare quanto ciò che pensiamo sia diverso da ciò che sentiamo; questo perché quel che sentiamo ce lo abbiamo dentro (Superio), è latente, non visibibile ad una analisi superficiale.
Se quanto detto è vero, le uniche differenze fra uomo e donna sono culturali, acquisite, e non naturali, strutturali.
Questo, e molto altro ancora, è quello che penso.
Non dimentichiamo poi che il pregiudizio ottuso non colpisce solo le donne, ma anche gli uomini: ci sono attività che sono nei fatti precluse agli uomini solo perché considerate di pertinenza femminile. Quanti accetterebbero di affidare i loro bambini ad un baby sitter? Gli annunci di offerte di lavoro ancora oggi, nonostante una legge che lo vieti, parlano di Segretarie, Telefoniste; all'osservazione fatta ai responsabili del Centro per l'impiego "ma, scusi, non è vietato fare discriminazioni di sesso?" ti senti rispondere "ma tanto se si presenta un uomo non lo assumono. Lo facciamo solo per evitare perdite di tempo".
Quel che deve cambiare, lo ripeto, è la cultura. Purtroppo noi italiani siamo ben lontani dall'essere un popolo realmente civile, non lo dico per esterofilia, ma semplicemente perché qui vivo.
parlo dei commenti o dei tour? Chissà! Buonanotte! (o meglio buongiorno!)