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Sara
AREA PERSONALE
Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°370 pubblicato il 24 Agosto 2008 da sara_1971
Cantami, o Diva, del Pelide Achille (Antefatto) Non so se avete mai esperito la situazione di trovarvi impaludati in un conto in banca talmente disastroso da essere costretti a lavorare in un ristorante, inaugurando una carriera da colletto bianco inamidato che pensavate mai vi sarebbe appartenuta vista la laurea (caugh caugh) che si immaginava presagio di un futuro trascorso gomito a gomito con la Montalcini. Spero per voi di no. In ogni caso fare la cameriera in un ristorante qualificato è difficile: correre tra sala e cucina con gente che ti chiama al tavolo solo per chiederti di raccogliere la salviettina caduta, trasportare dozzine di piatti impilati su un braccio solo, soddisfare le più strambe richieste della clientela… un inferno. Di contro lavorare in un hotel con annesso ristorante a conduzione familiare è cosa assai più semplice, ammettiamolo. Il termine “familiare”, infatti, evoca di per sé rilassanti ambientazioni culinarie zeppe di suore e stelline in brodo, richiama alla mente magnifici panorami caserecci e soprattutto celebra il legame affettivo-nevrotico con i proprietari della struttura verso cui, inevitabilmente, si finisce per provare la compassione dettata dall’essere più o meno sulla stessa barca. Perciò quando ti dicono, in modo molto garbato, "il cesso è otturato", pensi subito con determinazione a risolvere il problema anche se non è, strettamente, compito tuo. l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei (Svolgimento) Sara si reca tesa ma fiduciosa in bagno, credendo si tratti di un problema gassoso, spalanca la porta e pensa di essere vittima di una allucinazione di origine tifoide. Certo sarà colpa dell’antipasto mare&monti, pensa tra sé e sé nell’ultimo impeto scientifico rimastole. E’ risaputo, i fagioli con cozze e cotiche sono dei prelibati modulatori intestinali: se avete certe voglie, ve le potenzia, se non le avete, ve le fa passare per sempre. Pericolosissimi. Poi la rabbia e l’ira (funesta, appunto) prendono il sopravvento e Sara, che tanto si vantava della sua mentalità così aperta e moderna, si trasforma in un generale talebano invocando la pena di morte immediata per il reo, eventualmente anche non confesso. Sara si avvicina ad una tavolata di principini arroganti con le vene ormai delle dimensioni di una quercia ed il gradevole aspetto di una bambina itterica. “Potrei cortesemente sapere quale delle gentili signore qui presenti ha recentemente usufruito dei servizi igienici?” Silenzio tombale. Si alza la colpevole, un bocciolo di Lolita con la faccia costipata. “Ah, bene bene. Vuol essere così gentile da seguirmi per favore?” Sara procede verso i bagni indecisa sulla classificazione epistemologica da conferire al prodotto intestinale reperito nel bagno. L’uomo, si sa, è un animale, evoluto ma pur sempre animale, perciò tende ad avvertire la situazione di pericolo ancor prima della sua palese messa in atto (questa è l’unica cosa che mi fa ben sperare per le sorti del nostro Paese, ma lasciamo perdere, quando si è nella palta, letteralmente, le beghe elettorali passano in secondo piano). Infatti prima ancora di raggiungere il luogo del misfatto la gentile cliente inizia a balbettare incomprensibili scuse circa il quantitativo spropositato di carta igienica adoperata per cercare di occultare il corpo del reato (consiglio: casomai vi venisse in mente di attuare qualcosa di simile in un cesso non di vostra proprietà, non fatelo, questi puerili stratagemmi non solo non funzionano ma soprattutto indispongono il personale; consiglio bis: casomai vi venisse in mente di attuare qualcosa di simile in un cesso di vostra proprietà fatelo solo se avete necessità urgente di ottenere il divorzio). Sara e la cliente si ritrovano faccia a faccia davanti al cadavere galleggiante e inerte. Cliente, affranta ma giudiziosa: “C’è uno scopino per caso?” Sara (espressione soddisfatta, del genere “bene, ci siamo capite”), fissando una piccola innocente mazza di scopa che implora pietà: “Ci sarebbe ma mi sembra, anche quella, troppo grossa”. Quivi salito addormentossi il nume, ed al suo fianco giacque l'alma Giunon che d'oro ha il trono (Epilogo) Le colleghe portano Sara in processione per tutto il ristorante come fosse una santa, il proprietario si segna la data affinché venga inserita negli annali del ristorante, Sara si appunta il tutto per farne un post. Ma è giusto così: certe storie implorano di essere raccontate non fosse altro perché diventino imperituri testimoni della feroce e quotidiana battaglia campale per conservare la dignità. E sarei curiosa di vedere i banner pubblicitari, adesso.
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Adesso guardo l'inter. Penso che nella prossima ora e mezza trasformerò S_CAROGNE in una succursale di gazzetta.it.
Cià!
Clà!
p.s. per losc: Ho ricevuto tutto. Grazie. Non è esattamente quello che cercavo, ma in questo momento, tutto fa brodo. Ad ogni modo, nel giro di due mesi, quella cosa dev'essere terminata. In un modo o nell'altro. Spero di farti vedere presto il risultato. Ciao!!
La Roma all'inizio ci prova un po'. Ma l'Inter si prende venti minuti buoni in cui fa quello che le pare, segna un gol, pressa alto e non lascia spazi dietro. Sul finire del tempo la Roma conquista qualche metro ma crea davvero poco.
In questo inizio di secondo tempo eravamo un po' loffi...
Inter - Roma: 2 - 1
SuperMario da solo, freddo come la morte, punisce la roma.
Inter - Roma: 2-2
Calcio d'angolo per la Roma, Vucinic salta e insacca di testa.
tutto daccapo. tutto da rifare.
Roma : Vucinic GOAL
Inter :Ibra GOAL
Roma : Baptista GOAL
Inter : SuperMario GOAL
Roma : Cassetti GOAL
Inter:Stankovic FUORI
Roma : De Rossi GOAL
Inter:Maxwell GOAL
Roma : Totti FUORI
Inter:Cambiasso GOAL
Roma :Pizarro GOAL
Inter: Jimenez GOAL
Roma :Juan PARATA
Inter: Zanetti GOAL
Supercoppa all’inter. Bello, dai. Grande Binx! Che faticaccia però! Buonanotte a tutti. Cià! Clà!
Perchè voglio ricordare alla signorina Sara il periodo in cui lavorava gomito a gomito wc a wc con il suoro.
Quando passava buona parte della giornata lavorativa in bagno regalando al sedile bianco immacolato Eau de coulogne
Ps. Anche Erba non scherza..guardando le mattonelle colorate e dopo la digestione con il suo limoncello.-ipo-
Lì ove manca l'area, ove non vi sono vie di fuga...son costretto a sopportarmi.
Quando non voglio soffrire troppo..faccio dieta o mangio in bianco.-ipo-
. Tappati il naso e, nel vaso, svuota una bottiglia di acido muriatico.
Scappa via e torna dopo diverse ore munita di una pompa con gettito molto potente.
Da lontano innonda il bagno.
Quando ti accorgi che anche tutto il Ristorante si è allagato...
Saluta tutti e licenziati. -ipo-
Oggi al mare un vecchio ha deciso di continuare a stare in acqua nonostante i bisogni impellenti. Dopo un pericoloso ribollio, priva di pinne, fucile ed occhiali, è venuta a galla mentre l'artefice provava a svignarsela.
Fortunatamente ella ha subito riconosciuto la patria potestà e, onda dopo onda, si è messa alle sue calcagna.
-ipo-
Mio fratello mi accompagna alla stazione di Reggio Emilia (da Guastalla)... lasciamo il bimbo in lacrime (voleva venire anche lui), mi dico: in fondo sono quaranta minuti con tuo fratello...
Un fratello libero professionista, sposato, con un figlio, in quaranta minuti di viaggio vi romperà i coglioni, nell'ordine, con lo Stato che nulla dà e tutto chiede, con quanto sei fortunato tu che sei single, con quanto sei fortunato tu che non hai figli.
A Reggio Emilia invece di picchiarlo lo saluti con una stretta di mano...
Fa caldo, sono stanco, manca mezz'ora all'arrivo del treno... ma sì, mi siedo accanto a quelle due innocue attempate signore...
Si avvicina un ragazzo... avrà trent'anni, ahimé (ahivoi?) oggi a trent'anni si è ragazzi... barbetta alla Jovanotti (ciao fratèèllo)... comincia col primo della fila (IO)... racconta una storia nemmeno tanto lacrimevole (Erba saprebbe fare meglio) sul fatto che non ha i soldi per il biglietto, non ho ben capito cosa gli sia successo, ma dice che sta tentando di raccimolare i soldi per raggiungere Avellino, "Mi mancano solo quattro euro"... "Se mi date..."
Alla parola "date" proferisco un deciso ed ina ppellabile "NO!!!".
Mi stupisce (non è facile stupirmi) il fatto che lui non si lascia spiazzare... distoglie lo sguardo da me e lo rivolge alle due signore... continua 'mbriacandole di parole... "Se mi date qualcosa, anche solo un euro, magari riesco a partire".
La prima signora dà segni di cedimento, il figlio di puttana mi dice "Capo, permetti?" e si siede fra me e le signore... continua la sua lacrimevole storia fino a che la prima signora gli dà un euro... non soddisfatto il figlio di puttana si rivolge alla seconda... "E Lei non mi dà niente?"... anche la seconda signora cede, gli dà l'agognato euro...
Ancora seduto volge lo sguardo verso di me, non mi fissa negli occhi, ma di sbieco con un atteggiamento di sfida... non lo fisso negli occhi ma di sbieco... "Ma chi vuoi prendere per il culo?".
Arriva il treno, salgo, è quasi vuoto, mi siedo al finestrino in uno scompartimento dove c'è solo un uomo seduto presso il corridoio.
Pochi minuti e la porta viene aperta dal nostro ragazzone il quale comincia la solita tiritera guardando l'uomo presso il corridoio... quando dice "Mi mancano solo quattro euro"... intervengo, attiro la sua attenzione urlando... "Ancora quattro euro ti mancano?"... lui, solo appena disorientato (è un professionista) "Nessuno mi ha dato niente", io col tono alto di chi vuole litigare "Ma se ti hanno dato due euro davanti ame, ancora quattro euro ti mancano???"... chiude lo scompartimento e scappa via... qualcuno che ha sentito gli urla dietro "Ancora con questa storia???".
Al mio ingenuo compagno di viaggio svelo che quella è una pantomima che viene recitata da almeno venticinque anni...
Ero al casello autostradae di Napoli in coda... in macchina c'erano mio padre, mia madre e, forse, mio fratello... si avvicina una ragazza dall'aspetto perbene, jeans e maglietta elegante, insomma non aveva l'aspetto di chi ti dice "scussa c'hai ccento llire?"... ci dice che al casello le hanno rubato i bagagli, non sa come rientrare a casa, se le diamo qualcosa per il biglietto... mio padre impietosito le dà mille lire. In coro malediciamo l'inciviltà dei napoletani che neanche fanno entrare in città una brava ragazza che la rapinano...
Al ritorno dal soggiorno napoletan-avellinese, stesso casello, vediamo la stessa ragazza che ripete la stessa recita... commentiamo "Ammazza quanto è sfigata?"... (continua)
I denti sono d'oro e tu l'hai portata al monte dei pegni per far soldi e pagare l'esoso veterinario. -ipo-
Ps. Ora capisco perchè preferisci la montagna al mare...
Coincidenza a Firenze Rifredi. Treno affollato, l'esperienza mi dice di catturare il primo posto a sedere disponibile. Chiedo ad un signore che avrà avuto all'incirca la mia età (distinto, barba e capelli brizzolati, abbigliamento sportivo ma non "ggiovanile") se il posto di fronte a lui è libero; mi risponde di sì e si china per tirar su qualcosa nascosta sotto il sedile che avrei occupato: è una deliziosa cagnetta (il pensiero corre a Sara... impressionante la somiglianza), è disposto a tenerla in braccio. Gli dico di lasciarla giù che non mi dà nessun fastidio, anzi... Il viaggio scorre piacevolmente con la cagnetta accucciata sulle nostre scarpe, ogni tanto mi chino a farle una carezza.
A Pisa mi dirigo verso la fermata degli autobus, individuo un autobus con l'insegna "14 stazione". Devo prendere il 14, ma mi rendo conto di un'incongruenza: siamo alla stazione, quell'autobus non può essere diretto alla stazione, evidentemente l'insegna deve essere cambiata. Sale un conducente che parla al cellulare (scoprirò con sua moglie) e si siede. Temendo che l'autobus parta senza di me gli chiedo "Scusi, è il 14 questo?", farfuglia qualcosa, ripeto la domanda "Sono al telefono!". Aspetto che abbia finito e ripeto la domanda "No, è il tredici". Mentre mi allontano lo risento farfugliare. Mi volto e gli chiedo "Scusi, cosa ha detto?" "Ho detto che lei è un maleducato!!!". Riconosco il genoma: Trogloditus Pisanus.
Gli faccio notare con tono deciso che tutto faceva pensare che l'autobus fosse in partenza e che se l'indicazione del numero dell'autobus fosse stata corretta non sarei stato costretto ad interrompere la telefonata di Sua Maestà "IL MALEDUCATO E' LEI!!!".
Le parole proferite durante una discussione accesa sono come le ciliegie, una tira l'altra... comincia ad urlare sostenendo la tesi che fosse un suo diritto darmi del maleducato. Urlo "LEI <MALEDUCATO> NON ME LO DICE" "LEI <MALEDUCATO> LO DICE A SUA MOGLIE, MA NON A ME!!!" e faccio per andar via.
Scende dall'autobus e si dirige con decisione verso di me urlando "AMICO, IO TI METTO LE MANI SUL MUSO!!!".
Ora, mi pare di aver dimostrato in questa sede di essere una persona estremamente tollerante; per me spacciatori, violentatori, assassini, baresi sono comunque creature di Dio. Esiste una sola categoria di persone che trasformano un mite (?) Michele in una bestia: le teste di cazzo pisane che ti aggrediscono convinte che basti urlare per farti scappare "... forse perché i pugni presi, a nessuno li ha mai resi e dentro fanno male ancor di più..."
Come sempre avviene quando mi trasformo in una besti il cervello diventa lucido e freddo come un computer; penso "Questo è il punto di non ritorno, se rilanci rischiate di venire alle mani: te la senti di finire in caserma per una testa di cazzo pisana?". Resto fermo con gli occhi nei suoi, aspettando di essere faccia a faccia.
Con freddezza gli dico "Scusi mi dà il suo numero di matricola?" "IO NON LE DO' NULLA. LI' C'E' L'UFFICIO RECLAMI, CI VADA!!!" "Certo che ci vado!!!".
Mi accoglie un signore sui 60, capelli grigi, pacato, aria paterna. Gli racconto l'accaduto, esplode la mia rabbia "Ma chi ci mettete sugli autobus?" "Io ancora non riesco a crederci, mi ha detto <ti metto le mani sul muso>, ma io lo denuncio alla polizia quel cafone!!!".
Compilo il modulo del reclamo sacramentando di tanto in tanto contro il minus habens.
Il troglodita evidentemente e fuori ad origliare; sulla porta, sbracciandosi, urla "Ma ora lo denuncio io il signore!!!" lo chiamo con la mano e dico con ironia "Venga, venga, che la facciamo insieme!!!".
Il signore dell'ufficio, raccolto il mio reclamo, si avvicina al collega e lo conduce verso l'autobus... li seguo. Il troglodita ha ora un'aria bastonata, lo sento lamentarsi ad alta voce "Chi arriva deve cambiarlo il numero se no la gente viene da noi a chiedere!"; penso "voglia di lavora' saltami addosso". Sull'autobus continua lamentandosi che lo avevo interrotto durante una telefonata a sua moglie. Da giù gli dico a voce alta perché tutti sentano "Senta, l'autobus sembrava in partenza ed io le ho solo chiesto <Scusi, è il 14 questo>. Se lei parte, io perdo l'autobus! Se mi avesse risposto <Sì>, la cosa finiva lì; se mi avesse risposto <No>, la cosa finiva lì!". Farfuglia qualcosa, il collega scende, le porte si chiudono, l'autobus parte.
Intanto la rabbia è sbollita, dico al signore che ha raccolto il reclamo "Senta, lo strappi, io non voglio mettere nei guai nessuno", mi risponde "Lo lasci, ha offeso anche me". Prima di salutare gli dico "Ah, piuttosto, mi scusi LEI" "No! Scusi Lei...".
Intanto l'autobus l'ho perso per davvero. Mentre aspetto il successivo arriva una ragazzina e teppisticamente, sotto i miei occhi, comincia a scrivere sul palo della tettoia con un pennarello. Le dico "Scusa perché ci stai scrivendo?" Una pasosa voce impertinente mi risponde "Mi va!".
Penso "Che faccio, comincio a litigare di nuovo o mi faccio i cazzi miei".
Sono stanco, non vedo l'ora di arrivare a casa, opto per la seconda ipotesi.
L'autobus arriva, salgo, mi porta a casa.