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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°444 pubblicato il 28 Dicembre 2008 da sara_1971
Allora. Chiariamo. Per rimanere precari a vita e perdere qualsiasi opportunità di carriera è necessario si crei un meccanismo mentale molto simile alla Sindrome di Stoccolma, una sorta di affezione involontaria verso il proprio datore di schiavitù che porta a giustificare il proprio kaiser per qualsiasi (anticostituzionale) comportamento lavorativo. La seconda vincente (!) mossa per la creazione della vostra nuova vita da disadattato é la ricerca di un secondo lavoro (rigorosamente a nero) che permetta la vostra sopravvivenza in terra. Nei casi più disperati anche una terza fonte di reddito. E’ appunto a causa di queste disdicevoli situazioni fallimentari che stimate e professionali blogger in ottimo stato di conservazione* si ritrovano una triste sera pre-natalizia in quel di Parchitello. Le Ladies hanno estratto dalla naftalina i loro visoni, i Gentlemen esibiscono al polso un cipollone che ad occhio e croce permetterebbe a Sara_1971 di estinguere il mutuo in una sola botta. Nel salone razzolano una decina di mostri dalla taglia contenuta, per intenderci quel genere di infanti che a 15anni pianteranno un coltello fra le scapole dei genitori per ereditare la villa a Rosamarina. Perfetto. Dopo questa prima veloce occhiata Sara si chiede se in borsa ci possa essere ancora qualcuna di quelle pillole colorate prescritte a Geghe nel corso dell’ultima visita al Sim e, nel caso, se possa ingoiarle tutte insieme per garantirne l’effetto. Seduti sul divano, con un piede e due braccia nella tomba, un paio di nonnetti indifesi. Un piccolo mostro dell’età stimata di circa otto anni corre, scivola sul pavimento e cade rovinosamente su uno dei due anziani di cartapesta. Si rialza, esclama qualche leggiadra frase che suonerebbe benissimo in bocca ad un camorrista (ma sei coglione? Togliti dai piedi!) e scoppia a piangere. Il padre nel frattempo, da lontano, sollecita la conserte affinché accorra in aiuto del mostro. ORA. PREMESSO CHE: 1) Sara difficilmente si intenerisce davanti ad un bambino, soprattutto se in possesso di geni parchitelliani, preferendo lasciarsi andare alla commozione al momento della lettura del proprio saldo conto; E CHE: 2) Sara, da quando ha scoperto di essere la legittima affidataria del nipote in caso di precoce dipartita dei genitori, suda freddo ogni volta che gli stessi prendono un aereo e tenta strenuamente di convincerli a non andare in vacanza e ad usare l'auto il meno possibile, o per lo meno a spostarsi separatamente (e non sto scherzando); E CONSIDERATO CHE: 2) nessuna donna dovrebbe mai parlare così dei bambini (piccoli esseri che ti succhiano la vita, le energie e tutti i risparmi), dato che notoriamente dette entità sono il futuro del mondo, che ci traghetteranno verso nuovi orizzonti e bla bla bla. MI CHIEDO: Perché oggi nessuno picchia più i propri figli? Il metodo è antico ma funziona, credetemi! Se poi siete dei genitori decenti e avete fatto il vostro lavoro per bene, non dovreste avere bisogno di utilizzare un bastone o un rastrello da giardino: questo è solo per casi di emergenza, quando la malvagia entità torna a casa con discorsi come “Potrei averla messa incinta...”, oppure “Se voglio posso______quando mi pare”, dove il ______ può essere riempito con uno delle seguenti opzioni: urlare, copulare, fare fuga da scuola, guardare la De Filippi, ecc. CONCLUSIONI: |
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"!^
Diffido sempre da chi crea categorie da odiare.
Vado a ruota libera, avete messo molta carne al fuoco... libere associazioni.
(1)Benedetta: terrificante nel suo agghiacciante conformismo. Le mamme quarantenni "Ho visto 40cinquenni girare, ridicole,avvolte in palandrane premaman.Ho visto fuori dell'asilo mammme essere scambiatre per nonne..." [ho imparato che con Benedetta è meglio citare].
Cara conformista (parlo di Benedetta) perché mai una donna dovrebbe essere ridicola col premaman a quarantacinque anni? Perché così hanno deciso i Signori del conformismo? Mia madre ha cominciato ad indossare il premaman a diciotto anni, ma l'ultima volta l'ha indossato a trentasette anni: la stessa donna a diciotto è bella come solo una futura mamma può esserlo a trentasette (o quarantacinque) è ridicola... CONFORMISMO!!!
Perché mai una mamma (e non un papà) dovrebbe andare a prendere suo figlio alle due di notte? Che torni così come ci è andato... mi è successo quest'estate con mia nipote e la sua amica di Sidney in visita qui da me.
I papà ultracentenari erano la regola, ora che le madri cominciano ad essero i perbenisti tirano su le barricate. Ognuno è libero di fare cosa gli pare e non deve certamente dar conto alla schiera dei perbenisti per AVERE UN FIGLIO, non per comprarsi il vestitino ultimo modello!!!
Il problema è la libertà di scelta, senza essere giudicati da una società conformista e bacchettona: a 18 sei bella a 48 sei ridicola.
Io tornavo a casa, a 14 anni, alle due di notte, i miei dormivano beati. Andavo a scuola in prima elementare (sei anni) da solo percorrendo circa due chilometri. Oggi, le mamme ansiose, non fanno dare un passo da solo ad un bambino se non dopo la pubertà, e quando questo avviene lo tempestano di telefonate sul cellulare per accertarsi che sia ancora in vita.
Ma come avrà fatto mai la mia generazione a sopravvivere senza questa opprimente perenne reperibilità?!?!
Ruolo dell'educatore è portare l'educando ad avere il minimo di regole comportamentali necessarie affinché si affranchi da esso (educatore) a 18 ANNI, non a 40... se bastano.
Ti vorrei ricordare che a 18 anni: voti, puoi ammazzare in guerra, puoi educare i tuoi figli, rispondi di ciò che fai di fronte alla Legge ecc. ecc. in altri termini sei un adulto.
Cosa fanno i genitori invece? Fanno crescere i loro figli in una situazione di dipendenza psicologica da loro, perché sono incapaci di adempiere ad un ruolo... e lo sono perché manco lo conoscono il loro ruolo.
Se per permissivismo intendiamo che al bambino viene concesso tutto ciò che il suo Io richiede la risposta è NO! Se per educazione repressiva si intende che il bambino viene considerato un uomo in miniatura al quale negare ciò che si negherebbe ad un adulto e sanzionarlo così come si sanzionerebbe un adulto, la risposta è NO!
Il bambino è un selvaggio che ha il diritto di esserlo. Non ha regole. In più, rispetto ad un selvaggio adulto, si ritiene al centro dell'Universo (ad essere sinceri questo avviene anche per molti adulti...). Ancora: desidera soddisfare ogni suo desiderio "Principio del piacere".
Educazione significa sostanzialmente insegnare a qualcuno, di norma un bambino (ma quanti adulti avrebbero bisogno degli stessi insegnamenti?!) che esiste un limite da non valicare. La nostra libido non può essere sempre soddisfatta. Il soddisfacimento della nostra libido potrebbe determinare la sofferenza di qualcun altro. Educare vuol dire insegnare al bambino, al futuro adulto, che esiste un proprio spazio privato che siamo liberi di gestire. Di uno stesso spazio è dotato chi ci sta di fronte. Esiste poi un territorio comune (convivenza civile e non) all'interno del quale devono essere rispettate delle regole affinché la convivenza generi meno sofferenza possibile.
Troppo spesso un genitore ignora questa finalità dell'educazione, si limita ad una educazione formale e non sostanziale. Dice al bambino che deve ringraziare, che deve salutare, che non si dicono le parolacce ma non gli insegna la motivazione per cui esistono queste regole: l'altro è diverso da noi ma è al contempo uguale a noi, se vogliamo essere rispettati dobbiamo rispettare. Ossia, se non vogliamo soffrire per un comportamento per noi lesivo, non dobbiamo far soffrire con comportamenti lesivi: convivenza civile.
Ho poi risposto a quanti mi hanno fatto gli auguri in privato.
Sono una bestia, ma non fino a questo punto...
Benedetta, hai assunto qualcosa di particolare in queste ultime ore? :| Sembri un vulcano in eruzione...
Comunque, la prossima volta, fa' come ti indico.
a) Se ci sono testimoni, portati davanti al muso del carro funebre e dai una violenta bracciata sul cofano, urlando e inveendo contro la pazza che ha cercato di investirti in risposta al tuo richiamo al senso civico (sperando che, a quel punto, non t'investa davvero); accusa forti dolori all'anca e chiedi ai passanti di prendere il numero di targa. Naturalmente poi rivolgiti ad un bravo avvocato esperto in sinistri automobilistici.
b) Se non ci sono testimoni, sferra un mae-geri allo sportello ed un kizami-zuki al retrovisore. Se scende per protestare, ripeti la sequenza su vescica e mento rispettivamente. Per il kizami-zuki ti consiglio di fasciare le nocche in modo da non lasciare il tuo DNA sulla carrozzeria.
Luigi.
Come consuetudine, quindi, circostanzio.
Buon anno a tutti, vecchie belli e brutti!
Luigi
Ero di sinistra, mi turavo il naso e votavo PCI, mal digerivo la lotta di classe ben conoscendo molti dei lottatori (gente che aspirava solo a prendere il posto del padrone) figuriamoci la rivoluzione di cui andavano farneticando Sofri e soci. Sono stati policamente ottusi nel non vedere l'evoluzione alla quale stava andando incontro il proletariato, un'evoluzione che ci ha portato ai giorni nostri. Ma tu ce lo vedevi davvero l'operaio che abbraccia il fucile per il solo bene dell'equità sociale? E gli ottusi capi di LC si definivano intellettuali... le risate!!!
Nel mio errare per terre e per mari non avevo ancora visto (per mia fortuna) uno tsunami...
Poi ho conosciuto Sara e adesso mi è chiaro cos'è...
UN'ONDA ANOMALA... -ipo-
E non fare paragoni con la bella addormentata nel bosco che NON è attinente. -ipo- Ps.. e non eruttare pus..
Gli extraparlamentari in genere e LC in particolare hanno dimostrato, professando la rivoluzione del proletariato, di non conoscere la realtà nella quale vivevano. Gli ideali di sinistra erano decorosamente rappresentati in Parlamento dal PCI e da altri vari partitucoli, professare la rivoluzione del proletariato ha senso in una dittatura di destra, l'Italia era una Repubblica parlamentare.
Affinché l'Operaio, il Contadino scendesse per le strade armato contro l'oppressore era necessario che esistesse un oppressore. Solo un popolo sfruttato ed oppresso da una dittatura sarà abbastanza incazzato da sollevarsi.
Dove lo vedeva LC il padrone sfruttatore ed oppressore? In quegli anni maturai le mie prime esperienze lavorative, gestione di un Circolo Arci (legato al PCI), e lavori in fabbrica. Ho quindi avuto modo di conoscere profondamente la classe operaia sfruttata dal padrone oppressore: si trattava di oneste e miti persone che entravano in fabbrica, facevano onestamente il loro lavoro, si divertivano durante le pause e tornavano a casa dalle loro famiglie. NO! Di gente tanto incazzata da imbracciare il fucile nemmeno l'ombra. Chi ha ucciso in loro nome, chi è stato ucciso perché lottava in loro nome, non è da piangere come un eroe, ma è da commiserare come chi di polica non capiva un'accidente.
Le mie conoscenze dirette di appartenenti ad LC si limitano a due persone: la prima a Napoli, avevo non più di 14 anni e frequentavo già da alcuni anni un gruppo anarchico. La preparazione politico-culturale di questa persona era l'aver letto Le lettere dal carcere di Gramsci. Sono sempre stato in dubbio se lo avesse letto davvero, nessun dubbio invece su se l'avesse capito: una capra era meno ignorante di lui.
Mi trasferii a Pisa e qui conobbi per frequentazione scolastica tale Allegretti (ne faccio il nome nella speranza che lo arrestino ora per allora), vicino ad LC. Costui era un tifo fondamentalmente rozzo. Un giorno c'era un'assemblea ristretta ad alcune classi, era presente anche lui. Un ragazzo, nototiamente di destra, ebbe l'ardire di affermare durante l'assemblea che "Almirante non va in giro a dire che si deve ammazzare la gente", oggi una frase del genere la classificheremmo fra quelle inoffensive. Quel ragazzo fu costretto ad abbandonare l'assemblea in seguito ad una violenta aggressione verbale, ricordo ancora quel che gli urlò dietro l'Allegretti "I pezzi di merda si espellono da soli!".
Il giorno dopo quel ragazzo rientrò a scuola col viso devastato dai segni di un pestaggio: era stato pestato a sangue dai (MIEI) compagni rivoluzionari. Mi fu molto difficile allora, ed ancor più lo è oggi, vedere in quella vigliacca aggressione teppistica i segni della lotta di classe. Quel ragazzo che era stato pestato, mi dissi, avrei potuto essere io se solo l'avessi pensata comelui: come me era di una mitezza assoluta.
Queste erano le ricadute nella vita reale delle farneticazioni degli "intellettuali" (le virgolette sono d'obbligo) extraparlamentari di sinistra, persone destinate ad essere sconfitte dalla storia.