S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
AREA PERSONALE
Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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“Quando rivolgi lo sguardo alla tua vita, le più grandi gioie sono quelle della famiglia”J. Brothers
“La famiglia è la patria del cuore.”G. Mazzini
“La famiglia è la prima sede dove si comprende il significato dell'esistenza. In un mondo in cui prevalgono i valori del profitto, della ricchezza, del piacere, la cultura dell'accoglienza mira a coltivare i valori del servizio e del dono.”.N. Galli
Per l’appunto, tutto ha inizio da un dono.
Doveva essere un sabato pomeriggio, quando LO zio annuncia la sua visita “con sorpresa in pronta consegna”. Per l’occasione mi si prega di essere presente (la sottoscritta fugge i parenti come la peste, non potendosi esprimere in tali consessi come la sua indole spingerebbe a fare, pena pizzicotti della regina madre sotto il tavolo ebbene sì, ancora…).
Prontamente, non considerando che la presenza debba essere necessariamente fisica, resto in casa, dando il mio supporto spirituale dalla stanza accanto, non fregandomene nulla né della visita né del sorprendente dono. Trattasi del primo libro di una serie (della quale si disconosce il numero totale) del caro zio. Origlio parole che mi riportano ad una familiarità non lontana e nefasta: “Un libro è come un figlio, una Creatura. E’ fresco di stampa: non potevo aspettare per consegnarvelo!”.
Inciso necessario: LO zio è esponente di spicco della sua stessa intelligenza. Osannato sin da infante per le sue capacità intellettuali, per i suoi meriti scolastici, universitari, professionali... E’ tuttavia anche un uomo dalle profonde ferite scoperte, che ha ritenuto di riuscire a curare con un suo tardivo matrimonio e un’altrettanto tardiva realizzazione familiare. Il tentativo a tutt’oggi appare fallito. Chiuso l’inciso.
LO zio è di fretta, deve distribuire la Creatura agli altri fratelli. Va via. Esco dalla mia tana. Prendo la Creatura tra le mani. Solo 315 pagine che narrano le vicissitudini dell’infanzia, adolescenza e prima gioventù del Genio di famiglia. Subodoro la fregatura. Minimizzo e lancio battute al vetriolo. Vengo tacciata di solito cinismo ed acidità pregiudiziale. Torno nella mia tana.
Passerà solo un’ora prima il vaso di Pandora si apra (ed il coperchio lo devo ancora trovare!).
Un grido della regina madre, misto a singhiozzi pari a quelli di Sandra Milo per il suo “CiroOddioOddioOddiiiio!”, interrompono la mia macumba preventiva.
Tempo un’altra mezzora e tuona la telefonata de La Zia che, ricevuto anch’ella il dono, chiama Il re padre e la regina madre in preda ad urla di disperazione e in cerca di conforto. Trova lacrime. Io, prudentemente, rasentando le pareti come un geco, esco dalla tana e riesco a riagguantare la Creatura e a sfogliarla.
L’intenso racconto di vita de Lo Zio, appare un quadro naif con tinte forti pari a schiaffi violenti sull’intero parentame. Rivendicazioni economiche, erediatarie, comportamentali, mancanze infantili, adolescenziali, tratteggiate da ricostruzioni romantico-malinconiche di un’esistenza camminata, ma mai corsa. Il tutto dallo sguardo di un unico osservatore: lo scrittore.
Durante la notte, la regina madre necessita di un controllo per inizio d’infarto. La mattina dopo La Zia piomba in casa con il legittimo consorte per una seduta psichiatrica di gruppo. Ognuno si ripresenta a se stesso e ai familiari. Io, in disparte mangio panettone avanzato e mi chiedo quando usciremo dal tunnel appena imboccato.
La scena si ripete, ormai di routine, ogni domenica con buona pace del mio colesterolo, a questo punto ben oltre i limiti del “rischio basso”.
Da quel momento è accaduto nell’ordine:
- che il nucleo familiare originario si è sciolto;
- che il nucleo familiare tardivamente conquistato da Lo Zio si è arroccato;
- che è nato Gesù Bambino;
- che il pelo è riuscito a far vacillare Berlusconi più di qualsiasi manifestazione nazionale e più dell’opposizione (opposizione? Dove?);
- che i cugini si sono così schierati: SI 25%; NO 25%, non sa non risponde 25%, scusate ero in bagno 25%;
- che La Zia ha ricominciato a fare dolci e la madre a fare focacce, entrambe in produzione industriale;
- che ho speso euro 200 in saldi senza comprare nulla di utile (mortacci!);
- che gli antidepressivi sono gocce dispensate nell’insalata come olio.
Ma soprattutto, in nome della dignità e del rigore familiare, dopo le accuse di “brogli ereditari” aventi ad oggetto “addirittura” una credenza della nonna (prezioso pezzo di antiquariato, restaurata dai genitori regnanti per ben due volte alla modica cifra di Euro 1800), è successo, dicevo, che la suddetta credenza sia stata impacchettata e spedita a Lo Zio come gesto eloquente che comportasse una seria riflessione su La Creatura e le parole ed i pensieri che l’avevano alimentata fino al parto.
Conseguenze: a) la riflessione de Lo Zio ha comportato una sua auto-erezione ad Imperatore della somma Ragione Moderna e Post-Moderna, nonché un agguantamento graditissimo di credenza restaurata da parte della sua cara moglie. b) La credenza del misfatto (il pezzo unico di antiquariato) si scopre (si legga: scopro) solo dopo la spedizione che era destinata alla sottoscritta, prima nipote della fu nonna!
Morale: 1) “Quando rivolgi lo sguardo alla tua vita, le più grandi gioie
sono quelle della famiglia che hai avuto la lungimiranza di non creare, o il coraggio di abbandonare; 2) “La famiglia è la patria del cuore. E lo specchio del suo fallimento. 3) La famiglia è la prima sede dove si comprende il significato dell'esistenza: un’esistenza di merda. 4) Le Creature portano sempre sfiga!
Erba
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