S_CAROGNE

Un giorno,anni fa, ero a Parigi. Avevo preso alloggio in piccolo alberghetto, nel quartiere arabo vicino al Cimitero di Pere Lachaise. Prima di rientrare in camera, mi fermai in un bar,gestito da un turco, confinante all'albergo. Ordinai un the, mentre sfogliavo un settimanale satirico (Charlie Hebdo )il gestore del locale, che mi conosceva, mi indicò un anziano signore, il quale, seduto di-fronte a me, sorridendomi e sbiascicando qualche parola francese mista ad arabo mi invitava ad una partita a scacchi. La scacchiera era di casa in quel locale. Spesso m'ero soffermato a guardare i canuti avventori che si sfidavano all'ultimo pedone, forse, fra loro devo aver visto anche quell'uomo(era la controfigura di Darwin) Mentre da un gracchiante juk-bos si diffondeva nel locale una lemma nenia, cantata in arabo,"Darwin" mi faceva cenno di sedermi, difronte al lui, sul tavolo campeggiava una splendita scacchiera, i pezzi erano in pietra scolpita, credo, raffiguravano antichi guerrieri delle dune, io avevo la raffigurazione dei Tuareg. Aban(gestore del locale) provvedeva a portarci una brocca d' acqua e due bicchieri, guarniti da fresche folgie di menta, di Pernod...adesso Voi vi domanderete dove voglio andare a "parare", presto detto. Ala(Darwin)ingaggiò, sulla scacchierà, una lunga "guerra" psicologica, nei mie confronti, fatta di trabocchetti: variante del dragone, ecc.Come finì la partita? vinse lui, dopo tre ore 1/2 . Mentre mi accingevo a pagare il conto, da dietro le spalle disse una frase, in arabo, naturalemtne non capii una "mazza", gli sorrisi , ringraziandolo guadagnai l'uscita del locale.Meditando sulla partita appena persa, m' avviavo verso l'albergo, uno sdridente rumore di ferraglia arruginita scquarciava il silenzio della notte parigina. Destatomi dal rimurginare mi voltati; dietro di me Aban aveva abbassato la saracinesca del bar, feci cenno di un saluto e lui con fare sornione mi disse: "hai inteso cosa volesse dirti il vecchio Ala?" contenendo uno sbadiglio gli risposi: "no!". Fermo sul marciapiede aspettavo il mio interlocutore,curioso di sapere se m'ero preso dello stupido,da "Darwin", in arabo. Aban mi prese sotto braccio e con fare paterno fece una lunga prefazione su chi era stato Ala,prima di intraprendere la carriera di "antreneus" del locale. Professore di filosofia orientale all'Universita della Sorbona, nonchè responsabile della biblioteca del medesimo ateneo. Campione per anni di scacchi, la leggenda narra che diede del filo da torcere anche a Spassky, in un suo soggiorno a Parigi. Autore di una decina di testi sulle molteplici filosofie orientali...oramai ero allo stremo delle mie forze, Aban lo intuì affrettò il racconto e tradusse cosa volesse dire, molte ore prima il Professore, al mio indirizzo. Sosteneva che ad un essere umano a cui affioravano le rughe sulla fronte, nel momento della sua concentrazione, era segno di grande profondità interiore, uomo o donna di grande bagaglio culturale...scusate forse l'ho presa alla larga per dire la mia sulle rughe in fronte @c@loscr...