S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
AREA PERSONALE
Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Diventare proprietaria di un cane mette ordine nella tua vita (perlomeno per quel che riguarda gli orari), moltiplica in maniera esponenziale la rete di conoscenze e ti costringe ad assumerti delle responsabilità.
Diventare proprietaria di quattro cani ti permette di addottrinarti sugli stessi argomenti solo in maniera più veloce e per di più indelebile.
Diventare proprietaria di Vieni Qui ti dà la possibilità di fare conoscenza con quella sanissima cosa che in termini psichiatrici si chiama rimosso.
Premessa:
Gli avvenimenti mondani dopo l’adozione di Vieni Qui sono diventati accattivanti quanto una tracina sotto un piede: non posso portarmela dietro per evidenti ragioni di ordine urbano perciò spesso sono costretta a lasciarla in giardino. E lei, sordida zoccola nata libera, ne approfitta per saltare la recinzione e scappare in cerca di nuove avventure. L’ultima volta il destino le ha detto male e (come ampiamente prevedibile) è stata investita.
Sappiate che:
Sara viene informata dell’accaduto da La Vicina (L’murt d cudd cazz di can che sì acchiat: ma tutt tu t’l’vae’ a piggh st’ piducchius*). A questo punto il cerimoniale prevede che andiate di corsa dal veterinario più vicino: il dottore (nel quartiere soprannominato Filo D’oro a causa delle contenute parcelle degne di un neurochirurgo laureatosi ad Harvard) aprirà la porta il minimo indispensabile per lanciarvi una museruola in vero cuoio e acciaio e appena entrate riterrà prudente ancorare la vostra adorabile cagnetta al termosifone con una catena in platino dello stesso diametro di quelle usate per recuperare il Titanic.
Un florilegio di geremiadi fungerà da colonna sonora alla visita e la diagnosi verrà emessa tra il nervosismo generale dell’equipe: la cagna va operata. Vanta un femore lussato, il bacino fratturato e nell’impatto ha perso due denti. La cosa, tra l’altro, le conferisce un ghigno satanico che ben si addice al suo carattere devastante.
Sopravviverà? – chiedo speranzosa (nel decesso).
Starà meglio di prima – risponde Filo D’Oro.
E così scoraggiata Sara si allontana senza badare all’eco della lotta che rimbomba oltre la porta (ringhiate, rumore di tavoli rovesciati, scaffali che crollano e soprattutto una implorazione disperata No, Dio, ti prego, l’ecografo no).
Il giorno dopo Sara va a riprendersi la nefasta bestia.
Per saldare il conto ha preso in considerazione varie possibilità (cessione dello stipendio, vendita di un rene, commercio di beni mobili insieme a Jay) ma l’unica soluzione praticabile si è rivelata quella del prestito terzi.
La terapia proposta è di tipo parenterale, ed è un bene: per esperienza personale vi sconsiglio le terapie orali a meno che non vi siano venute in uggia tutte quelle fastidiosissime falangi attaccate alle mani.
Dopo una breve contrattazione (Dottore, mettiamola così: o la pago a rate o le lascio qui il cane) Sara carica in auto la malvagia - in evidente stato di malumore, tra l’altro - e convoca a rapporto Jay che arriva solerte esibendo un’unghia lunga 4 centimetri al mignolo della mano sinistra, un optional che avevo già visto in passato e che speravo fosse ormai desueto ma che invece scopro con orrore essere un accessorio glamour assai richiesto tra gli ex tossici mariuoli.
Una volta a casa si chiudono le altre bestiacce in una stanza e, ignorando il leggero ringhiare del cane (ricorda vagamente il boato di un Dio adirato), si applica la museruola. Se avete partecipato ad una decina di match di lotta nel fango esiste la remota possibilità che ci riusciate. Adesso fate sollevare in aria il cane da Jay. In questo frangente se alzate gli occhi al cielo potrete vedere distintamente Satana farsi il segno della croce. Cercate di beccare il muscolo e di iniettare la dose nella coscia del cane e non nella vostra.
Non sprecate le vostre risorse per contestare gli sgarbati epiteti rivolti da Jay al vostro indirizzo perché nel parapiglia che seguirà vi serviranno per la conquista dei successivi istanti vitali. Fatto? Magnifico.
Adesso osservate l’ago: risulterà piegato ad angolo retto. Che fortuna, penserete, non si è spezzato. Lo farà, invece, appena Jay cercherà di infilarlo nel cappuccio, con il risultato di pungersi in profondità. Mandatelo in giardino a medicarsi la ferita (quante volte devo ripetervelo? Ha l’epatite) e guardatevi intorno: quel sangue che, copioso, ha imbrattato le fodere del divano è il vostro. Coraggio, tra una ventina di giorni basterà ricordarsi di fare il test per il tetano, la filaria, la piroplasmosi e la leismania. Sperando di risultare positiva a tutti quanti per raggiungere finalmente la pace tra una costellazione di stelline in brodo ed una mela grattugiata. Prosit.
Erba
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