S_CAROGNE

Caro (sempre si fa per dire) Anonimo, come sarebbe a dire che sei in disaccordo su tutto quello da me scritto!?? “Ti ta nà capì un caz”!! ;)) Ti perdono perché sei giovane e nulla facente... Maledetto a te!!! ;)) Le società tutte, sono produttrici di disagi secondo i propri periodi storici, i vari soggetti delle suddette reagiscono ai disagi con tutte le forme artistiche conosciute più o meno legali, c'è anche chi esce di casa e spacca una vetrina o chi si mette a sparare su una folla di ragazzi, purtroppo sappiamo che ci sono anche quelli. Non esistono testi inequivocabili, nemmeno le leggi che si danno gli uomini lo sono, questo è provato da varie sentenze contrastanti, tutto è soggetto ad una personalizzazione, noi leggiamo, soprattutto quando ascoltiamo una canzone o leggiamo una poesia, ciò che abbiamo nel cuore o nell'interpretazione del nostro disagio. Il mio non vuole essere un giudizio sul tizio di destra che ama Guccini, anche secondo me ha una bella nebbia in testa, ma è sempre un richiamo e non è la prima volta che lo faccio, alla torre di Babele. Personalizziamo sempre il significato delle parole se non per nomi precisi di cose ed oggetti e a volte anche quelli non sfuggono alla personalizzazione, ci sono parole che possono essere caricate di sentimenti, l'esempio primo che mi viene in mente è la parola casa che indica un luogo, dove sei vissuto stracarico d'immagini che puoi caricare di sentimenti positivi o negativi non importa cosa uno ci metta, questo carico di emozioni e immagini [credo che Panglos attraverso Freud possa spiegarti bene il valore delle immagini nella comunicazione con il nostro io] questa personalizzazione moltiplicata per le centinaia di parole di un testo da l'incomprensione oppure l'appartenenza così riteniamo che certe canzoni ci appartengano di più perché in certi testi ci sono parole che riconosciamo come nostre. Non credo che discutere quanto fosse ninfomane Bocca di Rosa possa portarci da qualche parte ognuno di noi darà sempre il suo significato personale, noi cresciamo attraverso le emozioni che riteniamo più giuste e più utili per noi quindi quello che dovremmo fare è riconoscere la capacità di De Andrè di essere stato artista e di averci dato emozioni in grado di farci crescere, in che direzione e quanto? Beh quello è solo fatto personale. L'appartenenza la fondiamo sempre sulle parole che sentiamo più vicine o sulle domande che ci poniamo e lo facciamo anche a livello personale quando ci innamoriamo, a livello sociale invece le persone semplici, nel senso che non si fanno troppe domande, amano parole semplici e questo spiega in parte il successo del Silvio nazionale.