S_CAROGNE

Carramba che Capodanno

Attenzione: la gentile utenza è pregata di non confondere il Nick con cui talvolta esco con l’omonimo “manlesta” frequentatore di questo blog: piantatela di chiedergli in pvt come sono fatta, non è lui.

Parte I

Notte di Natale. Sara viene invitata ad un concerto da Nick (ve lo ricordate? Quello che non beve, non fuma, non puzza, non…). Cercando di contrastare la sua innata sociopatia Sara accetta, sperando in una serata divertente ma al tempo stesso rilassante (tsè, illusa).

Nick evidenzia subito un blando malessere ma i due decidono di perseverare nell’uscita. A metà spettacolo la situazione diventa critica: quando il tremolio umano di Nick si trasmette all’intera fila di spettatori la coppia decide di andare via.

Nick ha lo sguardo distorto di uno stregone allucinato, Sara (ricordiamolo, ha l’anima della suffragetta) lo sostiene fino all’auto e decide di accompagnarlo a casa con la sua macchina. I due si fermano a raccattare il fratello del derelitto, convocato telefonicamente con estrema urgenza per raccogliere le ultime volontà del moribondo.

Arrivati a casa Nick dà luogo ad un intreccio polifonico di recitativi che non si distinguono l’uno dall’altro per accenti particolari “Oddio – Madonna Madonna mi sento di morire - Aiutatemi - Chiedo perdono – Addio – OddioOddioOddio - Vi prego”, quindi si avventa inopinatamente sulla cassetta dei medicinali cercando di mettersi in bocca (contemporaneamente) qualsiasi pillola contenga il prefisso anti.

Sara, inizialmente leggermente preoccupata, si lascia contagiare dal fermo ottimismo del fratello dell’agonizzante: “lascialo perdere, esagera, avrà l’influenza, che vuoi che sia” e termina la serata con lo stesso, cantando a squarciagola i Queen e tacciando per femminuccia gracilina il cadavere rimasto nel letto a digrignare i denti con la mascella serrata. L’influenza? Pfui, quante storie, è giusto un po’ di febbre.

Pochi giorni dopo (e che ve lo dico a fare?) Sara giace nel loculo in pieno delirio febbrile pensando alla quantità di topicida necessaria per abbattere Nick. Gli amici più cari a turno cercano di  confortarla. Alcuni esempi:

Erba: Se ti azzardi a venire a casa ad infettarmi i figli ti sparo alle meningi.

La Regina Madre: Sono 36 anni che mi rompi l’anima ammalandoti nei momenti meno opportuni.

Nick (sia maledetto): A me non è ancora passata, rassegnati, farai il Capodanno a letto.

Congus (venuto ad omaggiare la malata munito di mascherina antivirus): non mi chiedere niente eh! Piuttosto rivolgiti a - segue lungo e dettagliato elenco di tutti i frequentatori maschi di questo blog.

Ciurma di naviganti all’unisono: hai visto che succede ad uscire con Nick? Non sarebbe stato meglio uscire con me?

Lo status influenzale permane identico su valori particolarmente alti per 3 giorni. Alcuni flashback:

Sara convinta di avere a disposizione pochi giorni di vita si impegna in preghiere poco ortodosse e per di più vane al fine di scongiurare la presenza di competenti menagrami in tonaca nera al capezzale.

La Zia Cortigiana si rifiuta inizialmente di entrare in casa temendo il contagio e decide alfine di dormire nell’ingresso, ritenuto, non si sa bene per quale motivo, luogo più salubre della sua stanza.

Sara litiga con la Regina Madre per il numero di supposte di tachipirina consentite. La Regina ne impone 3 al giorno, Sara ne vorrebbe un numero variabile da 9 a 12, tutte in fila come un trenino antipiretico dall’effetto mortifero.

Nel frattempo, tra una gastema e l’altra, è arrivato Capodanno, non so se avete presente, quella festività pagana che impone di andare a cenare fuori spendendo il triplo di quello che si pagherebbe in un giorno normale per il solo vezzo di non volere andare a dormire.

Però, però. Sara non ama festeggiare facendosi saltare le mani e un occhio con i botti e per di più ha fatto una promessa in coincidenza di questa ricorrenza ed intende mantenerla. 

Scusate, asciugo le tre gocce di emozione repressa sotto lo scricchiolio del pennino e riprendo a scrivere… domani però.