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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

Avvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore

 
 

Sara

 

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

Cuor di Carogna

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Diario di una gravida

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1984

Post n°530 pubblicato il 23 Giugno 2009 da erbavoglio_70

 

(Era già tutto previsto)

 

Dicembre 2009. Ormai a riempire la nostra casella e-mail non vi sono più i soliti je_este, aridipiu, binxus e ipolipidico, ma (aridipiu e) giornalisti vari. Ebbene sì. Non si parla d'altro. Le s_carogne, da Bari, sono il nuovo caso letterario. Alla faccia di Carofiglio che non ha creduto in loro. Pare che un manipolo di sfigati che dopo anni non sono riusciti ancora a pubblicare il loro sedicente romanzo si siano riuniti e abbiano chiesto all'Editoria tutta di essere tutelati. Perché queste due sgallettate sì e noi no? (Ho capito, però, di grazia, perché lasciare invece pubblicare Buscaglia impunemente?)

Memori della saggia citazione “Bene o male purché se ne parli” non si sono scomposte particolarmente, un po' per mancanza di tempo, un po' per motivi di onestà intellettuale. E va bene che questi non si sono sbattuti per anni con un blog, però un po' di ragione la hanno pure loro. Come dargli torto? Dice uno che si professa loro fan. (E ho detto tutto.)

Ma torniamo a questi giorni di festa, con le lucine colorate e le bestemmie in coda per le vie del centro. Almeno i baresi e un gruppo eterogeneo di pseudointellettuali sparsi per lo stivale comprano copie della creatura a manciate (pare siano applicati incentivi del tipo prendi quattro e paghi due, gli altri li paga il marito di Erba pur di non sentirla inveire contro il Direttore e Sara) risolvendo con classe il problema del regalo all'ultimo minuto. Poiché le autrici hanno previdentemente parlato di ogni problematica esistente sulla terra, neanche fossero in campagna elettorale, si può star certi di incontrare il gusto di chiunque: dalla nonna alla nipotina, dal collega arrapato alla zia suora, dall'amica pariolina alla fricchettona del bar dell'angolo.

Per Erba si tratta di un Natale diverso: per una volta, invece di preoccuparsi di spendere soldi, si prodiga per guadagnarli. Per Sara poco è cambiato: invece di chiedere prestiti, si limita a promettere restituzioni. Tutto passa, inutile dirlo, per il marketing, ma nonostante il Direttore abbia tentato di promettere alle due paradisi in terra, differenziati a seconda della interlocutrice, non è riuscito a convincerle ad accantonare l'idea dell'anonimato. (Chiunque abbia letto il libro sa bene che per ammettere di averlo scritto – anche solo in parte – occorre molto coraggio.) E così le interviste si svolgono in penombra, in una specie di confessionale, in località segreta, neanche stessimo al Maurizio Costanzo show ai tempi dei grandi pentiti. Ovviamente a svolgere lavori del genere sono destinati giornalisti neo-assunti, quelli - per intenderci- che devono fare la gavetta. Generalmente il malcapitato di turno tira un sospiro di sollievo quando realizza che il duo è composto realmente da due esseri di genere femminile incapaci di nuocere fisicamente a chicchessia (ad eccezione della propria sodale). Sara, pur nascosta da una specie di chador casereccio, non rinuncia a truccarsi come per le grandi occasioni: povera stella, è comunque sempre a caccia dato che il successo non ha rallentato il ticchettio del suo orologio biologico, e non si capacita del fatto di essere molto più bella al naturale. Erba, invece, indossa occhiali da sole enormi e tre piccole gocce di Chanel. Ha una bag di dimensioni spropositate accanto.

FAQ: ovviamente sono le più ovvie, quelle alle quali non abbiamo tentato di dare risposta in precedenza, tacciandole di idiozia; neanche fossimo alla vigilia degli esami di maturità abbiamo cercato di non essere colte in fallo, studiando ogni autore o corrente a nostro avviso pertinente al nostro, ehm, romanzo, ma è chiaro che questi giovani esponenti della carta stampata hanno imparato il loro mestiere in anni in cui impera l'audience. Ciò che interessa davvero di noi non è quello che hanno scritto, ma quanto hanno peccato e, soprattutto, quanto intendono continuare a farlo.

  • G(iornalista): Allora, Erba, lei ha un amante?

  • S: Ecco, Erba, per colpa tua devo ascoltare domande di tal fatta.

  • E: Taci, Serpe. Se lei si fosse scomodato al punto da leggere il nostro blog, saprebbe che ho lavoro, figli, marito, gatto, casa in ordine e scrivo quotidianamente. Mi piacerebbe avere un amante, mi creda, ma non ne ho il tempo. E poi, lei può intravedere quanto io sia piccola: è anche una questione di energie.

  • G: Sara, i personaggi che lei descrive esistono?

  • S: Mi lasci il suo indirizzo.

  • G: Touché. Potrei vedere un suo piercing?

  • S: Erba, occupatene tu.

  • E: Questo potrebbe aiutare il suo cognome a scalzare dall'immaginario collettivo il ricordo di Cesare Luporini?

  • G: Siete quindi in due?

  • S: Se quella le sembra una intera direi di sì.

  • E: Per non lasciare i suoi neuroni spaiati abbiamo lasciato a casa le altre amiche.

  • G: Sentiamo, chi è Sara?

  • S: Quella.

  • E: Quella.

  • G: Vi aspettavate un successo del genere?

  • S: Erba, sono troppo commossa, ti prego, rispondi tu.

  • E: La smette per favore con domande così pressanti? Sa quanto ci ha messo Sara a truccarsi?

  • G: Scusate. Allora: per cosa rinuncereste all'anonimato?

  • S: Per una reincarnazione.

  • E: Per una Prada.

  • G: Mi arrendo. Un'ultima domanda.

  • E: Eh, sì. Non esageriamo con l'esegesi.

  • G(punto): Lo rifareste?

  • S: Solo con il marito di Erba.

  • E: Solo con il preservativo.

 

 

 

 
 
 
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