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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

Avvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore

 
 

Sara

 

AREA PERSONALE

 
 

Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

Cuor di Carogna

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Diario di una gravida

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White lies for dark times

Post n°565 pubblicato il 13 Settembre 2009 da erbavoglio_70

 

 

Da circa un anno un ostinato frequentatore del blog ha invitato Erba e Sara (in ordine alfabetico) ad assistere a uno spettacolo teatrale in una amena cittadina (della quale le due note blogger conoscevano a stento solo il nome; Sara ha anche chiesto “Ma è in Puglia?”) in cui o di cui è coprotagonista. Poiché la fatidica data coincide fortunosamente con una delle sei o sette in tutto l'anno in cui Sara non è vittima di una scarogna, Erba non ha appuntamenti dall'estetista e le due non sono in rotta di collisione, un delizioso scambio di messaggi telefonici ha consentito loro di accordarsi al fine di raggiungere il comune amico avvolte da un alone di decoro e di concordia (quello per intenderci tipico di due neo-divorziati che si incontrano accidentalmente davanti al prete testimone della unione fallita). Durante il tragitto, al fine di evitare spinosi argomenti, le due conversano amabilmente, imprecando contro terzi: sparare su un bersaglio comune evita di spararsi reciprocamente. Erba, incuriosita dal recente outing dell'amica, tenta poi di estorcerle qualche confidenza, certa che l'ostentazione della sua castità sia solo una messinscena atta ad aumentare l'audience. Incredibilmente, Sara non solo conferma quanto afferma sotto forma di post, ma rincara la dose, rivelando dettagli scabrosi inerenti al mondo della piattaforma sulla quale vi trovate in questo momento (che lei conosce bene giacché vanta la bellezza di 760 amici, forse più): pare, udite udite, che fare sesso non vada più di moda e che l'utente medio trovi più igienico, pratico e gratificante scambiare decine di pvt. Questo da una parte spiega il calo demografico e dall'altra la scarsa ricettività del pubblico dinanzi a certi post di Erba e Delilah, pregni di riferimenti erotici, ormai da molti ritenuti più ostici di quelli filosofici e letterari per una, come dire, mancanza di familiarità con l'argomento. Erba ottiene dall'amica una promessa: Sara si impegna infatti a darla entro Natale, a chi lo deciderà lei, in ultima analisi diventando una facoltosa escort.

 

Il piacevole viaggetto termina con l'arrivo in un paese i cui abitanti si divertono (scientemente o no) a depistare i forestieri dando in un idioma poco comprensibile informazioni errate. La scarsa fiducia nel genere umano aveva indotto le amiche a stampare due diverse (quasi antitetiche) mappe della cittadina, per cui la telefonata dell'attore, preoccupato dell'affidabilità e del senso dell'orientamento di Sara, viene liquidata con risatine isteriche e la promessa di un imminente incontro. Ovviamente, non trovandosi propriamente a Berlino, le due sono riuscite ad arrivare sul luogo della manifestazione, nonostante in alcuni frangenti abbiano seriamente dubitato dell'esito dell'operazione, a seguito di indicazioni contraddittorie e all'uso di uno slang talmente serrato da indurre Sara a uscire minacciosamente dalla propria auto (tirata a lucido per l'occasione, con la sola – inquietante – eccezione costituita da una borsa del mare contenente dal giorno di Ferragosto un telo mare e un costume bagnati) e da intimare a un indifeso quarantacinquenne testé uscito da una pellicola del dimenticato Nuti di concentrarsi, di smetterla di emettere suoni gutturali e di rivelarle la fottuta strada con il suo fottuto teatro, la sua fottuta compagnia e il fottuto amico. Il malcapitato, visibilmente frastornato, è riuscito, facendo ricorso a termini che lui stesso ignorava di conoscere, ad indicare il famigerato luogo della rappresentazione. Per amore di verità devo aggiungere che la Serpe ha addirittura tentato di carpire informazioni roteando in modo inquietante la sua lingua piercing-munita. Nel mentre, Erba – fingendo di consultare Google maps con il palmare - allertava via sms il marito circa le condizioni ormonali della comune amica pregandolo di trovare, citiamo testualmente, “Uno pazzo al punto da stare con lei, amarla e apparire normale, possibilmente auto-casa-buon lavoro-munito”.

 

Ebbene, un caldo torrido affligge da mesi la Puglia e... sì, sarebbe potuta essere una bella serata estiva di inizio settembre, quando la gente è ancora dorata dal sole d'agosto e gli animi sono aperti al nuovo e alla risata, come certamente avranno ipotizzato gli organizzatori, ma, stranamente, le cose sono andate diversamente. Un vento freddo e inclemente, incurante della scollatura di Sara, ha costretto il pubblico ad assistere allo spettacolo stretto in trench, scialli e – potendolo – in braccia amorevoli. Erba, previdente come solo una madre può essere, era munita di golf in tinta con la borsa e giacca. Sara, invece, nella vistosa borsa (una delle tre che possiede, orrore!) vantava solo una copia de La Creatura, sempre utile nel caso si incontrino Laterza o Carofiglio durante la sosta dal benzinaio. Dopo aver preso posto in ultima fila, viscida come solo lei sa essere, si è avvicinata a Erba, rannicchiandosi in se stessa nel (vano) tentativo di impietosire l'amica, appellandosi alla carità cristiana. Ma lei, sprezzante, avvolta dai due strati, le ha fatto notare che tutti gli astanti avevano avuto il buon senso di portare seco un maglione. Come mai lei no? Alla risposta “Anche io ne ho uno, ma è di quelli ultra-aderenti, dovrei slacciare la salopette per poterlo infilare senza rovinarlo”, Erba ha chiuso gli occhi sperando che tutto ciò che è datato 1971 fosse un incubo passeggero. Riaprendoli ha con stupore visto il volto dell'amica a pochi centimetri dal suo che la implorava, almeno, di abbracciarla. Alla fine del primo tempo, pur vedendola livida, una signora – suppongo esasperata dall'ininterrotto gnaulìo udito per tre quarti d'ora– l'ha maternamente rassicurata “Anche io ho la punta delle dita congelate, non è un principio di assideramento, piuttosto provi a dormire.”

 

Forse ora è il caso di spendere due parole sullo spettacolo. A Erba è piaciuto, soprattutto perché temeva uno di quei polpettoni pseudoculturali senza luci e senza brio in cui si specchiano regista e attori in un delirio di autocompiacimento e onnipotenza. Invece il contenuto era comprensibile anche alle sue orecchie di italiana media (che ha compiuto studi regolari ma che resta pur sempre una ignorante) e poi è accaduto ciò che deve accadere per giustificare un quasi congelamento a settanta kilometri da Bari: a tratti si è emozionata. Questo è avvenuto in particolare quando il protagonista (gioviale al pari di Sara dopo una interrogazione in Fisica, solo leggermente più duttile e meno affrettato nei giudizi) ha scagliato la sua invettiva contro quanti elargiscono sorrisi e amicizia senza la benché minima pudica censura necessaria a conferire unicità a certi sentimenti... Il pensiero cade sui blog amici e su Facebook, chissà perché. (Frattanto, Sara tossiva.) Poi l'eccellente interprete, senza mezze misure (come piace a Lei), ha puntato il dito contro i sedicenti scrittori che brulicano in ogni angolo virtuale e non di questo pianeta, invitandoli a smettere previa seria autocritica. Mentre Erba applaudiva estatica, Sara rantolava lanciando indistintamente saette. A un tratto la parola “nana” le ha donato una parvenza di sorriso, ma solo per brevi attimi: nana sta volgarmente per sintesi di virtù... Per l'acme della serata si attende la seconda parte: due bravissime attrici si esibiscono in una lite furibonda, lacerante, appassionata. Sara e Erba si guardano: sanno fare di meglio, e senza corsi di recitazione; trasognata Sara dice “Ti ricordi quella volta...?” Le ultime scene si sono susseguite nella totale rassegnazione del pubblico infreddolito; quando il sipario è metaforicamente calato, gli applausi sono stati frettolosi, ma sentiti. Si sono dileguati prontamente tutti, mentre le due stoicamente attendevano il bravo frequentatore; questi le ha magnanimamente invitate a unirsi alla compagnia per il prosieguo della serata. Durante la cena si sono susseguite le domande di rito e i conseguenti commenti “Quindi lei è davvero pazza, ero certo che tu fossi la parte sana del duo, ecc.”. Urge però sottolineare che per una volta la cazzata finale l'ha commessa Erba, versando inavvertitamente un bicchiere di (ottimo) limoncello sulle gambe del regista (che ha glissato con signorilità).

 

Concludiamo la telecronaca dell'incontro con il consueto gioco a premi: quanti giorni passeranno prima che xxx abbandoni definitivamente s_carogne? Al vincitore la promessa di un'uscita (e il conseguente affrancamento).

 
 
 
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