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Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°144 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da erbavoglio_70
Un giorno, in terzo liceo, lessi la frase di F. Schlegel “Pensati come un essere finito educato all'infinito, allora tu penserai un uomo”. Ritenni che andasse bene anche per una donna. E quello fu il primo sbaglio. Inoltre, errori di gioventù, fraintesi, e iniziai una lotta contro il tempo. A diciassette anni provai addirittura a ridurre progressivamente le ore di sonno, certa che un giorno avrei potuto eliminare del tutto quell'inutile perdita di tempo. Superfluo dire che l'esperimento terminò con un periodo di catalessi, ravvivato solo dagli improperi dei miei che minacciarono di sedarmi se avessi continuato a usare la sveglia in modo improprio. Ma so bene come rivoltare una frittata, e così colsi il lato B della cosa: sognare in modo creativo avrebbe reso il poltrire comunque producente. Intendiamoci: produrre per me non equivale certo a costruire palazzi o a fondare reti televisive, altrimenti Berlusconi oggi sarebbe solo un basso pensionato con la spilla “Forza Erba” sulla giacca. Per me produrre significa non consentire ai neuroni superstiti di annoiarsi. Anche mettere in ordine cronologico i ricordi in uno scàtolo (si può dire, lo hanno già fatto Pirandello, Capuana e Bernari prima di me. Quell'altro è scatòlo. [vedi post n. 100]) o spolverare non passivamente (per esempio componendo rime a partire dalla parola acaro) è produrre. Vorrei, credetemi, riuscire a riposare il pomeriggio, o almeno a stare stesa dopo un parto. Ma anche allora ho iniziato a scattare foto, a prendere appunti, a sfogliare libri di puericultura. Al più posso concedermi chiacchiere telefoniche, se l'interlocutore è interessante, anche perché durante una telefonata posso comunque stendere i panni, o guidare, o riordinare la stanza dei bambini. Il medico mi ha detto che non c'è da preoccuparsi (tanto non è mio marito): sono solo ipercinetica. Sarà per questo che la prima volta che ho sofferto per amore mi calmò un solo pensiero, quello di poter leggere tutti i libri in circolazione a casa dei miei. Cose da adolescenti. Ora, al contrario, un pensiero analogo mi butta nella più nera disperazione: come posso sapere tutto quello che c'è da sapere? Non potrebbe aiutarmi qualcuno a catalogare tutto lo scibile umano (dai fumetti, alla musica, ai libri, alle ricette, ai blog) e dirmi cosa davvero non è il caso di perdersi? Non vi dico tutto questo per indurvi a raccogliere fondi per una visita specialistica, ma solo per farvi capire che uno in fondo i guai se li cerca. Accingendomi ad uscire dal tunnel del pannolino (nel senso che non avevo più tra le mani neonati), ho iniziato ad avere un po' di tempo da destinare a nuove attività, e quella serpe di Sara ne ha subito approfittato. Forse, però, ora stiamo esagerando: non stiamo postando una volta a settimana come mi aveva chiesto, vuole i soldi dal sedicente Direttore del giornale di Frosinone [salve, Dir! Li voglio anche io!] e ora ha anche accettato una nuova collaborazione per un giornale di Bari (naturalmente anche a mio nome, perché si è convinta che siamo Dolce e Gabbana e che stiamo giocando a Risiko). Voi probabilmente pensate che da queste parti abbiamo molta fantasia, invece no: il nostro è uno sguardo alla É. Zola. Lei è veramente pazza. Mi telefona alle 7 del mattino per dirmi “il tuo pezzo fa schifo, scrivine uno decente per stasera, non costringermi a bocciartelo di nuovo; ma che cazzo, con tutte le cose che potresti scrivere! Per esempio, mentre parlo potresti prendere appunti. E poi sul blog stai meno di Assanti! Erba, io ti controllo. Ah, e poi te la devi sbattere tu domani perché io ho da fare.” “Sara, sono in bagno. Per favore.” “Ah, in bagno! E certo: ora la signora va in bagno!” Ed ecco che, dopo anni, desidero intimamente annoiarmi, ciondolare per casa o passeggiare per strada senza cercare negli sguardi dei passanti improbabili argomenti da post. Soprattutto vorrei rivisitare il pensiero di Schlegel. |
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Stimolante questo post, propone due argomenti: le tante cose da fare, la crescita.
Per le tante cose da fare, se si ha la fortuna di essere ipercinetici ce la si può fare, a patto che l'ipercinesia non sia prodromica della ciclotimia, nel qual caso vivi male per un mese, peggio per il mese successivo. Dichiaratomi sconfitto dalle tante cose da fare, ho imparato a convivere con situazioni che solo un anno fa mi avrebbero fatto rabbrividire: impari ad amare lo strato di polvere sul tavolino del telefono, è utilissimo quando devi appuntare un nuovo numero.
Molto più stimolante è il secondo tema proposto dal post, in verità un tantino sottoesposto rispetto al primo: le cose da fare intese come elementi di crescita, in questo caso non parliamo quindi di un pavimento da spazzare, ma di un'anima da coltivare, del mestiere di vivere.
Sento molto mia questa impostazione, la vita come una continua crescita, un continuo arrichimento. Personalmente, recuperate grosse fette del mio passato, mi piace considere la mia età non come somma di anni, ma come affiancamento di stadi evolutivi che non si sovrappongono e quindi non si annullano. Mi piace sentirmi bambino con i bambini, adulto con gli adulti, bambino con gli adulti... non potrei mai essere adulto con un bambino.
Si corrono dei rischi, soprattutto di subire il giudizio degli altri, ma il giudizio degli altri non si incontra più col giudizio che io do di me stesso... è quello che io ritengo sia la maturità, essere sé stessi indipendentemente da ciò che viene proiettato su di noi.
Spero che la vita sia tutta così, intendo anche la vecchiaia, una crescita continua.
P.S. Dovrei rileggerlo, ma non ho proprio voglia!!!
Ripasso...
Calm before the storm
Pure io. Le trovo insipide, decisamente.
Anzi: Allora... addio.
Buona passeggiata.
Non puoi competere...
Vuelo, spero di non scolvelgerti con questa rivelazione: il cervello lavora per associazioni.
Penso di si, di riuscire ad essere me stesso in giro per il web, è questo il mio modo di usarlo... se non ricordo male fu una delle prime cose che dissi a Sara. Non vedo l'utilità del crearsi un personaggio; a che prò? Per avere un applauso in più?
(Che ve lo dico a fare, manco sapete cos'è.)
A dopo.
Hai visto che bello il mio profilo?
(La risposta pure)
Abbasso e alé.
Ciao, panglos! :)
Gli dissero ke non era buona x sanremo, ke ci voleva un pezzo più leggero, ma lui sta cosa qui non la digerì così come prese male il successo di sanremo, ovvero le fosse identificato con quello di 'gianna'
E non ti dico questa cose per averle viste nella fiction della rai, ma per la lettura di un bel libro e lo 'scambio' con altri appassionati
Gaetano era il giullare di corte, le sue canzoncine orecchiabili (che ho amato) erano tollerate a corte come venivano tollerate le false cattiverie dei giullari a corte, buone solo a fare da contraltare alla grandezza del Re.
La canzoncina cita "Avvocato Agnelli e Umberto Agnelli": ricordo che per questo Rino Gaetano venne messo a confronto con Umberto Agnelli; fece (Gaetano) una delle più colossali figure di merda che la storia ricordi: dimostrò di non sapere nemmeno chi era Umberto Agnelli, come dire "sotto il vestito... niente". Non ho visto la fiction, ma non mi stupirei se questo episodio fosse stato omesso
Ritornando alla mia "sensibilità" musicale, ti informo che da sempre i miei sandwich hanno tre strati: (buona) musica, (buona) letteratura, (buon) cinema.
Di Molina ho scaricato una decina di canzoni, il che equivale a dire quasi tutta la sua produzione: ce ne sono due ascoltabili, per il resto si tratta di un tentativo fallito di dire qualcosa, se qualcosa ha da dire. Ce n'è una in particolare che dura 8 (OTTO) minuti: sono otto minuti di un pianissimo impercettibile frammentato da pause; non suono la chitarra da un po', ma non ritengo di essere presuntuoso nel dire che ho strimpellato di meglio. Alla fine di quegli otto minuti si ha solo voglia di una sniffata di cocaina per tirarsi su.
Dylan, al quale qualche coglione ha paragonato Molina, agli esordi scriveva un album storico "The freewlin' Bob Dylan", se non lo hai già ascoltato, ascoltalo: sembra fresco ancora oggi. Dopo averlo ascoltato, ascolta quel pezzo di 8 minuti di Molina e capirai cosa intendo.
Ciao!!!
Citami una canzone di Gaetano (Rino è il nostro commercialista) e io te ne cito una 1000 volte meglio dello stesso periodo.
(Non pretenderai di avere tutto per te, brutto accentratore monopolista del cazzo!)
A Vuelo la mia commiserazione... non hai ancora capito che "ci sono"?
I pesi non farli coi bicipiti, falli col cervello, il tuo ne ha bisogno... usi solo l'area del linguaggio (area secondo Brodman), non usi la commessura bianca, quella che garantisce l'associazione dei due emisferi.
Come dire... vuelo, ho fatto molto di più che stendere il bucato grosso. Rassegnati, sei al cospetto di un grande... l'unico ruolo che ti è concesso è quello del giullare di corte, con le cuffiettine nelle orecchie che sparano la discografia completa di Rino Gaetano (rivoluzionario in confezione spray).
Oggi mi licenziano...
Di cosa sei preoccupato? Cosa significa la parola Polonia? Ti prego, correttore di bozze per antonomasia, illumina noi comuni mortali!!!
Sotto il vestito... niente.
Oltre il linguaggio... niente.
Come dire, dedicati a ciò che ti riesce megli... la chat!!!
(Panglos, avrai mica tirato strisce, stamattina?)
Il neurologo cura le affezioni del trigemino, l'irritazione del nervo sciatico...
Ritorna in chat che ci fai più bella figura.
da Wikipedia, voce Neurologia:
In più, la neurologia offre a considerare alcune particolari situazioni in cui la clinica diventa un criterio di classificazione a sé, essendo alcune sindromi peculiari di questa disciplina:
[...]
7. le demenza
-v-
Chiunque per un problema di demenza si rivolge a un neurologo è un demente.
Hai mai pensato di rivolgerti ad un neurologo? Intendo per il tuo uso limitato dell'encefalo... linguaggio e wikipedia, non vai oltre.
Se mi licenziano vado a mangiare a casa di Sara...
(Ma che te lo spiego a fare.)
Una forma di alterazione strutturale (le racchiude tutte... e non essere prolisso!), l'alternativa e alterazione funzionale, è la schizofrenia... chiunque per un problema di schizofrenia si rivolga a un neurologo è uno schizofrenico.
P.S. il tutto è nato perché qualcuno ha osannato "Gianna", "Nunteregghepiu", "Aida", "Mio fratello è figlio unico", "Il cielo è sempre più blu"... canzoncine da hit parade.
Se non capite nulla di musica tacete, che ci fate più bella figura...
Le guerre le vinco sempre perché ho la forza dei contenuti, solo chi ha la debolezza della forma le perde.
Fuhrer no, non è aderente, chiamami pure Altissimo.
(... non aderente... fisico asciutto... va be', tanto non la capisci comunque.)
L'ironia non è il tuo forte, ci lavoreremo... data la base di partenza dovremo lavorarci molto, ti costerà un po'.
Vabbe', visto che siamo in vena (e in tema)...
E se decidi di tagliarti le vene fa pure, io non ti dico 'lascia perdere' ...
hihihi
(... e poi tutte queste citazioni dotte che fanno tanto neo-laurata in lettere... no, no, decisamente kitsch.)
Fra quelli che ho letto? Mi fa impazzire Erba che descrive Sara (smadonnamenti al volante), e Sara che descrive Erba (rito della deposizione del telecomando).
(Lo sai che pretendo di essere trattato in maniera speciale.)
'notte, ipo.
(O maria_lisergica)
(Il malvagio Anonimo ha colpito ancora.)
(Bin, di' che ho scritto cose sensate altrimenti scompagnamo, sappilo.)
E' da ieri che Libero recapita le mail provenienti dall'esterno con ritardi variabili (sino alle 36 ore) e casuali (molto diversi da casella a casella). Incluse repliche aspre a missive dai toni vagamente minatori.
(Passate tutti a Gmail.)
Ciao tesoro, vedi di non tornare più.
Ormai tutti parlano di Sara, persino il Corriere... -v-
Questo ha urlato il cerebro di panglos nell'abbandonare frettolosamente la sua scatola cranica. :D -v-
Il giovane Panglos, capelli lunghi, vestito di jeans scoloriti dal lungo utilizzo (non erano ancora di moda, la moda la creammo noi).
Una sera di mezza estate, forse non era mezza e forse non era neanche sera, ma sera sembrava nel buio scantinato in un vicolo dei quartieri spagnoli di Napoli. I maschi più arditi pisciavano in un angolo, su un mucchio di macerie, le donne, forse, la trattenevano, non le ho mai viste pisciare.
Riuniti in cerchio, intorno ad un giradischi mono a pile, ascoltiamo il Banco del Mutuo Soccorso, per noi semplicemente il Banco (un nome che lo stesso gruppo adotterà in futuro grazie a noi), in particolare “250.000 anni fa...l’amore?”: le tastiere di Nocenzi toccano l’anima, la voce di Francesco di Giacomo la squarcia.
Qualcuno utilizza la pipa che Panglos ha sottratto a suo padre; la porta in tasca con lo stesso amore con cui avrebbe indossato la sua divisa (questo no, non poteva farlo!). La pipa passa di mano in mano, fino a giungere fra quelle di chi la carica con erba reperita a basso prezzo.
L’estasi è totale, fra chi come Panglos si droga con la musica arricchita dalla voglia di stare insieme e chi tira qualche boccata dalla pipa.
Improvvisamente, in alto sulla strada qualcuno suona “ Visto che mi vuoi lasciare”, la musica filtra attraverso la grata e ci riempie di orrore. Viene giù, si impone alle narici come l’invadente profumo di lavanda dell’Arbre Magique: il testo? scontato, adattissimo ad uno spot della SIP (mi ami? ma quanto mi ami?)...la musica? sembra uscire dalle bombolette spray con le quali le nostre madri cominciano, in quegli anni, ad ammorbare gli ambienti domestici. Nell’insieme si avverte un forte sapore di rivoluzionario conformismo: il giullare di corte ha prodotto un ennesimo frutto.
Salvatore (Sasà), fisico atletico da calciatore, sale le scale con rabbia, saltando i gradini, esce in strada; lo sentiamo litigare... una macchina parte... l’orrore ha fine.
Qualcuno mette sul piatto “Suicidio” di Faust’O, Panglos, sollevato, tira una boccata dalla pipa.
Non riuscirai mai a farmi arrabbiare, dal tuo ufficietto lindo della Bari bene... a che ora ti servono il Martini?... che non manchi l'olivetta, fa tanto intellettualino snob, figlio di papà cresciuto con i giocattoli più costosi e i vestitini lindi, non solo quelli della domenica.
Ti vedo ipercoccolato, viziato, osannato dai tuoi genitori ignari del fatto che stanno plagiando un bambino, che stanno crescendo un Narciso.
Vedo tua madre alle 17, fra un pasticcino e una tazza di te chiamarti per declamare alle sue amiche l'ultima poesia che hai imparato.
Poi si cresce, si stenta a confrontarsi con un mondo che non è solo nostro come nostra madre ci ha lasciato credere, si pestano i piedi, si mortifica la creatività, si ironizza su chi osa mostrarsi... mentre chiusi nel nostro castello dorato che racchiude il nostro vuoto, incapaci della più banale forma di comunicazione continuiamo a chattare... in eterno e con eterno livore.
:D
-v-
Il Martini non me lo serve nessuno (anche perché mi fa schifo), però ho il mio personalissimo boiler col quale preparo litri di tè verde. Ah, e l'ufficio non è a Bari, ma in provincia. -v-
Persone come te hanno solo due storie alle spalle: troppi calci o troppo pochi.
(Pa'... ultimamente sei sul logorroico andante. Anzi, che dico andante, galoppante!)
(L'incisività è propria della lama, non della trave.)
"...ho tante cose ancora da raccontare, per chi vuole ascoltare, e a culo tutto il resto..."
A stasera (forse)! -v-
Ti concedo un secondo tentativo...
Parlo se ho da dire e molto ho da dire.
(Cia')
(Pezzo d'un coglione).
(Saranno due mesi che ci incrociamo, ma tu mi 'incontri' giusto adesso. E va be'.)
1) Hai mai ascoltato il Banco?
2) Conosci, almeno "conosci", Faust'O?
3) A parte il giullare di corte, hai altre dotte conoscenze musicali da esibire?
4) Cosa cazzo c'entra - e qui rompo un fioretto, mi confesserò domenica in chiesa - testa di cazzo, Fra Cionfoli?
5) Hai qualche essere umano che ti si sfancula, a parte i parenti stretti che lo fanno per dovere?
Illuminaci dall'alto della tua infinita sapienza, cosa cazzo vol dire, a commento del mio commento:
... poi arrivò Don Cionfoli con la chitarra e tutti assieme cantarono 'Grazie Signore grazie'
Possibile che i tuoi pochi, ma nobilissimi, neuroni non sappiano partorire altro che stronzate distruttive? Possibile che il tuo microencefalo non sappia fare altro che sputare su chi si mostra?
Ahi, ahi, vueluccio, hai scatenato il Troll... lo sapevi, vero, che nasco Troll?
"Il problema non è che nasci troll, il problema è che sei nato. Punto".
Naturalmente ti voglio bene, per cui evito. -v-
Aspetto esauriente spiegazione al tuo commento avente tema Fra Cionfoli.
(Ri-cia'.)
La mia solidarietà al bambino sanguinante, la mia solidarietà al bambino violentato dalla madre... le mie lacrime no, quelle le ho già piante tutte, se ti raccontassi la mia storia ti stupiresti del fatto che sono ancora vivo.
Alla prossima...
Che sia omofobia?
Ora sto ridendo al pensiero di quello che ci siamo detti, ma prima mi ha fatto incazzare come una bestia... basta questo per farti capire quanto mi piace.
(Notare l'uso della negazione e, successivamente, quel verbo vagamente metaforico.)