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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

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« ImagineSupercalifragi »

Nel segno del mercurio cromo

Post n°205 pubblicato il 07 Febbraio 2008 da delilah79

Domenica 3 Febbraio 2008

Ore 19.30

 

L’idea era quella di una cenetta tra pochi amici a casa mia, venerdì sera. La febbre (segno del destino che non ho saputo leggere) ha posticipato l’evento al pranzo della domenica. Non in condizioni di mettermi troppo a lungo ai fornelli, ho lasciato che ciascuno degli invitati portasse qualcosa.

L’occasione d’incontro è stata la concomitante venuta di due miei amici: il truccatore D&G da Milano e l’architetta da Udine. Ai due si sono uniti il compagno di lui e la mia ginecologa (detta La Rossa da quando, al liceo, sbagliò colore ai capelli), anche lei amica dell’architetta.

Giusto per dare parvenza d’ospitalità, arrangio un antipasto, cercando di non confondere i salatini con i croccantini del gatto e prodigandomi nel mio “apripasto” di battaglia: quiche lorraine, by Bimbi!

Il vino, le risate e gli sfottò, allietano l’atmosfera, cominciando a disegnare i contorni di un pranzo da archiviare sotto la voce “DA RIFARE”.

[Come procede il progetto dell’asilo per bambini? Avuto tutti i nullaosta comunali?; E il tuo studio? Molti pazienti? La nostra comune amica deve essere una gran rompiballe, eh?; Il prossimo inverno dicono che andrà molto il blu elettrico… Non ti sei ancora rotto di Milano?; E tu, invece, di cosa ti occupi?]

Tutto procede bene, sotto l’aura benefica del relax amichevole, fino a che La Rossa non mi dice:”Beh, allora? Adesso che la famiglia si allarga, non è il caso di mettere la testa a posto? Quando ti sposi?”.

- Utile annotazione d’intermezzo: La Rossa è il tipico esponente di donna razionale. Colei che fa la cosa giusta al momento giusto; che (vuoi anche per deformazione professionale) deve avere tutto sottocontrollo; che non beve, non fuma, si lascia andare a slanci di malizia solo nella stanza nuziale (N.B.: malizia, giammai lussuria!), con uomini di comprovata rettitudine e possibilmente futuri buoni mariti. Nella sua vita vige il principio del NATURA IMPERAT, per cui, ciò che naturale non appare, “non ha da essere e non s’ha da fare”! Insomma, è il grillo parlante che avevo anch’io e che ho perso definitivamente (calpestato? Annegato nel Baygon?) intorno ai ventuno anni -

Per nulla stupita della sua domanda, conoscendola e amandola nel suo naturale candore di fianco alla mai pece posticcia, le rispondo che il mio “gravidume” non mi ha per nulla indotto a pensare al matrimonio, né ho mai creduto che l’arrivo di un figlio fosse un valido motivo per sposarsi.

E’stato l’unico pensiero che ho fatto in tempo ad esprimere. La frase “Al mio segnale scatenate l’inferno”, non avrebbe avuto lo stesso effetto!

So solo che, da quel momento, il tavolo si è trasformato in un campo di battaglia ideologica tra fronti opposti. Famiglia di Fatto vs Famiglia Legale. Sono stati lanciati sul piatto (e lì sono rimasti finché non ho caricato la lavastoviglie) PACS, non pacs, DICO, affermo, ok taccio. Gay, etero, x! Convivenza, eredità, affitto, alimenti, persino donazione d’organi!

Dai fumi della matriciana sembrava si materializzassero le sagome da un lato di: Ruini, Bagnasco, Berlusconi, Bindi; Dall’altro: Grillini, Luxuria, Lisi, Vendola (con orecchino). Ogni tanto dall’arrosto usciva Mastella gridando ai quattro venti che la moglie non era più ai domiciliari.

Sembrava che una puntata di Ballarò si fosse spostata a pranzo da me e mi aspettavo da un momento all’altro che Floris citofonasse reclamando un amaro.

Come per la migliore attività parlamentare, toni e discussione si sono spenti per sfinimento delle parti (e del paciere storico, l’architetta!). Ciascuno dei commensali, dopo dolce e caffé, ha salutato tornando alla sua realtà di fatto (truccatore e compagno), o di diritto (La Rossa in cerca del Principe Azzurro che la sposi); in un equilibrio  di sostanza, riflesso di vite che avanzano per azioni concludenti e non per parole ridondanti.

In preda a dubbi sul giusto o non giusto gravido, ho telefonato al mio uomo (a Roma per lavoro).

DOMANDA (mia): “Ma secondo te, ci dobbiamo sposare solo perché aspettiamo un figlio?”.

RISPOSTA (sua): “No. E’ passata tua madre, per caso?”.

IO:”Ma tu mi amerai per sempre?”.

ELLO:”Assolutamente no! Ti amerò finché dura.”.

Sicura della “correttezza e buona fede extra-contrattuale” del mio uomo, ho messo a tacere l’ansia sprofondando in una meritata pennichella. Non prima di aver archiviato il pranzo sotto la voce “CERTA DI VOLERLO RIFARE?”.

 
Rispondi al commento:
panglos
panglos il 08/02/08 alle 06:49 via WEB
Come ai vecchi tempi, sveglia, caffè e S_CAROGNE...
Cominciamo da un appunto, lungi da me il voler sostituire vuelo nel ruolo di rompicoglioni, ma segnalo un brutto "matriciana", ripetuto, è da preferirsi il più universale "amatriciana" da Amatrice. Non ho la pretesa di essere originale, ormai lo sanno anche i sassi... i sassi, ma non Delilah.
Il post di Delilah è molto stimolante, perché offre molti spunti.
Un pranzo fra amici...
A tavola sedevano, un truccatore col suo compagno (non ci è stata detta la professione di quest'ultimo...), un'architetto (nel dubbio, ce l'ho messo l'apostrofo), una ginecologa, la nostra che sappiamo volare verso vette accademiche e il suo compagno, un interessantissimo globe-trotter... insomma ce n'è abbastanza per farmi affermare: meno male che non mi hanno invitato.
Sono più il tipo da cena a casa di Sara, col cane che rompe i coglioni affinché gli si lanci qualcosa da mangiare, con Congus e con l'epatotossico che a fine cena si fuma tutto ciò che è arrotolabile.
Per ciò che riguarda l'argomento portante, sposarsi o no in presenza di figli, ci sarebbe molto da dire...
Premettiamo subito che ognuno fa come gli pare.
Capisco perfettamente l'esigenza di stabilità di chi aspira al matrimonio quando c'è di mezzo un figlio; un figlio è un impegno concreto, mi verrebbe "materiale", che ci si assume per i successivi 18 anni (almeno 18...); un figlio fa pensare ad un neonato, un bambino, un ragazzo, un adolescente, un giovanotto, in altri termini fa pensare ad una persona da crescere. Crescere una persona da soli non è affatto facile, già in due si fa fatica... Se poi una delle due parti (di solito la donna) è anche economicamente debole, ecco che l'esigenza di stabilità diventa necessità di sicurezza, il matrimonio come ansiolitico.
La vita, come dico spesso, è fatta anche di bollette da pagare ed in due si paga la metà. Il matrimonio quindi non deve essere necessaramente il coronamento di un sogno d'amore alla Romeo e Giulietta, ma può essere anche un contratto con una persona con la quale decidiamo di affrontare le difficoltà di fronte alle quali la vita ci pone; superfluo precisare che nessuno firmerebbe un contratto del genere con una persona che odia.
Comprensibile quindi l'esigenza di stabilità che ha chi aspira al matrimonio; diremo anche che i fatti dimostrano che attualmente questa aspirazione alla stabilità viene spesso infranta dalla realtà di una convivenza: i matrimoni durano oggi mediamente 5 anni.
Accenno solo e poi chiudo, alla miopia della nostra classe politica la quale invece di dare una risposta ad una realtà di fatto e cioè che durante la sua vita una persona avrà molte storie "per sempre", si fa irretire dalla parte più catto-bacchettona-conservatrice-reazionaria della società, ossia da quella che pensa, contro la realtà dei fatti, al matrimonio come istituzione che crea il nucleo della società: la famiglia. I fatti dimostrano che la famiglia intesa come unione indissolubile non è semplicemente in crisi, ma è definitivamente tramontata. Un politico saggio (l'Europa dimostra che ce ne sono) prenderebbe atto di questo dato di fatto e lo regolamenterebbe: ossia darebbe una risposta al problema posto dai cittadini da egli amministrati. Un politico miope o più squallidamente attaccato alla poltrona (l'Italia dimostra che ce ne sono... hai voglia che ce ne sono!) fingerà che il problema non esiste e sognerà una politica che dica ai cittadini qual'è la via da seguire per arrivare in paradiso: noi sappiamo cosa è meglio per voi (Buttiglione è l'esempio più ribile del politico retrogado e reazionario).
Come sempre mi scuso per la frammentarietà, ma questa finestra è stata creata probabilmente da chi pensa ai commenti come ad uno scambio di sms.
A voi la parola...
 
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