S_CAROGNE

Se telefonando

C’è chi: “io sono un alto responsabile della salvaguardia dell’ambiente” e scopri che è operatore ecologico, ovvero (come si diceva in tempi in cui nessuno era troppo suscettibile) spazzino.

C’è chi: “a me, soprattutto ora, viene chiesto di progettare dimore sicure. Tutelo la vita umana a partire dalla mia testa” , muratore.

C’è ancora chi “io sono la psicologa dei poveri. Le persone hanno bisogno di me perché con me si possono sfogare e le faccio sorridere” , parrucchiera; o chi ha tra le mani il prestigioso compito di salvare il polmone verde della terra: potatore di ulivi.

Infine, c’è chi svolge importantissime indagini per indirizzare il corso degli eventi storici futuri in relazione a quanto trapelato. E’ un lavoro di alto spessore intellettuale e sociale. Un lavoro cui aspirano tutti.

E’ il lavoro del mio amico: operatore in un call center.

La prima settimana è andata bene. Le indagini di profondità e rilevanza erano volte ad appurare se le clienti di una nota marca di biancheria intima a basso prezzo, fossero soddisfatte dell’acquisto. Potevano rispondere anche i signori mariti (esperienza indiretta? Lo ignoro.), qualora le signore non fossero disponibili. Così, il mio amico ha potuto chiedere al Sig. Pompino Generoso (single) se negli ultimi due mesi avesse comprato gambaletti da donna o autoreggenti ed alla Sig.ra Cozza Marina se conoscesse la lycra.

La seconda settimana si è saliti decisamente di livello. Le richieste erano indirizzate a comprendere se il genere umano italico avesse fatto uso di finanziamenti. Il Sig.Irmis (adirato per essere stato scambiato inizialmente per una donna) ha poi preso confidenza parlando di come, quella volta avesse dovuto chiedere soldi alla banca per comprarsi il trattore; “perché io lavoro, mica fingo come Berlusconi!” ha aggiunto.

Alla terza settimana il mio amico mi chiedeva se volessi bere una birra “molto – abbastanza – poco – per niente”.

Alla quarta, infine, tra una chiamata e l’altra di una lunghissima serie di otto ore, tra un vaffa… e un quella troia di tua madre…, rigorosamente origliato da un supervisore, tra una pausa pipì scalata dallo stipendio di fine mese e una bottiglia d’acqua per rischiarare la voce, il mio amico chiede della Sig.ra Maria e gli viene detto che “la Sig.ra Maria sta morendo in quest’istante, mi scusi, non insista”. Doveva essere una giornata sfortunata, perché poco dopo capita il Sig. Russo. Un ragazzo, venticinque anni. Rideva di gusto alla domanda “ritiene vi siano disservizi allo sportello bancomat?”. Maurizio, immobile nel suo letto, non aveva mai prelevato in vita sua.

Il mio amico è laureato. Conosce due lingue. Ha esperienze lavorative “da vendere, vendersi”. Il mio amico non ha conoscenze a parargli il fondoschiena. Ha se stesso, i suoi curricula non letti ed i suoi le faremo sapere.

Non ama entrare nelle case della gente. Non ama insistere, ma per lui quell’insistenza è lavoro. E’ soldi, è punteggio in quella specie di pollaio per uomini dove lavora.

Tutti accanto in stanzoni. Tutti con le cuffiette e il telefono, con supervisor come avvoltoi in attesa che l’uovo sia sfornato, caldo, completo. Che la chiamata raggiunga lo scopo.

Il mio amico, dopo il primo mese prenderà poco più di 100 euro. E con 100 euro non ti paghi una vita.

A metà giugno Lecce si prepara ad accogliere il mondo. Questo lo slogan con il quale attendiamo a braccia aperte il G8 dell’economia. Ne sapranno qualcosa di più questi magnati che con le loro teorie sballate hanno mandato in crisi l’intero globo? I loro figli lavoreranno 8h attaccati ad un telefono per un’elemosina a cui non possono dire di no?

Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo ed il cielo si è stancato di essere azzurro. Bob Dylan

Delilah: in mancanza di oblò, si suggerisce di mantenere aperta la tazza del water, nonostante lo stronzo decida, tenace, di mantenersi a galla.

Amen.