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Intervista a Fabrizio Lo Bianco

Post n°392 pubblicato il 31 Marzo 2007 da imp.bianco
 

Ciao Fabrizio, sono molto felice di farti quest'intervista , prima di tutto, presentati ai lettori del mio blog Uncanny X-Men e a quelli dei due siti di Enrico “Tuttocartoni” della Guida di Supereva e dell'Isola che non c'è.
Mi chiamo Fabrizio Lo Bianco, ho 35 anni, sono sardo e da alcuni anni vivo a Milano per lavoro. Sono uno sceneggiatore di fumetti e scrivo libri per bambini. Dopo la laurea in Lettere (con una tesi su Sergio Toppi), ho cominciato a pubblicare qualche fumetto sceneggiato e disegnato (indecorosamente) da me su una fanzine sarda molto bella che si chiamava
Indaco. Nel 2004 ho fatto delle prove di sceneggiatura per l'agenzia Red Whale e da allora collaboro con loro. Ho pubblicato per Disney-Buena Vista, Piemme, Fabbri Editori e sono di prossima uscita dei lavori per Tridimensional/Rainbow e Play Press. Mi occupo anche di critica fumettistica, in particolare dell'opera di Sergio Toppi (ho scritto una monografia pubblicata da Black Velvet Editrice e di recente ho collaborato a un'altra edita dall'editore francese Mosquito). Sono sposato e ho due gatti. Fantastici. Sia la moglie che i felini, beninteso.
Quando nasce la tua passione artistica?
L'arte è
diventata una passione ardente all'università (ho alcuni miti assoluti come Beato Angelico, Lorenzo Lotto, Paul Klee, Umberto Boccioni, Kasimir Malevic). La passione per i fumetti invece è nata da piccolissimo, prima ancora che imparassi a leggere. Mia madre è da sempre una lettrice di Topolino, dei Peanuts e di Mafalda, ma in generale di tutte le comic strips per cui in casa avevamo varie raccolte degli Oscar Mondadori e dell'editoriale Corno (soprattutto Eureka!, che raccoglieva il meglio delle strisce italiane e straniere). Su quelle pagine mi sono letteralmente ammalato del primo Lupo Alberto e delle Sturmtruppen. Poi avevamo una raccolta delle storie di Asterix, in bianco e nero, in libretti che andavano letti in orizzontale! Quelli e, in generale ogni singola striscia di Mafalda, un tempo li conoscevo a menadito.
C'è qualcuno che ti ha fatto da mentore, da maestro, durante il tuo percorso artistico?
Sì, si chiama Bruno Enna ed è un ottimo sceneggiatore e una persona eccezionale. È merito (colpa?) sua se oggi faccio lo sceneggiatore. Mi ha incoraggiato tantissimo,soprattutto quando credevo non valesse la pena continuare a tentare questo tipo di carriera. Poi Francesco Artibani e Katja Centomo, che hanno ritenuto che avessi le qualità per poter sceneggiare
Monster Allergy, il fumetto sul quale ho esordito come professionista. Altre due persone sono state fondamentali nel mio percorso, anche dal punto di vista umano, Sergio Toppi e Ferdinando Tacconi. Oltre che due artisti straordinari, si tratta di due persone di un'umiltà alla quale cerco, maldestramente, di ispirarmi. Purtroppo oggi Nando non c'è più e, oltre che a me, credo che manchi a tutto il fumetto italiano. Un altro maestro importante è stato Riccardo Secchi, il responsabile del corso di sceneggiatura dell'Accademia Disney che ho seguito nel 2005.
Da quali scrittori trai ispirazione per quello che scrivi?

Nel fumetto, leggo e rileggo Alan Moore, soprattutto
Watchmen. Cerco sempre di imparare da tanti autori, ma per l'Italia quelli a cui guardo assiduamente sono Bruno Enna, Francesco Artibani, Tiziano Sclavi, Michele Medda e Tito Faraci. Nella letteratura in generale, ho amato molto Beppe Fenoglio, Italo Calvino e il sardo Sergio Atzeni. Ho scoperto Hemingway tardi e di questo ritardo mi vergogno come un ladro. Quando non riesco a sbloccarmi per scrivere un dialogo, apro uno qualsiasi dei “Quarantanove racconti” e cerco di assorbire il più possibile la sua arte. Ho poi una passione discreta per la poesia di Tagore. Quando posso, cerco di lasciar trapelare questo aspetto “poetico” nei fumetti che scrivo.
Qual è il tuo fumetto preferito e perché?

Sono indeciso tra
Watchmen e Maus. Il primo è spettacolare per i contenuti e, soprattutto, per la tecnica narrativa. Il secondo è un monumento a ciò che il fumetto può fare, la dimostrazione tangibile della potenza dell'arte sequenziale. Alla fine dico Maus perché sarà quello che rimarrà nella memoria collettiva, aldilà del medium con il quale è stato realizzato.
Qual è il disegnatore che ti piace di più? Perché?

Sergio Toppi. Sono contento che tu mi faccia questa domanda, così posso spiegare, senza temere smentite, perché “mi piace” andando oltre la gabbia di una lettura critica troppo oggettiva. Per anni sono stato un appassionato viscerale di heavy metal. Ecco, Toppi, che al massimo può tollerare un sano blues non troppo rockettaro, secondo me è puro e sulfureo doom metal all'ennesima potenza. È proprio la sua “potenza” che mi piace e m'impressiona. Certe figure che si ergono sulla tavola e che sembrano squarciare la crosta terrestre per emergere... lì c'è Toppi. Lo paragonerei all'incalzare di un giro di basso dei Saint Vitus o di alcuni brani di
Bleach dei Nirvana. Denso, nero e devastante.
Con quali di questi tre grandi disegnatori, Alex Ross, Greg Land e Jim Lee , vorresti collaborare?

Premesso che sarebbe un sogno collaborare con uno qualunque di questi tre, dovendo scegliere direi Jim Lee.

Qual è lo scrittore di fumetti che ti piace di più? Perché?

In assoluto, Alan Moore. Perché è appagante. Lo leggi e ti compiaci di giocare con lui a scovare piccoli e grandi espedienti narrativi. E poi racconta storie molto interessanti. Un tempo ero attratto dall'aspetto politico-sociale di lavori come
Watchmen e V for Vendetta, poi ho scoperto che tutto sommato quello è un aspetto minore dell'opera di Moore e che dentro c'è molto di più. La forza di Moore sta anche nel raccontare mondi complessi senza risultare pesante o intellettualistico. Credo che la lettura di Watchmen spieghi meglio di qualsiasi manuale di sceneggiatura come si può (e si dovrebbe) scrivere un fumetto.
Ti faccio i nomi di tre grandi scrittori, qual è quello che ti piace di più tra Stan Lee, Frank Miller e Alan Moore?
Ribadisco Moore, anche se Miller e Lee restano dei punti di riferimento imprescindibili per chi fa questo lavoro.
Sei un fan della Marvel? Se si qual è il tuo personaggio preferito?
Sono stato un fan Marvel sino ai primi anni '90. Quando ci fu il passaggio dalla Star Comics alla Marvel Italia avevo già perso un po' di entusiasmo. Da bambino, ai tempi della Corno, leggevo con trasporto L'Uomo Ragno, Devil e i Fantastici Quattro e mi appassionavano parecchio anche gli X-Men, i Vendicatori e Capitan America. Il preferito in assoluto è sempre stato L'Uomo Ragno, seguito a breve distanza da Devil.
Ormai è iniziata Civil War, sai cos'è? Se si che ne pensi e da che parte stai?
Tsk, tocchi un tasto dolente. So che è iniziata e che il Cap morirà, ma non seguo più Marvel (e nemmeno DC, purtroppo) da troppo tempo. Mea culpa.

Domanda d'obbligo chiamandosi il mio blog Uncanny X-Men... qual è l’X-Man che preferisci?

Da piccolo avrei voluto essere Ciclope, da adolescente invece mi aveva conquistato Wolverine, un personaggio tostissimo.

Se un giorno alla tua porta bussasse Stan Lee dicendo che alla Marvel hanno bisogno di te... che fai? E quale fumetto vorresti scrivere?

Gli direi innanzitutto di accomodarsi e di non badare ai peli di gatto, che ormai fanno parte dell'arredamento della casa. Poi gli chiederei se si sente bene. Se poi proprio dovesse insistere, gli direi che mi piacerebbe scrivere una storia di Devil. Credo sia il personaggio più affine alla mia sensibilità di sceneggiatore.

Dei tanti film usciti ultimamente sui supereroi qual è quello che ti è piaciuto di più e quello che invece non ti è piaciuto per niente?

Il primo Spider Man è stato una rivelazione. Ricordo di essere andato al cinema un po' prevenuto e di essere uscito gasatissimo. Il film magari non era strabiliante, ma mi ha catturato con un miscuglio di azione ed effetto nostalgia. Non mi è piaciuto molto Hulk, che anche nei fumetti era uno dei supereroi che leggevo con minor entusiasmo.
Dei film sui fumetti che usciranno quest'anno, qual è quello che ti intriga di più?

Sicuramente Ghost Rider. Ma, al di là della Marvel, c'è un film fumettoso che attendo spasmodicamente ed è quello sui Simpson. D'oh!

Vorresti avere qualche superpotere?
Come ormai ripeto spesso... i poteri della Fenica Nera non mi dispiacerebbero...
Vorrei essere la Torcia Umana (o
l'uomo-fuoco, come lo chiamavo da bambino). Sono un tipo pacifico, ma mi attraggono i personaggi che s'infiammano facilmente.
Ti piacciono i manga? Se sì quali e perché?
Mi piacciono molto Hideji Oda e Jiro Taniguchi per i fumetti e l'immenso Myihazaki per i cartoon. Li trovo molto poetici e capaci di raccontare senza essere melensi, i sentimenti. Hanno un tocco personalissimo nel trattare argomenti fantastici e onirici. Per me sono dei punti di riferimento.
Qual è il personaggio dei fumetti che più ti piace? Perché?
Mafalda. Perché rappresenta un universo: c'è l'aspetto fanciullesco che convive con quello adulto, c'è la satira politica e sociale, lo spirito del tempo e un umorismo caustico e sognante. I personaggi che le ruotano intorno sono fantastici: Felipe, Susanita, Manolito, Miguelito... Credo che Quino abbia creato un universo credibile, divertente e capace di far riflettere. Che cosa si può chiedere di più a un fumetto? In seguito forse solo Calvin & Hobbes hanno raggiunto livelli simili.
Invece c'è un personaggio dei fumetti che ti sta antipatico? Perché?
Gastone, perché io nella mia vita non ho mai trovato nemmeno 10 centesimi per strada.

Qual è stato il primo cartoon che hai visto ed il primo fumetto che hai letto?
Il primo cartoon credo sia stato
Fantasia o Biancaneve, comunque uno della Disney. A seguire, quelli di un programma della RAI che si chiamava SuperGulp (c'erano Tintin, i Fantastici Quattro, L'Uomo Ragno, Alan Ford, Corto Maltese e tanti altri) e poi tutta l'ondata dei robottoni giapponesi. Il primo fumetto è stato Topolino.
Hai un sito internet e/o un blog?

Sì, entrambi. Il sito è
www.fabriziolobianco.it e il blog www.fabriziolobianco.blogspot.com
Presenta il tuo sito internet e/o blog
Il mio sito funge da “portfolio” e nasce da esigenze professionali: se qualcuno vuole sapere chi sono e la mia professione, lì può trovare le informazioni essenziali. Il mio blog invece solo in parte presenta i miei lavori: riflette più che altro il mio carattere, con riflessioni che molto spesso non riguardano il fumetto ma il mio sguardo sulla quotidianità. Lo vedo come uno spazio in cui posso esprimere il mio parere sul cappuccino oppure sul tema del precariato, senza limiti tematici.

Com'è nato e perché è nato il tuo sito internet e/o blog?
Per il sito, perché al giorno d'oggi per qualsiasi professionista è utile averlo. Per il blog, una sera ero a cena dall'amico e collega Paolo Campinoti e mi ha parlato di questa strana cosa, il “blog”, che lui aveva aperto. È nato un po' per caso, per scambiarci immagini e commenti su un progetto che avevamo in cantiere per la Francia.

Che cosa fai attualmente?
Come sceneggiatore, sto scrivendo il mio secondo episodio di Lys, un fumetto di Katja Centomo e Antonello Dalena che esce in Italia per Tridimensional/Rainbow e in Francia per Soleil e una nuova serie a fumetti intitolata Angel's Friends, per la Play Press. Come scrittore di narrativa per bambini, sto lavorando a un nuovo libro per la collana di Geronimo Stilton dedicata ai Gatti Pirati.
Progetti per il futuro?

Nell'immediato dovrei
continuare con le serie Piemme e scrivere il mio terzo episodio di Angel's Friends il cui primo numero è uscito in questi giorni. Poi ho tre progetti in gestazione, uno con Bruno Olivieri per un fumetto per bambini, uno con Niccolò Storai per uno per un pubblico “maturo” e uno, ancora top secret, con un disegnatore che pubblica da tempo negli Stati Uniti e in Francia e del quale, per becera scaramanzia, non parlo.
Sogni nel cassetto?
Tanti, primo tra tutti riuscire a scrivere per i cartoni animati. Un giorno mi piacerebbe scrivere per Dylan Dog e Dampyr, due dei miei personaggi preferiti in assoluto.
Ad un giovane scrittore in erba, cosa consiglieresti da fare per i suoi primi passi nel mondo del fumetto?
Questa domanda mi fa sorridere perché in realtà anch'io sono uno “scrittore in erba”, comunque gli consiglierei di sforzarsi e leggere il più possibile fumetti e libri, vedere il maggior numero di film, visitare mostre, ascoltare tanta musica. Tutte cose per le quali io finirei spesso dietro la lavagna. Poi gli consiglierei di essere curioso di tutto e di non essere snob: a volte si impara di più da un “brutto” fumetto che dall'ennesimo capolavoro di Alan Moore. E, soprattutto, scrivere tanto e chiacchierare poco (anche questo è un mio problema, come si evince dalle chilometriche risposte). E poi tenere duro, in generale, perché questo è un lavoro nel quale pochi (o nessuno) lavora con contratti che gli assicurano uno stipendio minimo a fine mese. Non è di sicuro un mestiere facile, ma è uno dei pochi che, almeno secondo me, può offrirti grandi soddisfazioni umane e personali.
Grazie molte per l'intervista, sei stato molto gentile a concederla!
Grazie a te, che sei stato molto gentile a chiedermela!

 
 
 
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