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Cercando disperatamente qualcosa nei cassetti di casa.

Post n°9 pubblicato il 06 Agosto 2009 da max_6_66
 
Tag: Luana
Foto di max_6_66

Niente da fare, una settimana di ferie a disposizione per fare la valigia e mi trovo all’ultimo giorno, con l’ansia di non farcela. Tutta colpa, come sempre, del lucchetto.

Il lucchetto che uso per chiudere la valigia. Tutti gli anni la stessa storia. Torno dalle ferie precedenti e lo metto in un posto dove sicuramente l’anno successivo ricorderò che l’ho messo. Puntualmente eccomi qui a rovistare in tutti i cassetti di casa. I cassetti dove metti tutto e dove non troverai mai niente. Non è corretto: i cassetti dove quando cerchi qualcosa non la troverai, perché sono pieni di tutte le cose che cercavi le volte precedenti e che non trovavi. Anni fa mi ci incazzavo parecchio, adesso ci rido. Ci rido da quando una volta trovai un bambino che non si era perduto.

Spiaggia della Versilia, Agosto, sono sotto il mio ombrellone. Di solito la mia grande curiosità mi porta  trascorrere le ferie in località lontane e sempre nuove. Quell’anno non riuscivo a trovare stimoli per niente e quindi mi ero trovato sotto un ombrellone della Versilia cercando di capire cosa mi stesse succedendo. Crisi dei quarant’anni, noia di persona ingrata verso una vita che gli ha dato molto, stress da troppo lavoro, un carattere che stava migrando dal solitario al bisbetico, o forte tutte queste cose ma….. Lui mi stava guardando, in piedi, davanti a me e tenendo tra le mani una biglia di vetro di quelle che usavo anche io da bambino per giocare.

-Ciao….- erano passati quindici minuti e non si era mosso, cercavo di dare una qualche svolta alla situazione. –Ciao, come ti chiami…?- Ancora nessuna risposta. Speravo però sopra ogni cosa che una madre di qualche ombrellone vicino venisse a reclamarlo. Una rapida occhiata, non vedevo nessuna coppia o famiglia negli ombrelloni più prossimi. Mi alzai in piedi, e con mia grande sorpresa in tutto lo stabilimento balneare c’erano solo gruppi di amici, ragazzi e ragazze in caccia, nessuno che a prima vista potesse nemmeno lontanamente essere padre, madre, fratello, o anche babysitter del bambino di circa 4 o forse 5 anni che mi stava davanti. E la cosa che più mi scocciava era che tra tutta  questa gente aveva scelto proprio me. Considerando poi che avevo appositamente chiesto un ombrellone nascosto al centro esatto dello stabilimento e che non avevo certo un espressione raccomandabile, arrivai proprio a questa conclusione. Aveva scelto me, era venuto a scovarmi a colpo sicuro, saltando gruppi di gente allegra, ragazze simpatiche, ombrelloni pieni di musica e cose divertenti. E mi fissava. Dopo aver scosso il capo per scrollarmi di dosso tutte queste paranoie, arrivai alla conclusione che probabilmente si era perduto e i suoi genitori erano ad uno degli stabilimenti balneari vicini che lo stavano cercando con ansia.

-Massimo, mi chiamo Massimo- O bella, allora parla. Non solo, si chiama come me. – Come stai Massimo..?- -Bene…te come stai…?- E mi mostrò sul palme della mano la sua biglia di vetro. Era di quelle di vetro trasparente, con delle striature di colore al loro interno. Erano di colore blu. Quando ero piccino pensavo che le facessero mettendo dentro le biglie delle ali di farfalla. Il primo impatto fu quello di riversargli addosso il fiume in piena dei miei pensieri, dei miei dubbi. Mi fermai in tempo, era un bambino piccolo e che probabilmente si era perduto, tutto ciò non avrebbe avuto senso. Osservai il costumino che aveva. Quando si trova un bambino si fa un annuncio dicendo il costumino che indossa. Il suo costumino era rosso, con una grande riga bianca laterale. Mi ricordava i costumi che c’erano alla fine degli anni sessanta, adesso non se ne vedono più così. –Perché stai qui da solo….?- Era pure  insistente – Mi sto riposando, ma anche te sei da solo….? – Cercavo di indagare, poi avendo inquadrato con la coda dell’occhio il bagnino mi ero alzato per attirare la sua attenzione. Il tempo di girarmi e il mio amichetto era sparito. Una scusa per il bagnino ed ero di nuovo sotto il mio ombrellone. Stavo quasi per dare la colpa al troppo caldo, quando sul mio lettino vidi la biglia di vetro.

La biglia di vetro, stavo pensando al lucchetto e mi stavo dimenticando della mia bellissima biglia. Si, perché da allora non me ne separo mai, soprattutto quando parto per dei lunghi viaggi. E quando passo dei momenti non belli o sono arrabbiato, vado a cercarla nella scatolina sopra il caminetto dove la tengo gelosamente custodita, la osservo, mi viene un sorriso e tutto passa.

Vado verso il caminetto, apro la scatola. Il lucchetto con le sue chiavi è vicino alla biglia. Guardo sul muro una mia foto, da bambino, sulla spiaggia, in costumino rosso con una riga bianca.

 
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