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Post n°283 pubblicato il 19 Febbraio 2011 da max_6_66
Foto di max_6_66

La mia mattinata lavorativa non comincia mai troppo presto. Sono un po’ pigro. Però una volta partito mi impegno a fondo riuscendo così a recuperare, e quando torno a casa la sera, di solito, mentre appoggio la mia pesante valigetta sul tavolo, mi sento felice e soddisfatto. Certo, ci sono giornate migliori e giornate peggiori, più o meno fortunate, che ti offrono più o meno opportunità. In ogni caso, ogni mattina prendo la mia valigetta, esco di casa, e parto.

Quando le giornate sono ben definite e riescono a farti sentire bene il loro profumo, tutto è più facile. Non solo le giornate di sole. Anche le giornate di pioggia possono essere “una bella giornata di pioggia”, che profuma di pioggia in modo chiaro, come solo la perfetta giornata di pioggia è in grado di fare. Lo stesso è per il freddo, per l’afa estiva e per il vento. Tutto è più facile perché il primo “grazie” del giorno lo dici appena fatto un metro dalla porta di casa. Il secondo può già venire quando sei al bar che bevi il caffè, quando la persona più invidiata in quel momento, quella seduta all’unico tavolino davanti all’unica copia del quotidiano, appena vuotata la sua tazzina ti guarda, si alza, e ti invita a prendere il suo posto. Il resto viene da sé, come il tre che segue inevitabilmente il due. In queste giornate si fa in fretta ad arrivare all’ora di pranzo, quando dopo alcune ore trascorse camminando per la città senti la prima stanchezza nelle gambe, e il braccio destro ti avverte che sente la valigetta più pesante.

Durante il pranzo ci si incontra sempre tra colleghi, magari di aziende concorrenti. Ci si saluta anche se ci si vede per la prima volta, tanto è facile riconoscersi, ognuno con la sua valigetta. E quindi non si mangia  mai seduti al tavolo da soli, e si attacca subito discorso. L’argomento però è sempre il lavoro, con tutte le possibili sfaccettature. Ognuno ha la sua ricetta, il suo credo. Chi insiste sulla quantità, l’applicazione costante, chi sulla qualità, e chi invece indica semplicemente una buona predisposizione come fattore decisivo per avere successo in questa attività: ci si nasce. Io non do mai torto a nessuno, non tanto per debolezza di carattere quanto per sincera convinzione che in tutte queste visioni c’è del buono, del vero. Quindi, finisco il mio pranzo,  con un po’ di malizia approfitto dell’occasione per ringraziare tutti per i preziosi consigli, e se sono più fortunato anche qualcuno che mi ha offerto il caffè. Parto così per la seconda parte di giornata lavorativa, con un po’ di vantaggio su tutti. E poi, dopo il pranzo bisogna alzarsi dal tavolo e partire in fretta, per non farsi fregare dall’abbiocco. Il tempo trascorre e la valigetta è sempre più pesante. Indugiare anche un solo attimo può compromettere tutto il pomeriggio.

Nel pomeriggio le strade e i marciapiedi della città sono sempre più affollati, quindi è sempre più faticoso procedere, camminare per chilometri. Io uso il trucco di pensare che i giorni sono come colline, e che il pomeriggio sia la discesa. Chi cammina in montagna sa che la discesa è comunque impegnativa, che i muscoli e i piedi fanno a volte ancora più male che in salita. Ma intanto è discesa, si va più veloci. Un trucco che funziona sempre, e che mi conduce molto velocemente a fine serata, davanti a casa mia. Ecco, a questo punto sento la valigetta veramente pesante, ma spinto dall’entusiasmo e rassicurato dal fatto di essere oramai a cinque metri dal termine della giornata lavorativa decido di esagerare, indugiando dal lato opposto della strada. Un’auto si ferma, permettendomi così di attraversare ringraziando con un sorriso. Se si fa con convinzione e naturalezza, unitamente a un po’ di talento e una buona dose di esercizio, è il modo più bello di ringraziare. Posso quindi correre verso la porta di casa, entrare di buon passo e far cadere la mia valigetta, con un gran rumore, sul tavolo di cucina.

Questo è il mio lavoro. Commercio in parole preziose. Le parole preziose sono quelle che quando le dai, in realtà ricevi qualcosa di ancora più prezioso. Con un po’ di impegno si può portarne a casa una valigia piena al giorno. La mia preferita è: Grazie!

 
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