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Alpha Centauri

Post n°161 pubblicato il 06 Aprile 2010 da max_6_66
 
Tag: anna, Ary
Foto di max_6_66

C’è vita su Alpha Centauri…..? Un sistema stellare triplo, dove se ci fosse un pianeta simile alla terra si troverebbe quindi ad avere non un sole, ma tre. E’ il sistema stellare più vicino a noi, ma se dovessimo scrivere in chilometri quanto è lontano non basterebbe una enciclopedia a contenere gli zeri di quel numero. Se da quelle parti qualcuno accendesse una abatjour, la luce della lampadina impiegherebbe quattro anni e diversi mesi per arrivare a noi, prima che qualcuno accorgendosene si lamentasse e chiedesse di spengerla perché “qui c’è gente che sta dormendo e domani si deve alzare per andare al lavoro”. Un sistema stellare con tre soli, tre albe e soprattutto tre tramonti. Come è possibile non innamorarsi in un posto così. Alpha Centauri, Toliman per gli amici.

Non esiste un sistema per trovare ciò che si è perduto, che non si trova. Però bisogna cercare, bisogna farlo. Rovistare in quei famosi cassetti di casa dove c’è di tutto infatti non serve a trovare quello che stiamo cercando, bensì a trovare la cosa che cercavamo l’ultima volta che guardavamo negli stessi cassetti. E’ matematico. A quel punto basta avere la fortuna di perdere qualcos’altro il prima possibile, o comunque la pazienza di aspettare che ciò accada. E’ un processo che non si deve mai fermare perché se lo interrompiamo scoraggiati da un esito che nell’immediato non è positivo, non abbiamo speranza di trovare più niente.

Quando avevo venti anni giustificavo la mia precoce attitudine all’essere single dicendo scherzosamente che la donna della mia vita era in Australia. Adesso, dopo aver fatto diverse volte il giro del mondo, la situazione non regge più. Alpha Centauri mi sembra che possa essere un luogo abbastanza sicuro e lontano per custodire il mio prezioso e sciocco alibi. Anche se un recente successo cinematografico in 3d sta mettendo in crisi le mie certezze.

Odio i litigi, o meglio mi intristiscono. Questo non vuol dire che rifiuto le discussioni. E’ il volume alto della voce che mi disturba. Non solo per le cose dove sono personalmente coinvolto. Se vedete per strada o in un qualsiasi posto due persone che litigano alzando la voce, io non sono sicuramente nel raggio di un chilometro da dove ciò accade. Le persone che sono abituate ad interagire con gli altri necessariamente alzando il volume, o anche quelle che hanno bisogno a volte di farlo per sfogarsi, sono spesso esasperate da questo mio atteggiamento. Durante l’inizio della sfuriata, le guardo per pochi istanti negli occhi. Se dopo la prima parte dello sfogo, che comunque accetto e rispetto, la persona non capisce e non abbassa i toni, mi volto e me ne vado, spesso inseguito da scarpe o altri oggetti volanti. No, non è per niente facile avere a che fare con me. Anche se di positivo c’è il fatto che non alzo mai la voce con nessuno. Non l’ho mai fatto in più di quaranta anni e sono assolutamente sicuro che non lo farò mai.

C’è un’altra cosa difficile da spiegare di me. Se chiedete alle persone che mi conoscono dall’infanzia se sia una persona silenziosa o chiacchierona, solitaria o socievole, estroversa o introversa, non possono che rispondervi “entrambe le cose, all’estremo limite”. Se mi dovessero mettere per quindici giorni rinchiuso in una stanza con una persona, sarei benissimo in grado di stare per una settimana senza dire una parola, osservandola e comunicando solo con gli sguardi, per poi cominciare improvvisamente a parlare per tutta la settimana successiva in modo ininterrotto, senza smettere nemmeno per mangiare e dormire.

Mettiamoci l’umana predisposizione che ci porta naturalmente a desiderare una cosa solo fino a quando ce l’abbiamo, l’egoismo e l’autodifesa che ci fanno tirar fuori il peggio di noi appena compare la paura di soffrire o la paura di essere ingannati, l’abitudine e la predisposizione a stare da solo, il cortile di casa mia dove c’è posto per parcheggiare una sola macchina e il bicchierino in bagno dove c’entra un solo spazzolino, migliaia di favole a lieto fine ed esempi di perfezione con i quali siamo stati bombardati fin dall’infanzia e che si offrono continuamente e impietosamente al confronto con il nostro quotidiano…… Ed ecco che il quadro si completa piuttosto chiaramente: Alpha Centauri. Non esistono alternative.

Questa mattina sono uscito di casa per cercare una piccola paletta che uso per travasare le piante. L’ho sicuramente “seminata” per il giardino nei giorni scorsi, durante i primi lavori di cura primaverile. Sono tre giorni che cammino su e giù, discutendo tra me e me a voce alta relativamente al fatto che non è possibile che sia scomparsa. Ho ispezionato per l’ennesima volta tutti i dintorni di casa palmo a palmo. Poi mi sono stufato e mi sono messo a chiacchierare con la mia vicina di casa. Gli ho raccontato con grande serietà e preoccupazione la storia assurda della paletta, suscitando una grande risata da parte sua. E ridendo, mi ha detto che sono veramente tutto scemo. Poi mi ha chiesto se questa sera voglio andare a mangiare una pizza con lei.

 
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