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« Platonesogno con ombre cinesi »

quello che manca

Post n°165 pubblicato il 08 Aprile 2010 da max_6_66
 

Quando ci si avventura in territori per noi nuovi e sconosciuti è normale essere improvvisamente assaliti da momenti di angoscia. La prima volta che sono stato in un posto molto lontano da casa mia ho vissuto alcuni attimi di panico. A qualche anno di distanza il ricordo assume i contorni affettuosi e divertenti che sono propri della situazione, una volta che il tempo ha compiuto la sua operazione più classica: la trasformazione della carta vetrata in ovatta.

Se dovessimo immaginare la situazione ideale, poco gli corrisponde come l’essere in un paese tropicale, sul mezzo del giorno, sorseggiando un cocktail su una spiaggia bianchissima. Per i maschietti si potrebbe aggiungere l’essere circondati da bellezze locali con corpi scolpiti e la pelle color dell’oro. Vabbé, pane al pane, Anche per le femminucce. Comunque, la prima volta che mi sono trovato in questa situazione, ho provato un grande immediato appagamento pensando a dove mi trovavo. Mi sono anche guardato intorno per alcuni minuti, con la cannuccia in bocca ed il sorriso ebete, pensando che in quel momento non mi mancava proprio niente. Ed è proprio al termine di quell’attimo che una strana sensazione ha generato un brivido che ha attraversato tutto il mio corpo. Dalla sensazione alla certezza: pur in presenza di un sole abbagliante, il mio corpo non produceva ombra. Dopo anni di silenziosa ma costante presenza, per la prima volta nella vita, la mia ombra mi aveva abbandonato. Appena il tempo di balzare sotto un ombrellone, guardandomi con circospezione intorno per verificare se nessuno si fosse accorto di questa mia grave mancanza.

Il sudore sulla fronte riusciva a malapena a raffreddare oscuri pensieri legati a esseri maligni che non si riflettono negli specchi, film dove il protagonista si accorge solo alla fine di non essere più in vita, racconti del terrore dove il proprio corpo salta tra una dimensione reale ed una irreale, tra l’esistere e il non esistere. Il dubbio di non essere una persona che in quel momento stava vivendo veramente quell’esperienza che fino a pochi istanti prima sembrava rasentare la perfezione, mi aveva fatto sprofondare nell’ansia. Anche l’immediata consapevolezza che nemmeno tutte le altre persone di quella spiaggia avevano l’ombra era riuscita a consolarmi più di tanto. Ho passato il resto della vacanza rinchiuso in albergo, con le finestre chiuse e la luce accesa, cercando di risollevarmi con l’ombretta artificiale così generata. Poi la vacanza è terminata e sono riuscito a mettere tutti i chilometri che c’erano tra quella spiaggia dei dannati e la mia rassicurante casa, dove ho avuto la fortuna di tornare in una bella giornata di sole che mi ha permesso di ritrovare immediatamente la mia inseparabile compagna.

Che poi, la nostra ombra è sempre la stessa, o quella che ricompare all’alba, dopo una notte di assenza è un’ombra nuova, rinata come rinasce il sole del giorno successivo ? E quando dopo il tramonto andiamo a dormire, l’ombra svanisce, muore, o giace invisibile nel letto al nostro fianco ? E quella generata dalla luce artificiale che illumina le nostre stanze è una mera supplente, o la stessa fedele compagna con un altro vestito, che quando l’oscurità ha preso possesso del mondo esterno alla nostra casa si è già messa il pigiama ed è pronta per la notte ?

Nella fascia di latitudini comprese tra il tropico del Cancro e il tropico del Capricorno, il Sole raggiunge lo zenit due volte l'anno. In altre parole, in ogni luogo compreso tra i tropici, per due giorni all'anno esattamente a mezzogiorno, il Sole è perfettamente perpendicolare. In quel momento quindi non si vede la propria ombra, che rimane nascosta e rintanata esattamente sotto i nostri piedi.

L’uomo colloca la propria nascita ed esistenza al centro dell’universo. Quello che vede o percepisce esiste, quello che non vede non esiste. La realtà è opposta, perché niente è vero, e vero può essere tutto…….basta crederlo per un momento, e poi mai più. E poi di nuovo, e poi sempre. O per sempre mai più.

Vorrei sapere dell'acqua del mare,

se invecchia, se muore!

ci sarà la più giovane,

quella che più viva si muove:

e l'altra, quella che spuma,

quella che stracca s'abbatte alla spiaggia,

è forse la vecchia? Vi fa

ridere questo pensiero

dell'acqua bambina,

dell'acqua vecchia del mare?

(Luigi Pirandello “La favola del figlio cambiato)

 

 

 

 
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Commenti al Post:
pcsarpedontigrazia
pcsarpedontigrazia il 08/04/10 alle 22:34 via WEB
buona serata max..... un sorriso....grazia
(Rispondi)
 
pipitola
pipitola il 08/04/10 alle 22:56 via WEB
L'ombra e' l'altro te che non ti lascera' mai, pioggia o sole nella tua vita.La tua coscienza,il tuo sorriso, il tuo pianto. kiss
(Rispondi)
 
maya1st
maya1st il 08/04/10 alle 23:00 via WEB
c'è un momento del giorno dove l'ombra riflessa non è una ma molteplici...mi sono sempre chiesta se in quel momento il sole non rifletta le mie mille sfaccettature...la Ale simpatica, quella depressa, quella dura con tutti, quella che alla fine cede sempre ed è troppo generosa, l'amante, l'amica, quella che vorrebbe fare l'eremita e quella che senza amici non vive..e mi sono sempre chiesta quale di quelle fossi realmente io...forse devo tornare ai tropici in quei due giorni per restare da sola senza ombre :)
(Rispondi)
 
g1b9
g1b9 il 09/04/10 alle 12:12 via WEB
Massimo caro, ti ringrazio del racconto che hai fatto per me, problema centrato in pieno con una fantastica idea.Mi piace essere un 'ombra oppure una realtà.Entrambe bellissime al loro posto.. Mi concedi il permesso di copiare il racconto per il mio blog?. Un abbraccio .Giovanna
(Rispondi)
 
KaedeMaemi
KaedeMaemi il 10/04/10 alle 00:46 via WEB
Ciao Max, eccomi di nuovo qui tutto bene vedo, prosegui con la tua fantastica fantasia e creatività. Buonanotte caro amico alla prossima Stefy
(Rispondi)
 
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