L’uomo non è morto quando ha freddo, è rigido, senza polso, senza fiato e mostra anche segni di decomposizione; non è morto quando viene sepolto, né dopo, fino a che non viene raggiunto un certo punto. Quel punto è che quando gli organi vitali sono diventati così decomposti che, se rianimati, non potrebbero svolgere le loro funzioni abituali; quando la molla e gli ingranaggi della macchina, per così dire, sono così consumati dalla ruggine, che si spezzerebbero quando si gira la chiave. Fino a quel punto, il corpo astrale può essere indotto, senza miracoli, a rientrare nel suo antico tabernacolo, o per uno sforzo della propria volontà, o sotto l’impulso inarrestabile della volontà di chi conosce le potenze della natura e come farlo. dirigerli. La scintilla non si spegne, ma solo latente, latente come il fuoco nella pietra focaia o il calore nel ferro freddo.

I cabalisti dicono che un uomo non è morto quando il suo corpo è sepolto. La morte non è mai improvvisa; perché, secondo Hermes, nulla va in natura per transizioni violente. Tutto è graduale e poiché per produrre l’essere umano vivente è richiesto uno sviluppo lungo e graduale, è necessario del tempo per ritirare completamente la vitalità dalla carcassa. “La morte non può essere più una fine assoluta, della nascita un vero inizio. La nascita prova la preesistenza dell’essere, così come la morte prova l’immortalità