L’uomo è spesso messo alla prova. Quando è al crocevia della vita, dice a se stesso: “se scappo da questo calvario, la mia umanità crescerà. D’ora in poi, la mia vita scorrerà più saggia. Correggerò tutto ciò che prima di non poter vedere che è cattivo, farò solo del bene. Abbraccerò tutto ciò che mi circonda e modellerò magnificamente. Possano i miei giorni essere luminosi e il momento fruttuoso. ”

Il più delle volte, l’uomo dimentica la sofferenza, dimentica l’alleanza con Dio e il suo essere oppresso. La nostra vita è molto più tragica di quanto immaginiamo.

Che l’uomo soffra e si nobilita è una cosa gioiosa. Ma cosa può essere più triste della sofferenza senza bellezza, senza fecondità, senza lasciare traccia.

La vita, questa vita quotidiana ci fa perdere la pura bellezza degli inizi, macina le nostre anime e ci copre con il peso del dimenticare chi siamo e dove stiamo andando. La nostra vita secca, ingombrante, amara, a volte disgustosamente banale, a volte banale e sempre accidentale, può avere un tentativo di risposta, un luogo da cui emergono nuovi percorsi, percorsi di luce e bellezza. Le ampie porte del cielo si aprono, chiamando, arricchendo e agitando sempre altre esortazioni, spaventando le nostre anime in attesa di significato.

Il significato delle prove della vita è il rinnovamento; picchiano la ruggine sull’anima. Le difficoltà che ci vengono incontro rivelano noi stessi, coloro che ci hanno dimenticato.

È così che entri nel tuo cuore e in questo mondo, nella realtà nascosta del Dio vivente.