Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Distant Sun

Post n°34 pubblicato il 06 Aprile 2011 da fading_of_the_day
 


"Non posso darti delle prove, è solo una questione di intuito"

L'ultima comunicazione tra loro si era interrotta così.
Poi più nulla. Solo il rumore spiazzante di una radiolina che gracchiava senza soluzione di continuità finchè la malinconica pressione del tasto OFF non avesse posto fine a quella straziante agonia.

Ora rimaneva solo l'intuito. E migliaia di chilometri a dividerli.

Emma era l'ultima persona che si sarebbe presa gioco dell'intuito. Grazie all'intuito aveva composto canzoni gradevoli e si era costruita una discreta carriera. Grazie all'intuito aveva conosciuto Danny, il grande amore. Una volta l'intuito (unito a qualcos'altro) le aveva addirittura salvato la vita. Ora le stava dicendo che la cosa migliore era lasciar perdere, mettere da parte le velleità di una relazione complessa, sofferta ed andare sul sicuro.

Mentre lo specchio scimmiottava le sue mosse, Emma sentiva il tempo scorrere lento. Era una gocciolina che scivolava placida, trasparente sulla sua pelle resa umida dalla doccia, come se un sottile strato impermeabile la ricoprisse da capo a piedi. Quella gocciolina rimaneva lì, capricciosa come una biglia di mercurio, sospesa sui calori del corpo ed impertinente nel suo ostinato rimanere a galla e non volerne sapere di andare giù, di penetrare in profondità.

Con la matita iniziò a delineare il contorno degli occhi e fissandosi ebbe la sensazione che le si spiegasse dinnanzi la visione del suo futuro. Era lì ai suoi piedi ben visibile, inerte e nudo. Fu invasa da un senso di inquietudine e prese a squadrare quella piccola finestra sul suo mondo con freddezza e distacco. La trapassava con occhio fisso e privo di emozioni, come un sole distante, spinto via di parecchie galassie. L'attraversava costante e severa come un sole indulgente che si degnava appena di intiepidire la gelida eredità del mondo.

Passato e futuro iniziarono a confondersi nella sua mente, si rincorrevano come bambini accaldati che giocano in un prato. Emma si sentì assalire da un senso si agitazione. Chiuse gli occhi per tranquillizzarsi e le venne in mente una frase che a suo tempo la colpì molto. Si trattava di un'antica incisione riportata in uno dei mille libri di archeologia di Danny.


La vita è un libro di testimonianze del passato ed un libro di predizione del futuro, poichè il futuro racchiude il passato e le prime cose saranno le ultime.



Sollecitata dal ticchettio dell'orologio a muro, scosse la testa come per scacciare via cattivi presagi e prese a passarsi il fondotinta sulle guance, continuando a scrutarsi con aria profonda ed investigativa, nel tentativo di oltrepassare i confini che da qualche tempo la intrappolavano.

Quei pensieri le affollavano la mente mentre si preparava sospirosa ed annoiata all'ennesimo incontro di lavoro, con sponsor, stampa e producer dell'etichetta discografica. Quella era la parte che meno amava del suo lavoro. Avrebbe preferito essere al di fuori di certe dinamiche, di certi doveri. Lei voleva scrivere canzoni ed esibirsi dal vivo. Di tutto il resto avrebbe volentieri fatto a meno.

Per alleviare il tedio che sicuramente avrebbe dispensato con magnanimità il meeting, Emma aveva deciso di farsi accompagnare dalla sua vecchia amica Sophie. Sophie era una sua compagna di scuola, madre francese e padre australiano: era bella, vestiva elegante e parlava quattro lingue. Era una tipa dai mille interessi, per certi versi emancipata fino ai limiti del libertismo. A dispetto della giovane età, era una ragazza di grande cultura: aveva frequentato una delle scuole internazionali più "in" di Sydney ed aveva sin dalla più tenera età maturato una grande passione per i libri. Spaziava da Jane Austen a Ian McEwan, passando per i classici russi, Kafka, Greene e Trollope. Nutriva un amore morboso per i poeti maledetti - in particolare per Baudelaire e Verlaine - e si sentiva rapita in un mondo parallelo ammirando le immagini che trasmettevano i sonetti di Neruda. Nel suo salotto di casa campeggiava una mastodontica libreria in cui era archiviata tutta la sua sterminata collezione di edizioni di varia foggia e colore, comprati qua e là per il mondo, molti dei quali in lingua originale.

Tuttavia, nonostante la sofisticata educazione ed il suo aristocratico nome, Sophie era tutto fuorchè una ragazza con la puzza sotto al naso. Sebbene fosse un'assidua lettrice, non ostentava alcuna pedanteria classicista nell'infarcire le frasi con arzigogoli o pomposi termini ricercati. Le piaceva frequentare bei ristoranti, ma non per questo disdegnava un sudicio fish & chips od un calorico cheeseburger al primo fast food. Sophie aveva la forza della bivalenza. La potevi portare tranquillamente ad una mostra su Monet e poi a pranzo al chiosco degli hot dog all'angolo. Il tutto senza scomporsi.


-Fammi capire bene, è un mese che manchi e succede 'sto terremoto?
-Semplicemene ho preso la scelta che mi sembrava più opportuna. Qualcosa mi ha detto di non rischiare
-Quindi hai lasciato perdere l'italiano e ti sei messa con il tuo manager....
-Si sto con Markus, so che a te è sempre andato di traverso
-Amica mia, sei sicura, guarda che gli italiani sono così....


Sophie non completò la frase, contraendosi le labbra in un moto di civettuola autocensura. Per ingannare il momentaneo imbarazzo, abbassò lo sguardo come per cercare qualcosa in terra, non riuscendo però ad evitare di calarsi la tipica espressione compiaciuta di chi la sa lunga. Poi rialzò la testa e proseguì.


-Io ho fiducia nel tuo intuito, ma uno che fa quello che ha fatto lui.... Inomma tutti quei chilometri per portarti dei fiori....
-Si è vero... Sai Luca è uno molto particolare. E' schivo, introspettivo, ma poi è capace di farsi ore ed ore di macchina solo per darmi delle rose..
-Amica mia, quello non vuol dire essere "particolari". Vuol dire essere innamorati.


Ci fu una lunga pausa su cui scese un fitto silenzio, riempito solo dal rumore dei quattro tacchi che ritmicamente scandivano all'indietro i metri verso la hall. Mentre varcavano la luminosa porta automatica a vetri dell'hotel, quelle parole risuonavano nella testa di Emma con l'insistenza di un rubinetto che perde. Le ultime parole di Sophie scavavano con la pazienza dell'acqua leggeri solchi nella sua coscienza.

Gli antichi dicevano che la vita è un libro di testimonianze del passato ed un libro di predizione del futuro. Le scelte del passato racchiudono le scelte del futuro.
E da alcune di esse, spesso, è impossibile tornare indietro.

 
 
 
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