Fading of the day

46

-Sai che è una cosa che devo assolutamente fare, vero?

Sinead mi fissava dritto negli occhi a pochi centimetri. Le nostre fronti appoggiate, le sue braccia dietro il mio collo. Sentivo il calore del suo corpo ed il freddo dentro di me.

Fui sul punto di dire qualcosa ma mi fermai, lasciando un sibilo nell'aria, come una folata di vento invernale che trascinava le foglie secche sull'asfalto. L'avevo persa una volta e ora stavo per perderla di nuovo.

-Lo so, lo so... - mormorai poco convinto abbassando la testa - però io non voglio esserci. Ti chiedo solo questo.

Sinead accennò un sorriso a mezza bocca, come una smorfia, una virgola malposta in un periodo. Io staccai il contatto da lei, per concentrarmi e focalizzare per qualche momento ciò che sarebbe stato. Lo stomaco precipitò giù verso il centro della Terra. Era una sensazione strana quella che provavo. Mi sentivo tirare per le braccia da una parte all'altra: i problemi che avrei dovuto affrontare erano due, apparentemente distinti, ma in realtà legati a doppio filo.

-Hai già deciso consa fare conil manoscritto?
Sinead mi distrasse con quello che, da un certo punto di vista, poteva essere considerata l'incombenza meno problematica.

-No, o meglio non definitivamente. Sai come la vedo in proposito.
Sienad arretrò con il capo coem a voler mettere a fuoco da lontano la mia figura, le mie parole. Storse la bocca da un lato, in un gesto che sintetizzava in sè disappunto e comprensione.

-Beh io non so quali implicazioni ci siano a livello legale, ma si tratta, comunque sia, di un documento avente valenza storica e...
-Sinead - irruppi io - mi sento come un paziente che si deve levare due denti e non sa quale gli farà più male...
-Tesoro, ti capisco - mi fece lei accarezzandomi il capo - ma da qualche parte dovremo pure iniziare... Vedila così: quando avremo sistemato queste due situazioni tutto sarà a posto e potremo, finalmente, goderci la nostra bella casa sul mare in santa pace

Sinead aveva la capacità di trovare sempre le parole giuste ed anche in quella circostanza non era venuta meno quella sua qualità. C'era qualcosa in lei che mi ricordava tanto mia madre e che mi rassicurava quando mi sentivo debole.

-Se sei d'accordo stasera vedrò le altre: faremo la seduta e...
-Così Elisa morirà una seconda volta, giusto?

Mi pentii immediatamente di aver usato quelle parole così perentorie ed apparentemente polemiche. Ma la sostanza dei fatti era quella.

-Si. - ammise lei perentoria, chiudendo gli occhi - Al termine della seduta Elisa non sarà più dentro di me. Jeremy, guardami: sarà meglio per tutti e tre. Per me, per te e per Elisa.

Il pensiero di separarmi nuovamente da mia moglie mi investì il volto come un'esplosione di calore, arida, che bruciava gli occhi e la pelle. Una parte di me era convinta che quella fosse la decisione giusta da prendere. L'altra rimaneva aggrappata ad i suoi capelli biondi ed alla sua voce, che avevo sentito vibrare di nuovo nell'aria solo poche ore prima.

-Sin, dimmi che ce la farò...
-'More, ce la faremo. Tutti e due insieme...