Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Post n°98 pubblicato il 05 Marzo 2014 da fading_of_the_day
 

Trascorremmo tutta la mattinata ed il primo pomeriggio insieme. Scoprìi che Elisa studiava Arte all'università di Edimburgo. "Arte" pensai. E fui invaso da un flash: noi due nel salone della nostra casa, io a scrivere davanti ad una romantica Remington, lei a dipingere un paesaggio olio su tela. Idillio puro.

Usciti dall'Elephant House, Elisa mi prese la mano e mi stampò un bacio con le labbra rosse sulla guancia.
La guardai. Aveva il viso da bimbetta cresciuta, gli occhi vivi e un'incredibile voglia di capire il mondo. Era tutto ciò che ero stato io anni addietro e che, forse, non ero più. Mi resi conto che era una delle persone più solari che avessi mai consociuto.

Ci salutammo. Lei aveva lezione e poi la sera avrebbe lavorato come barista al Kings Wark, un pub del centro, per finanziarsi gli studi.
Mi disse: "Jeremy, ti prego passa stasera per una birra: il mio capo e lo staff vogliono conoscerti".

Io avevo da scrivere ma non potei rifiutare l'invito. Elisa mi strappò la promessa che l'avrei raggiunta dopo cena sul tardi. Tornato a casa, tentai di isolarmi e guadagnare un paio d'ore di pura concentrazione: scrissi di getto un capitolo che mi affrettai ad inviare via mail a Mr.Stanford. Il boss mezz'ora dopo mi chiamò a casa. Il capitolo era ancora una bozza, ma lui era letteralmente impazzito.

"Jeremy sei un genio! Questo capitolo è una bomba!"

Quando era contento passava al tu. Proseguì senza darmi modo di fiatare.

"Ok ci manca davvero poco per portare a casa il risultato. Dobbiamo mettercela tutta."

Mr.Stanford era una persona davvero eccentrica, tendenzialmente buona di carattere ma di mentalità decisamente aziendalistica. Questo particolare, il più delle volte, mi faceva storcere la bocca, perchè innescava una serie di atteggiamenti che, inevitabilmente, elevavano il profitto al di sopra di tutto. E questo era un aspetto che ben poco si conciliava con la mia idea di letteratura.

Così, per Mr.Stanford, il successo veniva prima di ogni cosa. E quando tutto andava per il verso giusto, eravamo "noi" a conseguire risultati importanti; eravamo noi ad andare alle conferenze ed a rilasciare interviste. Viceversa, quando qualcosa non andava, era "tu" a "crogiolarti senza combinare nulla", era "tu" che "mi metterai nei casini".

"Mr. Stanford stia tranquillo - lo rassicurai cercando di apparire quanto più convincente possibile - "rispetterò le scadenze. Entro fine novembre avrà il suo romanzo."

Attaccai e feci per rimettermi al portatile. Mentre Mr.Stanford mi inondava con la benedetta torrenzialità dei giorni felici si era accesa qualche lampadina qua e là nella mia testa. Avevo inquadrato il nuovo capitolo. Dovevo cavalcare l'onda e buttare subito giù qualcosa. Non avevo idea di che ora fosse. La camera da letto di Mr.Stanford era inquietantemente priva di qualsiai orologio. Il tempo non aveva dimensione in quella stanza.

Il tempo forse no, ma il mio stomaco..si...

Avvertii una certa fame e, quasi istintivamente, guardai fuori dalla finestra. Ormai si era fatto buio. Le luci gialle dei lampioni conferivano alla città un fascino inarrivabile. Quegli edifici in pietra, quei tetti a cupola spiovente, sembrava di essere tornati indietro nel tempo di due secoli. Mancava solo lo scalpiccio di zoccoli a risuonare nel silenzio della sera. Pensavo a quando sarebbe arrivata la neve che quell'anno sembrava tardare.

Pensavo a quando tutto sarebbe stato coperto di bianco.

La neve che copre lo spazio e le distanze, con gli esseri umani piccoli nei in fuga da un volto albino. La neve che copre il tempo, con i giorni che scorrono tutti uguali ed i mesi che, ogni volta, ricominciano daccapo.

Fui riportato alla realtà dal ronzio provenienti dal comodino.
Il cellulare. Un messaggio di Elisa: "Jeremy ti prego vieni. Un bacio. Eli"

Infilai il cappotto balzandoso come un principe. La mia bella fremeva per me. Finii per dimenticare che avevo fame. Mi sentivo un'adolescente ed era una sensazione che non avrei barattato con null'altro al mondo.

"Elisa aspettami"

 
 
 
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LOVING ELISA BROWN 2/2

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