Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Post n°204 pubblicato il 06 Ottobre 2014 da fading_of_the_day
 

Concludemmo la serata con un drink: un morbido brandy in balloon di cristallo da grandi occasioni. Non era passato molto tempo dall'ultima volta che avevamo bevuto del Carlos I io e Sinead, ma, a quanto pare, avevo perso perso un po' la mano con i superalcoolici, tanto che, ad un certo punto, fui colto da una forte sonnolenza.

Ciò che accadde dopo fu qualcosa di davvero sconvolgente. Sentii un liquido freddo raggiungermi con violenza il viso e, non appena aprii gli occhi, mi ritrovai in una stanza che non avevo mai visto, con i muri in pietra grezza, buia, umida e maleodorante. Ma ciò che era più incredibile era che qualcuno mi aveva legato ad una sedia.

Riuscii a riprendere pieno possesso delle mie facoltà mentali a fatica e, dritto davanti a me, percepii la presenza di due figure, due donne, una seduta e legata, come me. L'altra in piedi con in mano un tagliacarte.

-Sinead! - urlai con tutta la forza che avevo.

Sinead alzò il capo lentamente, con una macchinosità tipica di un tossicodipendente fatto di eroina. Anche lei appariva visibilmente stordita quanto se non più di me. Dopo qualche istante tutto fu chiaro: la donna in piedi aveva messo qualcosa nel brandy e ci aveva portati in quella stanza. La donna in piedi era Fiona.

Sinead attaccò a farfugliare qualcosa, biascicando una serie di parole che capii solo al terzo-quarto tentativo.

-E' lei Jeremy!, E' lei la donna!

-Bene bene - irruppe Fiona giocherellando con un tagliacarte - come stanno i mie Romeo e Giulietta?
-Non la toccare - urlai.

Puntai lo sguardo negli occhi di Fiona e vidi una luce di cattiveria che poche altre volte avevo notato in un essere umano. Mi sembrò di essere in un film di James Bond, in cui il Dottor No bramava la conquista del mondo, accarezzando il suo gatto bianco, con il viso illuminato dal chiarore di una batteria di schermi video. Lo vedevo davanti ad i miei occhi: impettito dentro la sua giacca da camera rosso scuro, con il sigaro e la scacchiera di legno pregiato sulla scrivania. Lo vidi proprio lì davanti a me e fui quasi sul punto di toccarlo, quando la sua immagine si sciolse al fragore della risata smodata di Fiona.

-Certo che siete davvero carini così conciati...
-Dove siamo? - Inveii io.

Fiona non rispose e si incamminò verso la pesante porta in ferro che ci teneva reclusi in quel seminterrato. Diede un doppio scossone con una grossa chiave, anch'essa in ferro, e ne seguì uno sferragliare complicato e protratto, come gli ingranaggi non lubrificati di un grosso e vecchio argano portuale. Poi ritornò vicino a Sinead, trascinandosi con una mezza dozzina di passi pesanti, neolitici, che rimbombavano nel silenzio tombale. In tutto quel lasso di tempo non aveva abbandonato per un attimo il fermacarte d'argento, che luccicava alla luce della fioca lampadina come un frammento di vetro su una spiaggia d'estate.

 
 
 
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LOVING ELISA BROWN 2/2

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