Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Post n°220 pubblicato il 26 Giugno 2015 da fading_of_the_day
 


-Insomma dov'è che si va?

Mi fissò al di sopra della montatura degli occhiali inarcando un po' il sopracciglio ad enfatizzare il tono di domanda. Percepii una luce ed un calore mai avvertiti prima, come se il miracolo della prima vita mi avesse invaso ed attraversato. Sentii la quiete di un'osmosi inversa, la pace dell'acqua che tornava alla sua sede naturale.

Stavo sistemando le valigie nel portabagagli e mi bloccai, mani a mezz'aria, rapito come al cospetto di una tela di Raffaello. Dovetti fare proprio una faccia da tonto perchè lei incalzò.

-So di non parlare correttamente italiano, ma non mi sembra una domanda poi così difficile...

Inclinò un po' il capo come si farebbe con la manopola di una radio per cercare la giusta sintonia. Poi disegnò con le labbra un sorriso ancor più intenso, persistente, e capii che era possibile per la poesia trasformarsi in musica ed acquisire il più inesplorato dei sensi.

-Val d'Orcia, Senese...

Feci ancora inebetito dalla sua visione. 

Tornai poco convinto al mio problema, cercando con la mente una soluzione geometrica che mi permettese di incastrare efficacemente i due borsoni. Lei capì la mia empasse e, per sdrammatizzare, abbozzò qualche espressione in dialetto toscano. Solo che con l'accento ungherese non le veniva esattamente bene. Anche le fate avevano qualche macchiolina sul vestito.

-Dimmi una cosa: ma tu hai mai viaggiato su una di queste?

Le chiesi puntando i pugni nei fianchi. Nonostante fossi esausto non riuscivo ad essere adirato.

-Intendevo con una cabrio due posti - precisai indicando la mia macchina - beh perchè bisogna andarci piano con i vestiti... 

Lei mi guardò interrogativa: dalle sue parti non se la passavano bene, ma, in fondo, la rivoluzione industriale era arrivata anche lì.

Assorbì la battuta, sorrise di nuovo e si avvicinò con passo rapido, svolazzando il leggero vestito azzurro. Mi prese dolcemente la faccia con una mano e mi stampò un bacio sulle labbra.

-Se mi vuoi un po' devi faticare... - intonò maliziosa.

Quel bacio fu provvidenziale perchè trovai, finalmente, la giusta alchimia e chiusi il bagagliaio con soddisfazione. Lei era gia al posto del passeggero e mi accompagnò con lo sguardo fin quando entrai in macchina. Tirai giù il tetto e lei alzò il viso con stupore, per ammirare quel piccolo miracolo di trasformazione.

Ci fissammo per qualche istante. Capelli neri ondulati ed occhi chiari, di un colore indefinibile, tra il grigio e l'azzurro, a seconda della volubilità del cielo e delle nuvole. Dal vestito che indossava era facile capire che sotto c'era un fisico da sirena. Accavallò le gambe e notai un delizioso braccialetto d'oro bianco che impreziosiva la caviglia alta e sottile.

Con un gesto morbido fece tintinnare i braccialetti al polso sinistro, mentre intrecciava le lunghe dita tra le mie. Vidi lo smalto rosso delle unghie e gli anelli prendere il sopravvento sulla mia mano e farne un tutt'uno con la sua. Sentii il suo tocco di velluto, caldo, diffondersi come un'onda anomala dalle periferie del mio corpo allo stomaco. Ci fissammo ancora per qualche secondo come se volessimo trasportare quel sogno oltre i confini dell'alba.

Lei strinse un po' la bocca come per trattenere il sorriso innescato da quell'imbarazzante silenzio. Poi si avvicinò, lentamente, inclinando il viso e chiudendo gli occhi. Mi diede un bacio aprendo le labbra e sentii il tepore del miele invadermi.

Ci staccammo e lei si passò le mani tra i capelli abbozzando una coda di cavallo, con gli occhi ancora sopra la linea degli occhiali e piantati nei miei. Distese il viso in una posa rilassata come se un fotografo la stesse riprendendo e vidi il piercing sul naso brillare.

Su una bici cigolante sfilò, proprio accanto a noi, un vecchietto corpulento che si girò a guardare.

Non so se lei, la macchina o entrambe.
Ma poco importava.

 
 
 
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