Fading of the day

Distance Between Us

-Ciao sono io...
-Dimmi Markus...
-Guarda, siamo in mezzo ai casini, dobbiamo vederci al più presto
-Quali casini?
-Adesso è troppo lunga da spiegare....
-Quindi?
-Vediamoci domani pomeriggio alle 5 al "The Pass"
-Io avrei da fare, però...
-Emma, è importante, vedi di essere puntuale.


Emma riattaccò il telefono pigiando il tasto rosso quasi con violenza.
Lo odiava con tutta sè stessa quando usava quel tono. Avrebbe voluto urlargli contro la sua rabbia e la sua frustrazione. Ma si morse le labbra.

Markus era, fin dall'inizio della sua carriera, il suo manager.
Un tempo non troppo lontano aveva lavorato per etichette discografiche abbastanza importanti ed aveva cavalcato l'onda di un discreto successo economico e professionale. Poi, ad un tratto, le big corporation avevano iniziato ad acquisire i pesci piccoli e la fortuna gli aveva voltato le spalle.

Così aveva deciso di ricominicare daccapo mettendosi in proprio. Era riuscito a mettere sotto contratto qualche talentuosa cantante, un paio di gruppi rock emergenti ed alcuni DJ di discreto valore. Ma di tutta la sua squadra, Emma era di certo la punta di diamante, il suo appiglio per sbarcare il lunario. Emma aveva sempre ripagato la sua fiducia ed i suoi sforzi con ottimi risultati.

Tuttavia dalla morte di Danny in poi tante cose erano cambiate.
Emma aveva fatto pressioni per cancellare alcuni live e, come se non bastasse, era in ritardo con la lavorazione del nuovo album.
Markus masticava amaro, ma tentava di assecondarla quanto più poteva, ben sapendo che buona parte dei suoi incassi dipendeva da lei.

Emma non lo aveva molto in simpatia e più di una volta aveva discusso alcune sue scelte e prese di posizione molto criticabili.
Lui aveva modi un po' bruschi, ogni tanto giocava sporco e, per finire, aveva sempre nutrito una certa "simpatia" per lei, simpatia che andava ben al di là della sfera prettamente professionale....

Emma sapeva di piacergli e questa cosa era stata fonte di attrito, a suo tempo, anche con Danny.
Ma ormai lui non c'era più e, forse, Markus sentiva che la strada verso di lei si era fatta meno impervia. Con il passar del tempo si era divenuto, via via, più pressante, senza, tuttavia, mai dichiararsi esplicitamente. Emma aveva recepito che i suoi atteggiamenti nascondevano un secondo fine ed aveva più volte pensato di cambiare manager. Tuttavia, il forte sentimento di riconoscenza che nutriva nei suoi confronti, le aveva fatto fare più di una volta marcia indietro.
In fondo era stato lui a scoprirla, valorizzarla e portarla alla ribalta del grande pubblico.

Perchè in fondo in fondo, Markus aveva sì tutti i difetti di questa terra, ma il suo lavoro sapeva farlo, eccome. Aveva contatti, conosceva il mercato discografico, sapeva cosa, come e quando proporre un pezzo. Riusciva ad organizzare i tour in maniera impeccabile, riuscendo a barcamenarsi tra budget, chilometri e capricci degli artisti. Era un vero numero uno che solo la contingenza della crisi aveva frenato nella sua ascesa.

Professionalmente sembravano fatti l'uno per l'altra: lui aveva idee ed esperienza, lei aveva talento.

Un binomio perfetto.

Quantomeno in apparenza.