Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Post n°154 pubblicato il 27 Maggio 2014 da fading_of_the_day
 

-Vuole che le dica la verità?

Annuii silenzioso.

-Io credo che dietro a tutto questo casino ci sia qualcosa di grosso, molto grosso. E che qualcuno di molto potente faccia ostruzione alla risoluzione delle indagini

Mi fissò dritto negli occhi e riuscì a trasmettermi una inquietudine davvero soffocante.

-Condivido la stessa idea, commissario e non le nascondo che questa eventualità mi spaventa a morte. E non parlo solo a titolo personale, visto e considerato che ci sono dentro fino al collo. Ma intendo che la possibilitàa, seppur remota, che qualcuno possa manovrare i fili dela giustizia a proprio piacimento, è davvero sconvolgente

Friedman mi guardò con l'aria di chi capiva esattamente il senso delle mie parole. Poi riabbassò lo sguardo ancora sulla penna che aveva in mano.

-Le dico una cosa Saint-Clair...

Guardò a destra e sinistra con circospezione e poi allungò la testa verso di me.

-Fin da quando è saltato fuori l'NF qualcuno, giù al dipartimento, ha iniziato a sudare freddo. E, a partire da un certo punto in poi, ho avuto la costante sensazione di avere le mani legate. Non so se coglie cosa intendo... Purtroppo non parlo di nulla che sia tangibile, ma la percezione di avere scarsa collaborazione da parte dei colleghi, poco appoggio dai superiori, nonché il costante sospetto di continue complicazioni create "ad arte", mi ha fatto drizzare le antenne.

Friedman accompagnò l'ultima affermazione portando le mani ai lati della testa con gli indici dritti verso l'alto. Sorseggiai il mio caffè, che nel frattempo si era freddato. Non invidiavo quell'uomo perchè il clima di piombo che aveva vissuto doveva avergli tolto parecchie ore di sonno.

-Immagino che abbia provato paura, sarebbe umano e sensato e...
-Jeremy, non immagina quanto

Mi posò una mano sul polso. Era la prima volta che mi chiamava per nome e riconobbi il desiderio di confidenza di un uomo che si sentiva con le spalle al muro.

-E proprio perchè ho vissuto mesi temendi che ho deciso di farla finita con questa città. E, sa, mi piange il cuore, perchè le ho dedicato tutto me stesso, ho fatto di tutto per renderla un posto migliore, più sicuro. Però, ad un certo punto, uno deve avere il coraggio e la risolutezza di tracciare una linea netta. Appena la burocrazia avrà fatto il suo corso, prenderò le mie cose: ho un biglietto di sola andata per Tenerife. Ci è mai stato, Saint-Clair?

Feci no con la testa: Mr.Stanford non possedeva alcuna proprietà da quelle parti...

-E' un posto magnifico, non ci sono mai meno di venti gradi. Spiagge bellissime e si mangia da dio. Potrò finalmente dedicarmi alla pesca.

Provai affetto e, forse, un po' di invidia per Friedman. Si lasciava alle spalle tutti i problemi: era quello che avrei desiderato fare io.

Ci salutammo che il sole era ormai basso. Il cielo aveva assunto una tonalità arancio che poche volte la seriosità delle nuvole scozzesi aveva concesso. Quella visione mi regalò un senso di buonumore misto a malinconia. Con Friedman ci abbracciammo e, per entrambi, fu forte la sensazione che fosse l'ultima volta che ci vedevamo. Lo osservai piano piano sparire, inghiottito dalle viuzze strette del centro città e mi salì un groppo in gola.

Pensai che la vita, la vita di alcune persone, doveva essere davvero dura e, quasi mi vergognai per essere uno scrittore di successo, con un bel conto in banca e tutte le porte che servivano ben spalancate.

Dall'altro lato della strada vedevo un uomo a cui era bastato poco, a cui era bastata una semplice lettera, per far venir meno tutto ciò in cui aveva creduto. Vidi un uomo al quale rimaneva un distintivo da lucidare nei week end e tanti bei ricordi con cui tormentarsi nei lunghi pomeriggi di inverno. Pensai che aver dato tutto sè stesso con onestà e diligenza, che aver sempre svolto il proprio lavoro con l'obiettivo di dare un servizio alla collettività, per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano, era una di cattiveria rivoltante.

Non appena la figura del buon Friedman divenne un puntino indistinguibile, vagai con lo sguardo verso ciò che mi circondava. Vidi la piccola bottega del fioraio all'angolo, il ristorantino a conduzione familiare con pochi tavoli, il negozietto di souvenir con la croce di sant'Andrea sospesa sull'uscio, come un beneaugurante vischio di Natale.

Guardai quegli uomini e quelle donne e sperai che la loro esistenza fosse più felice di quella di Friedman.

Perchè non ci sarebbe stato nulla di peggio, per loro, che svegliarsi una mattina e scoprirsi delusi dalla vita.

 
 
 
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LOVING ELISA BROWN 2/2

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