Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

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Post n°120 pubblicato il 03 Aprile 2014 da fading_of_the_day
 

-Signor Saint-Clair, devo darle una spiacevole notizia. Pochi minuti fa abbiamo rinvenuto il corpo senza vita della signorina Madison Presley. Una chiamata anonima ce lo ha segnalato nei pressi dell'uscita di un locale abbastanza famoso della Old Town. Il cadavere era stato nascosto in una via laterale.

Madison...

-Commissario, nel giro di pochi minuti sono da lei.

Elisa scoppiò a piangere. Decisi che non poteva rimanere da sola a casa. Non mi sentivo sicuro per nulla. La calmai e optai per portarla con me. Durante il tragitto una miriade di pensieri mi assalì. Qualcuno ci spiava: era chiaro che l'assassino aveva atteso il momento opportuno per far fuori la povera Madison dopo che me ne ero andato.

-Friedman, prima che me lo chieda: stasera sono stato in compagnia della signorina Presley.

Friedman sgranò gli occhi ed istintivamente rivolse il capo verso Elisa.

-Non si imbarazzi. Elisa è perfettamente al corrente di tutto. Io e Madison ci eravamo dati appuntamento al pub fuori dal quale l'hanno uccisa. Sapeva che stavo conducendo un'indagine parallela alla vostra.

Ragguagliai brevemente Friedman il quale si mostrò particolarmente interessato alla posizione della stessa Madison. Elisa continuava a mantenere gli occhi bassi ed a restare in silenzio. Era difficile capire quanto incidesse il dolore per la morte dell'amica e quanto il malumore per essere rimasta all'oscuro delle mie mosse.

-Alla luce di quanto dice, signor Saint-Clair, la posizione della signorina Presley risulterebbe di gran rilievo nell'ottica delle indagini...

-...ovviamente, sotto l'ipotesi che fosse ancora viva - aggiunsi io - ma non lo è. Commissario: qualcuno sapeva del nostro incontro e l'ha fatta fuori. E ora, non le nascondo che mi sento in pericolo anch'io. Ed anche Elisa lo è.

Per la prima volta da quando eravamo lì dentro Elisa sollevò lo sguardo assente ed annuì.

-Saint-Clair, l'avevo messa in guardia sulla pericolosità della faccenda

Ebbi l'impressione che il commissario sapesse qualcosa che non voleva dirmi. Non era la prima volta che batteva sulla questione della "pericolosità", in un modo, a dire il vero, un po' sospetto. Iniziai a temere seriamente che la vicenda fosse più grande di me: mi venne in mente Robert, l'estrema destra filonazista, la possibilità che ci fossero legami tra frange estremiste di paesi diversi. L'aggressione di Elisa e l'omicidio di Madison potevano essere degli atti dimostrativi omofobi. Era una tesi che calzava. La mia domanda, a quel punto, era: perchè uccidere Madison e non Elisa?

Esposi le mie idee a Friedman ed indirettamente ad Elisa. Il commissario parve interessato alla tesi filonazista, anche se non osò sbilanciarsi più di tanto. Immaginavo si trattasse di una possibilità da verificare con tutti i crismi del caso. Sul perchè Madison fosse stata uccisa, il commissario non formulò alcuna ipotesi. Chiaramente era ancora troppo presto per avere un'idea precisa.

Poi si rivolse ad Elisa.

-Signorina Brown, forse è il momento che inizi a raccontarci qualcosa anche lei...

Elisa era assuefatta dal torpore dei suoi pensieri. Aveva giocato tutto il tempo con una ciocca di capelli. L'espressione persa, risucchiata a duecento all'ora nel tunnel del metrò. Elisa era l'ologramma di sè stessa, una proiezione che pesava ottanta grammi, privata della consistenza di carne ed ossa.

Friedman si rese conto della sua assenza e tentò di sollecitarla.

-Vorremmo capire, signorina Brown, cosa può dirci di Robert Bjorklund. Dobbiamo renderci conto se può avere un ruolo centrale in tutta questa storia.

Elisa alzò il capo con un movimento continuo, come un automa. Lo fissò mettendolo a fuoco con gli occhi ridotti a due fessure. Era un'espressione severa la sua, di una severità che, finora, non le avevo mai riconosciuto.

-Commissario Friedman, quello che posso dirle è che in questa vicenda Robert non c'entra nulla

La voce di Elisa debuttò sul palcoscenico con la grazia del suono di un'arpa celtica e strideva con la gravità della sua espressione. La guardai parlare, sistemarsi i capelli, muovere le mani e fu come il ritorno alla vita dopo il letargo, la schiusa della crisalide in una farfalla. Elisa era di nuovo viva ora. La osservavo e pensai fosse una delle creature più dolci che avessi mai visto.

-Signorina Brown, può darmi la certezza assoluta che non sta coprendo nessuno? Vede, il signor Bjorklund, alla luce delle informazioni raccolte, rappresenta chiaramente un legame a doppio filo con lei e la signorina Presley...

Elisa confermò la totale estraneità del nazistoide alla faccenda. C'era qualcosa di diverso in lei ora. Aveva una luce nuova negli occhi: da quando era uscito il nome di Robert sembrava come essersi destata da un lungo sonno. Feci caso al cambiamento con un po' di fastidio: allora era vero che sentiva ancora qualcosa per lui...

Friedman mi riportò alla realtà.

-Signor Saint-Clair, dato che il suo apporto si è rivelato fondamentale per le indagini, sono disposto a metterla sotto scorta. Anche la signorina Brown, ovviamente...

-Non credo che sarebbe sufficiente - lo bloccai subito - e poi daremmo ancora di più nell'occhio. Chi è dietro a questa faccenda, chiaramente, ha grande facilità nel conoscere in anticipo le nostre mosse. In questo modo finiremmo per dargli un ulteriore vantaggio.

Elisa mi guardò lanciando un segno di intesa. Per la prima volta da quando eravamo arrivati lì mi aveva sorriso.

Lasciammo il commissariato con l'impressione di non aver concluso nulla. Eravamo inchiodati al punto di partenza, ma con un morto in più e la percezione di totale impotenza. Elisa camminava a fianco a me tenendomi la mano, come una bimba che conta i passi sul mattonato.

-Jeremy, ho paura...

-Tesoro anch'io, ma cerchiamo di restare lucidi e sereni... Davvero non hai idea di chi ci possa essere dietro a tutto questo?

Elisa fece cenno negativo col capo, anche se mi diede l'impressione di non prestare molta attenzione a quanto le dicevo. Era tornata di nuovo nel suo mondo. Aveva ridisceso la scala a chiocciola dei suoi pensieri tuffandosi nel caldo lago di un'intimità imperscrutabile.

-Elisa, credo che noi due dovremmo continuare la nostra conversazione - le dissi severo

-Lo so Jeremy, lo so...

 
 
 
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